Ricordo di Peppino Prisco

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  1. rubio
     
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    Per gli amici interisti: dopo le gioie dello scudettto e della supercoppa d'Italia concedetevi un pò di nostalgia ricordando il grande Peppino Prisco e leggendo questo vecchio topic.

    Sottotenente Giuseppe Prisco
    Battaglione L'Aquila °9 Reggimento Alpini


    Facevo parte di un battaglione costituito in gran maggioranza di alpini abruzzesi, che avevano lasciato i loro monti con ben scarse cognizioni d'ogni genere ma portavano entro di sé ben chiara e precisa la volontà di fare fino in fondo il loro dovere di soldati e di uomini. Essendo oltre milleseicento in partenza dall'Italia, cominciarono la ritirata in circa trecento, gli altri erano tutti rimasti feriti o morti o dispersi durante il mese precedente, quando il battaglione dovette tenere la linea schierato fra il resto della Julia e i tedeschi, sul settore di fronte antistante il quadrivio di Seleny Jar.
    Tali cifre dovrebbero parlare un loro linguaggio assai eloquente, ma da sole non rendono l'idea della continua agonia e dello sforzo sovrumano ai quali si sottoposero gli alpini de L’Aquila che gli stessi tedeschi guardavano con sguardi trasecolati e ammirati al termine degli assalti violentissimi, delle azioni svolte con l'appoggio dei loro carri armati, o delle strenue difese dagli attacchi russi protratte per giorni e giorni a sbarrare quel velo di trincea sul quale gli alpini non mollarono mai, anche se di volta in volta si ritrovavano sempre più esausti e sempre più in pochi: oggi sono considerate alla stregua di qualunque altro ritaglio di metallo, ma allora avevano un senso e croci di ferro con le quali il tedesco generale Eibl decorava sul campo gli umili alpini della Majella per il loro eccezionale valore dimostrato in combattimento.
    Non potrò mai descrivere adeguatamente i sentimenti che in quel tempo mi suscitò il dividere la mia vita con quella di quei montanari, e la commozione che me ne veniva nel constatare l'infinita ricchezza di virtù, gli slanci silenziosi e esemplari di cui quotidianamente davano prova uomini tanto semplici; dapprima per me fu meraviglia, poi quasi incredulità, poi un indicibile affetto misto all’ammirazione che tuttora perdurano, nel ricordo e nella mia vita d’oggi.
    Peccato che la maggior parte mori, per eccesso di altruismo, di valore e di dedizione al senso del dovere: l'Italia ha perduto in loro
    una grande ricchezza, incalcolabile e non riproducibile. Dio voglia ne se ne salvi almeno il ricordo esemplare.
    Quando cominciò la ritirata eravamo rimasti in pochi, ma quei rochi affrontarono ancora con coraggio la sorte, e mai si tirarono indietro quando si trattò ancora di combattere, anzi non conobbero esi¬tazione allorché nelle battaglie dei primi giorni nella sacca si trattò di buttarsi avanti contro le enormi forze russe nel tentativo di aprirsi il varco verso l'Italia. I più morirono giorno per giorno, uno due o tre per volta, per una pallottola o una rosa di schegge, lasciando la loro macchia di sangue sulla neve e diventando su quella un piccolo mucchietto di stracci, tutto ciò che restava dei miei cari compagni.
    Uscimmo dalla sacca in 163 alpini e 3 ufficiali, tutto ciò che de L'Aquila sopravvisse. Oltre l'onore, si intende, e l'esempio che ha un suo peso, poiché arricchisce per sempre la storia di un intero popolo.

    Davanti a questi signori mi inchino, anche se fossero comunisti stalinisti e badogliani tutt'insieme! Quel che hanno fatto ha stupito il mondo, e si sappia che l'unico corpo imbattuto sul suolo di Russia e' il corpo d'armata alpino italiano! Sta scritto sui bollettini di guerra russi, non su quelli italiani, tanto per capirci.

    per chi non l'avesse presente si trattava dell'avv. Prisco vicepresidente dell'Inter ,scomparso qualche anno fa.

    Che cosa potrei scrivere, io, laziale nel midollo, di una figura come quella di Peppino Prisco? E' stato una delle più belle e nobili figure nella storia del calcio italiano. E' stato, forse, l'ultimo testimone di una fede calcistica che si è fatta amare per i propri colori. A differenza di altri, non si è mai riciclato come mercenario. E' stato il vostro indimenticabile Peppino.

    SOTTOTENENTE GIUSEPPE PRISCO: PRESENTE!

    :tricolore: :tricolore: :tricolore: :tricolore: :tricolore: :tricolore: :tricolore:
     
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0 replies since 25/10/2006, 10:05   212 views
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