L'AVVOCATO DEL DIAVOLO

Il tribuinale di Tex Willer Forum

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  1. ANTHONY STEFFEN
     
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    Secondo me l'affermazione del padre di Natay dicendo che ha "fiducia nella giustizi dei bianchi" non e' una gaf "nizziana" e non e' neanche da ricercare da un punto di vista storico sulle relazioni degli indiani con il popolo bianco.
    L'esercito si presenta al campo apache per catturare Natay e dato che quest'ultimo riesce a fuggire,Leland da ordine di prendere al posto del figlio il padre.
    Gli apache a questo punto incominciano a essere nervosi e uno di loro alla vista del loro capo catturato scaglia una lancia a Leland che la evita uccidendo poi l'indiano.
    A questo punto l'affermazione del vecchio apache e' dettata piu'dalla saggezza e dalla diplomazia e non dalla vera fiducia che dice di avere per la giustizia dei bianchi.
    Una frase di circostanza detta dal vecchio per calmare il suo popolo ed evitare un inutile massacro data la superiorita' dell'esercito.
    Masssacro che sarebbe di certo avvenuto nel caso di una ribellione.
     
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    Obiezione: sono interpretazioni senza riscontri dimostrabili.
     
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  3. ymalpas
     
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    L'interpretazione data da Anthony è tutt'altro che sballata, in ogni caso più che l'episodio si discute secondo me quella famosa frase. Ci si può girare intorno quanto si vuole, facendo lavorare più o meno la nostra fantasia, tirando in ballo la Storia o una successione logica di avvenimenti, ma resta indubbiamente una frase infelice.

    Il problema è quanto ?

    da 1 a 6, io azzarderei un 4-
    ( con sei= inferno e 1= paradiso ).
     
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    Io un sei pieno.
     
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  5. ANTHONY STEFFEN
     
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    Beh...se devo seguire la logica della mia interpretazione devo dare un 6+
     
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  6. ymalpas
     
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    Seconda settimana di udienze. Si riparte dal punto n° 5.
    Natay viene a sapere della morte del padre e giura che l’unico scopo della sua vita sarà quello di vendicarne la morte, combattendo contro l’esercito e i mercanti che avvelenano la sua gente con l’acqua di fuoco.

    Dopo qualche scorribanda contro i contrabbandieri, regolarmente massacrati, inizia la sua personale guerra contro Fort Huachuca.

    Natay non fa vittime, perché è deciso a non tagliare tutti i ponti con l’uomo bianco, cioè vuole vendicarsi ma in cuor suo non gli dispiacerebbe un giorno condurre una vita normale accanto a sua moglie e al figlioletto, nel suo villaggio.

    L’accusa punta il dito contro un comportamento che è anormale per un selvaggio che dovrebbe essere accecato dal desiderio di vendetta, soprattutto contro Leland, che ha ucciso suo padre, morto per salvargli la vita. Nizzi gli presta invece una mentalità calcolatoria tipica di un burocrate.

    Iniziamo la difesa con una piccola ma necessaria premessa. Diciamo cioè che Natay è una persona la cui probità morale non può essere messa in discussione, lo stesso Eskimizin, quando i soldati giungono per arrestarlo, ci dice che Natay non è mai stato un bugiardo.

    Cerchiamo quindi un’analisi più dettagliata della personalità di Natay.

    Natay è un apache. Non possiamo prestargli evidentemente i sentimenti di un croato o di un corso, che sarebbero estranei alla cultura della sua gente.

    Gli apaches, come tutti gli altri indiani hanno un’idea della morte che è lontanissima da quella dei bianchi. La morte non riveste cioè, per loro che convivono con la guerra e la razzia, cioè con la morte stessa che è per loro una presenza familiare, lo stesso carattere tragico che sconvolge la vita dei bianchi. Non è quindi la morte ad eccitare il desiderio di vendetta di Natay, quanto piuttosto l’idea del torto subito. Natay cioè è certamente ferito dalla scomparsa del padre, il suo desiderio di vendetta è normale ma non riveste i caratteri a cui noi siamo abituati.

    È quindi del tutto accettabile che uccida quelli che vendono alcolici alla sua gente, perché distruggono un popolo. Sono gli uomini di Merrick tra l’altro ad aver scatenato tutta la vicenda e per questo sono i responsabili principali. Per loro e per quelli come loro non può esserci scampo.

    Una lotta dello stesso tipo condotta contro l’esercito non avrebbe senso, perché vedrebbe un uomo solo schierato contro intere guarnigioni che minaccerebbero la sua vita e l’esistenza del suo stesso villaggio al quale mostra di tenere parecchio. Quindi il desiderio di vendetta deve farsi più sottile in Natay e spostarsi sul piano della guerriglia con il preciso scopo di umiliare e simbolicamente degradare ( cioè togliere i gradi ) davanti agli occhi di tutti, quel Leland che è responsabile della morte del padre. In questa occasione NATAY AGISCE COME AGIREBBE TEX WILLER.

    Una tattica singolare e forse atipica per un indiano, ma non per un capo saggio e intelligente, che quindi tutto sommato ci può stare.

    Quello che convince meno, paradossalmente, è proprio il voler prestare a Natay, quel desiderio di una vita comoda e beata accanto ai suoi familiari in una tenda del suo villaggio, che è invece tipica della mentalità di un bianco, cioè di un qualsiasi borghese o di un colono e certo non di un’apache che vive come è stato detto sopra una vita pericolosa e certamente assai più appassionante. Ma anche questa visione però non deve però essere castrante più del dovuto.

    È per questa serie di motivi che chiedo l’assoluzione completa su questo capo d’accusa.

    La parola agli Inquisitori :asd: .
     
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  7. ANTHONY STEFFEN
     
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    Claudio Nizzi in questa storia ci propone 2 comprimari:
    Leland e Natay.
    La caratterizazzione del primo e' il tipico personaggio della saga di Tex;
    il solito ufficiale losco e ambizioso nemico degli indiani e perdipiu' sospettato di essere implicato con i trafficanti di alcool presenti nella zona;
    nel secondo personaggio invece Nizzi ci offre una personalita' del tutto nuova per un indiano.
    Non e' il solito selvaggio che agisce a testa bassa spinto da un desiderio di vendetta,ma e' un indiano intelligente che pondera bene la situazione e agisce di conseguenza.
    Natay e' consapevole che un suo spargimento di sangue contro coloro che lo vogliono catturare e contro colui che e' stato il responsabile delle morte del padre,puo' pregiudicare non solo la sua vita ma sopratutto il futuro di sua moglie e di suo figlio.
    Ecco perche' non si comporta come si comporterebbe un normale indiano al suo posto.
    La sua politica di non mietere vittime tra gli ufficiale e' dettata da un buon senso che e' molto raro negli indiani in queste situazioni.
    Quindi assolvo in pieno un Nizzi che si impegna a caratterizzare di piu' i suoi personaggi strizzando l'occhio a Boselli.
     
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  8. ymalpas
     
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    Bravo Anthony.

    Natay ci appare un personaggio diverso ( o strano ) perché nasce dalla penna di Nizzi. Con Boselli ormai siamo abituati a queste caratterizzazioni, che appaiono poco manierate e convenzionali.

    D'altronde è uno dei motivi che mi fanno concordare con l'opinione diffusa che questa sia la più boselliana delle storie di Nizzi...
     
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  9. ANTHONY STEFFEN
     
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    Evidentemente l'effetto Boselli ha influenzato anche il vecchio Nizzi.
    Vediamo pero' che ci riserva "Corte Marziale".
     
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    Insomma, Natay dovrebbe essere una sorta di Geronimo (grande esperto di guerriglia) poco amante delle carneficine. Prendo nota.
     
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  11. stefano3
     
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    Sono contento che Nizzi abbia inserito qualche comptimario in più, però se questo mette in ombra Tex come credo sia successo... :wacko: Eppoi mi sembrano un pò troppo facili le azioni di Natay contro i bianchi <_<
     
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    Stefano:

    per i commenti alla storia si va all'apposita discussione, questo è una sorta di processo semiserio alle sequenze contestate qui, su TWO, su SCLS ecc...

    Vanno portate controprove, argomentazioni, ecc... come in un processo.
     
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  13. ymalpas
     
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    Punto n° 6 : Tex estorce la confessione a Merrick. Uno dei punti più contestati.

    Rivediamo la scena. È notte. Tex penetra nell'appartamento di Merrick, lo sveglia quindi con la colt in mano lo invita a scrivere poche righe nelle quali confessi di essere l'autore dell'omicidio di Bannister.

    Merrick gli chiede se è impazzito.

    Tex a muso duro dice queste testuali e durissime parole:

    "Attento! Quella che ti sto puntando è una pistola dal grilletto molto sensibile, perciò augurati che non mi scappi un colpo o dovranno raschiare quel poco di cervello che hai dalla parete".

    Lo spinge quindi giù dal letto, Merrick cade, Tex gli intima di rialzarsi e di sedersi vicino al tavolo. Gli detta la confessione.

    Merrick si rifiuta: "No! Non posso farlo!"

    Tex gli punta nuovamente la pistola alla tempia: "Stanco di vivere ? Bada che non scherzo!"

    Con la mano tremante Merrick scrive la confessione.

    La parola alla difesa.

    Merrick non può comportarsi diversamente. Tutti i suoi timidi accenni di reazione o di rifiuto sono stroncati da un Tex come non l'avevamo mai visto: di poche parole.

    Molti certo non accettano questa modalità, scorretta perché impedisce all'avversario qualsiasi possibilità di reazione e di rivalsa. Non esistono precedenti significativi che giustifichino un estorsione di questo tipo.

    Perché Nizzi rinuncia al marchio di fabbrica TexWiller fatto di poderosi sganassoni che tanto bene gli riuscivano in passato ? Mistero fitto. O forse no.

    Dal momento in cui Tex entra nella stanza, fino alla firma di Merrick sul documento d'accusa, abbiamo solo 13 vignette, per un totale di due tavole. Uno spazio davvero esiguo per una cura a base di ceffoni.

    Sembra quasi che Nizzi utilizzi il sistema della pistola perché è il metodo più sbrigativo. Quasi come se l'autore avesse problemi di spazio e dovesse concentrare in poche righe un episodio che ritiene tutto sommato di second'ordine ( rispetto all' - avventura - , nessuno poi discute quanto sia importante ai fini dell'intreccio narrativo ).

    Puntiamo quindi il dito contro SB, nella sua qualità di editore, che sembra lo faccia quasi deliberatamente a imporlo nella copertina di Villa, quasi come se volesse mettere l'accento proprio sulla sua atipicità.
     
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  14. ANTHONY STEFFEN
     
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    La confessione di Merrick e' uno dei punti piu' anomali e strani dell'albo.
    Quello che vediamo introdursi nella casa di Merrick e' un Tex deluso e molto arrabbiato per le azioni prese da Leland contro Natay;estorcere una confessione scritta potrebbe non solo discolpare l'indiano da un assassinio non compiuto ma anche mettere nei guai la persona di cui si era fidato:Leland.
    E siccome il fine giustifica i mezzi Tex non esita a usare un altro metodo per convincere una persona a fare cio' che non farebbe mai in situazioni normali:

    metodo colt 45.
    Un metodo piu' spiccio dei soliti sganassoni meno rumoroso e in certi casi piu' convincente.
    Credo cmq al di la delle teorie personali, la scelta della facile confessione scritta di Merrick sia collegata al fatto di far rientrare la storia in due albi e quindi Nizzi ha ritenuto opportuno prendere questa decisione per risparmiare pagine.
     
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  15. bressimar
     
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    CITAZIONE (ANTHONY STEFFEN @ 21/6/2006, 10:10)
    Credo cmq al di la delle teorie personali, la scelta della facile confessione scritta di Merrick sia collegata al fatto di far rientrare la storia in due albi e quindi Nizzi ha ritenuto opportuno prendere questa decisione per risparmiare pagine.

    anche io la penso così..
    invece sul fatto della copertina a mio giudizio è stato scelto quel tipo di disegno per creare un legame logico con il titolo dell'albo "documento d'accusa".. cosa importante secondo me, ne risulta una scelta migliore che non se avessimo trovuto una copertina magari con natay che cavalca in uno splendido paesaggio... in tal caso il lettore avrebbe fatto più fatica a collegare il disegno con quella che è la storia... è vero che non obbligatoriamente il disegno deve riportare a quello che c'è all'interno dell'albo, questo secondo me è un errore, perchè non stimola il lettore a comprarlo..... e poi lq confessione di merrick è il motivo intorno al quale ruota la storia....
     
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47 replies since 13/6/2006, 08:39   958 views
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