ALBERTO GIOLITTI

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  1. ymalpas
     
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    Nasce a Roma il 14 novembre 1923. Già all’età di quattordici anni dimostra una chiara propensione al disegno e, incoraggiato da un amico di famiglia, porta i suoi lavori al “Vittorioso” che proprio nel 1937 inizia le pubblicazioni.

    Frequenta la facoltà di Architettura ma è costretto ad interrompere gli studi perché chiamato a prestare il servizio militare.

    Il settimanale cattolico gli pubblica – I senza paura – su testi di Colombini, interrotto nell’agosto 1943 per gli eventi bellici.

    Successivamente gli Albi Aves pubblicano – Le avventure di Italo Nurago – e – Il fortino assediato – su testi di Rainuzzo.

    Nel 1947 gli Albi dei Quattro Cerchi stampano – L’oasi del mistero – ( Cerchio Rosso ) ancora su testi di Rainuzzo. Negli Albi del Vittorioso appaiono – Alfa e Omega – su testi di Sorgi ( serie Jim Brady ) e – Dick e Martin – sempre scritto da Sorgi ( Serie Giraffone ).

    Dal 1946 al 1949 è a Buenos Aires dove lavora per la Editorial Lainez e la Columbia Hermanos. Durante questo periodo realizza dei racconti polizieschi e adatta per il fumetto dei romanzi come – Quo Vadis –.

    Nel giugno del 1949 si trasferisce a New York dove nasce subito una nutritissima collaborazione con gli studi della Dell ( oggi Western Publishing ). Giolitti lavora per - The Challenge of Zorro – ( del 1956 ), – Indian Chief –, – Tonto –, – The Cisco Kid –, – Sergeant Preston –, – Jungle Jim – , – Tarzan –, – Abraham Lincoln Life – ( del 1958 ), e vari racconti sempre per la serie "Four Color" della Dell come – They declared war – o – A nose for trouble – .

    Per la Dell Publishing adatta anche fortunate serie TV come – Lone Ranger’s Famous Horse Hi-Yo Silver – dal 1956 al 1960, – Gunsmoke –, - Tom Bell -, – Tales of Wells Fargo – ( del 1959 ) – Have Gun – e – Will Travel – realizzati tra il 1960 e il 1962 e ancora – Boris Karloff – nel 1962.

    Oltre a questi personaggi di grande diffusione, la sua matita ripropone classici della letteratura e della storia come – Alexander the Great –, – The Christmas Story –, – Aladdin and the Wonderlamp – e – Gulliver’s Travels –.

    Per quest’ultimo nel 1955 gli viene conferito il “Thomas Alva Edison Award”, quale miglior racconto destinato ai ragazzi oltre gli otto anni.

    Dal 1951 al 1953 soggiorna a Lake Placid, poi per quasi un anno ritorna a Roma.

    Dal 1954 al 1960 resta in Florida continuando, in un ambiente quanto mai congeniale, la sua più pregevole produzione avventurosa, prima fra tutte le serie di – Gunsmoke –.

    Nel 1960 rientra definitivamente in Italia e da vita allo “Studio Giolitti” che ha come primo cliente il mercato statunitense. La produzione si specializza fortemente nel genere avventuroso, ma spazia anche in quello comico. Per la Dell/Gold Key crea – Turok, Son of Stone – iniziato nel 1961 e continuato a disegnare fino al 1984, - Freedom Agent - del 1963, - Twillight Zone - dal 1963 al 1970, - Lord Jim - nel 1965, diversi racconti in Ripley’s Believe it or not nel 1965 / 66 e nel 1978, - Laredo - nel 1966, - Voyage to the Bottom of the Sea - dal 1966 al 1970, - Tarzan - nel 1967, - Star Trek - dal 1967 al 1979, l'adattamento del film - King Kong - nel 1968, - Cow Boy in Africa - nel 1968, - Il Pianeta delle scimmie - nel 1970, dei racconti per la Mistery Comics Digest tra il 1972 e il 1975, - Dominus - pubblicato su Starstream nel 1976 su testi di Arnold Drake.

    A questa produzione si alternano come detto episodi comici come le realizzazioni di – Bugs Bunny –, – Daffy Duck –, – Porky Pig –, i celebri caratteri della Warner Bros.

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    Star Trek

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    Dominus

    Lo Studio Giolitti che va via via acquisendo nuovi elementi riunendo fino a una cinquantina di disegnatori, tra i quali Caprioli, Diso, Ruggero Giovannini, Polese, Ticci, Angelo Todaro, Massimo Rotundo, Franco Saudelli, Salinas e Nevio Zeccara, trova lavoro anche in Europa.

    Per la I.P.C. inglese Giolitti disegna – Jackie and the Wild Boys – che appare su “Princess Tina”, – Flame of the Forest – pubblicato su “Lion”, - The Fiery Furnaces - pubblicato su "Tiger and Hurricane", – Enchanted Isle – su “Tammy”. Collabora inoltre a “Treasure”, “Tell me Why”, “Once Upon a Time” e a “Baby’s Own”.

    Per la Germania disegna – Perry Rhodan – che chiuderà i battenti nel 1975 e a – Reno Kid – su testi di Dirk Hess, edito per i tipi di Bastei. Collabora intensamente a "Lasso" e "Buffalo Bill".

    Sul finire degli anni sessanta lo Studio lavora anche per il mercato italiano. Nascono – Phantom –, – Mandrake – e – Flash Gordon –, per i Fratelli Spada Editori. In pieno boom del fumetto per adulti l'autore collabora ai tascabili della Ediperiodici, da – Jacula – a – Cosmine – ( 1973 ) da – Oltretomba – e – Terror –.

    Tra il 1986 e il 1988, Giolitti pubblica - 5 anni Dopo - su Comic Art, testi di Giorgio Pedrazzi.

    Giolitti entra quindi nella squadra di disegnatori di Tex Willer nel 1989 realizzando su testi di Claudio Nizzi il secondo Texone. Aveva già disegnato qualche tavola per un episodio della serie nel 1976, terminato dal suo allievo Giovanni Ticci.

    A partire dal 1990 fino alla sua morte, con lo pseudonimo Gilbert, realizza altre tre storie di Tex, l'ultima incompiuta, le sue tavole si fermano alla pagina 31 del numero 433, sarà ancora una volta completata da Ticci.

    È morto a Roma il 15 aprile del 1993.


    [ Tratto da Foto di famiglia a cura di Gianni Bono, apparso sul numero 250 di Tex, Il solitario del west , adattato e completato da Ym - TewWillerForum ]

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    Alberto Giolitti, dall'America a Tex: Mille pagine d'Avventura.
    Tratto dal n° 432 Polizia a Cavallo, dell'ottobre 1996.

    Una lunga carriera sotto il segno dell'Avventura, costruita macinando migliaia di tavole per i lettori di tutto il mondo. È quella di Alberto Giolitti, romano del 1923, che debutta a soli sedici anni sulle pagine del periodico Il Vittorioso. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico, l'Accademia delle Belle Arti e la facoltà di Architettura e dopo un breve rodaggio come scenografo, cartellonista cinematografico e insegnante, Giolitti prende la decisione che cambierà la sua vita: il primo gennaio del 1946 parte da Genova verso il Sud America, a quell'epoca autentica fucina di disegnatori di fumetti. "E fare fumetti era la cosa che mi piaceva di più", ebbe poi a raccontare, "perché mi permetteva di variare, di disegnare cose sempre diverse, cambiando continuamente inquadrature, sfondi, personaggi…". Rimane tre anni a Buenos Aires, lavorando per le Case editrici Lainez e Columbia Hermanos, poi si trasferisce a New York e inizia la collaborazione con la Dell, come si chiamava allora la Western Publishing Company. Qui si specializza nella produzione di brevi storie complete destinate all'immenso universo dei comic books avventurosi, in particolar modo western: fra questi, Indian Chief, Tonto ( dal nome dell'indiano che faceva la spalla al celebre Lone Ranger ) e Sergeant Preston of the Yukon, la prima di quelle Giubbe Rosse che imparerà a far rivivere sulla carta in maniera magistrale, fino alla storia pubblicata in questo numero di Tex. Dal momento che nelle storie di Sergeant Preston si vedono praticamente in ogni pagina le tipiche slitte trainate dai cani, per avere una documentazione di prima mano, si trasferisce a Lake Placid e quindi a Lake George, vicino al confine col Canada; dopo un breve periodo che lo rivede di nuovo a Roma, torna in America e si stabilisce in Florida. Nel giro di poche stagioni firma migliaia di tavole per una vasta gamma di albi ispirati a popolari serial televisivi: Twilight zone, Zorro, Star Trek, Boris Karloff e soprattutto Gunsmoke, Have Gun, Will Travel, Tales of Wells Fargo. Nel 1955 diventa cittadino americano e nel 1960 ritorna a Roma, senza però staccare il "filo" con gli Stati Uniti; in quel periodo, dà vita allo Studio Giolitti, un'agenzia che, grazie alla collaborazione di giovani talenti, produrrà fumetti per il mercato americano, inglese e tedesco ( ma anche italiano ). Nel 1985 crea Cinque anni dopo, per la Comic Art di Roma, una saga fantascientifica ambientata in un catastrofico Dopobomba, e accetta finalmente di entrare nello staff texiano. Il primo "contatto" con Aquila della Notte, avvenuto nel 1976, era stato fugacissimo: a causa dei troppi impegni, dopo aver illustrato una trentina di tavole, aveva dato forfait e la storia, Sabbie insanguinate, pubblicata a partire dal numero 188 di questa collana, fu proseguita da Giovanni Ticci, che di Giolitti oltre che amico, era stato allievo nel suo Studio. Così nel 1989 esce lo straordinario Texone giolittiano, Terra senza legge, su testi di Claudio Nizzi, cui seguono tre storie inserite nella serie regolare.

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    Sergeant Preston


    Il ricordo di Sergio Bonelli
    Tratto dal n° 432 Polizia a Cavallo, dell'ottobre 1996.

    Cari amici,
    quello che state per leggere è il secondo episodio di una storia assai particolare di cui ho già avuto occasione di parlare più di una volta nelle mie rubriche. Si tratta di una storia che, nella mia veste di sceneggiatore, cioè come Guido Nolitta, avevo iniziato a scrivere più di quattro anni fa, con molto entusiasmo ma anche molta fatica, rubando il tempo ad altre occupazioni, perché mi emozionava l'idea di vedere un mio soggetto realizzato graficamente da uno dei disegnatori western che più avevo ammirato nella mia vita, come lettore, e che più avevo "inseguito" per cercare di portarlo nella nostra squadra, come editore. Pensate un po’: quell'Alberto Giolitti che mi aveva affascinato sulle pagine dei comic books americani avrebbe dato corpo e vita agli schizzi e agli scarabocchi con cui ho l'abitudine di mettere assieme le pagine delle mie sceneggiature! E proprio pensando al suo stile e alle sue capacità, avevo inserito nella vicenda una serie di elementi decorativi che lui avrebbe eseguito da grande maestro: il pittoresco abbigliamento dei Wolfers, ovvero i mercanti-straccioni, la severa eleganza delle Giubbe Rosse di Sua Maestà Britannica, la rozza materia con cui erano costruiti gli avamposti e la dignitosa povertà degli accampamenti indiani… Purtroppo, tutti sapete che il mio sogno è stato bruscamente interrotto dalla morte di questo straordinario disegnatore e prezioso amico, avvenuta il 15 aprile 1993, quando in redazione avevamo soltanto duecento tavole di una vicenda che, secondo le mie abitudini, prevedevo di sviluppare su circa quattro albi. Sono tavole che conosco a memoria, in ogni più piccolo dettaglio, per averle sfogliate non so quante volte, chiedendomi se fosse giusto che l'ultima, generosa fatica di Giolitti rimanesse sconosciuta a tutti quei lettori di Tex che ormai avevano imparato a volergli bene. Il risultato dei miei dubbi è davanti ai vostri occhi: la storia è stata continuata e terminata da un altro grande amico ( e in un lontano passato anche "allievo" ) di Giolitti. Sto parlando di Giovanni Ticci, autentica colonna del nostro Tex, di cui già potete vedere tre pagine proprio in questo albo, a testimonianza di un mio "ritocco" portato successivamente alla sceneggiatura che avevo dato all'indimenticabile Alberto. Sono certo di aver fatto la scelta giusta, come sono certo che apprezzerete, pur nella loro differenza, gli stili di due autentici artisti, accomunati, oltre che dall'amicizia, dallo stesso amore per il Far West americano.

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    Una vignetta che illustra la maniacale cura dei dettagli,marchio distintivo del grande Alberto Giolitti.

    Cronologia degli albi di Tex ( serie gigante ) disegnati da Alberto Giolitti.

    [ 188 ] Il sentiero dei Broncos ( Giugno 1976 )
    [ 189 ] La mesa degli scheletri ( Luglio 1976 )
    [ 357 ] La mano nella roccia ( Luglio 1990 )
    [ 358 ] Il tesoro della città perduta ( Agosto 1990 )
    [ 373 ] Falso allarme ( Novembre 1991 )
    [ 374 ] La pistola nascosta ( Dicembre 1991 )
    [ 431 ] La strage di Red Hill ( Settembre 1996 )
    [ 432 ] Polizia a cavallo ( Ottobre 1996 )
    [ 433 ] Due pistole per Jason ( Novembre 1996 )
     
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    ERRATA CORRIGE: Gilolitti disegna solo la prima trentina di tavole della storia SABBIE INSANGUINATE e non compare nel # 189.
    Disegna il secondo Texone (1989).
    Disegnatore eccelso e dal tratto molto personale. Il suo Tex è lontano dal modello standard, ma fisicamente è granitico e credibile.
     
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  3. bressimar
     
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    grande giolitti!!! :worthy:
    il suo tex ha una faccia che sembra che rida sotto i baffi che mi piace troppo.. mi dà l'idea di un tex assolutamente mitico...
     
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  4. ANTHONY STEFFEN
     
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    Grandissimo disegnatore che a me piaceva molto,almeno nelle poche storie che disegno' per Tex.L'unico neo purtroppo il viso di Tex che disorienta un po'.
     
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  5. Willard™
     
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    ragazzi io non riesco a leggerlo tex quando i disegni sono di giolitti ! :|

    non ricordo in quale numero...mi sembra in ''Polizia a cavallo'' c'è una vignetta dove ha gli occhi storti e sembra un obeso di 200 chili
     
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  6. DocHolliday
     
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    Giolitti è troppo un Grande!!!
    Il suo Texone (la Ristampa) l'avrò letto almeno una decina di volte, tanto è bello!!!! E' troppo impressionante il suo maniacale "bisogno" di dettagli, ogni vignetta era disegnata fin nel più minuscolo particolare!!! E' vero che il viso di Tex è un po' fuori dagli standard texiani, però è anche vero che il suo è un Tex che fisicamente anche una sbarra di ferro spessa un metro gli fa un baffo!! E' anche più realistico, in quanto mostra con evidenza la vera età di Tex, non come gli altri disegnatori che bene o male disegnano il nostro ranger più giovanile di quanto sia in realtà.
     
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    E' anche più realistico, in quanto mostra con evidenza la vera età di Tex, non come gli altri disegnatori che bene o male disegnano il nostro ranger più giovanile di quanto sia in realtà.

    Diciamolo pure: sembra davvero un anglosassone.
     
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  8. Willard™
     
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    ma l'avete notati gli occhi storti? AHAHAH
     
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  9. Zeca
     
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    Tex de Giolitti:

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  10. Willard™
     
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    dai su è inguardabile....
     
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  11. ymalpas
     
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    Willard, inguardabile è una parola grande, diciamo che il suo volto non è il solito, può piacere o no, ma certi aggettivi evitiamo di usarli.

    Giolitti fu un disegnatore dalla grandissima personalità, un innovatore che mostrava una grande accuratezza nelle sue realizzazioni, un grande amore verso il disegno realistico, se guardi le mani anche le unghie sono disegnate con raffinatezza e senso della precisione.

    Solo i campioni del disegno possono permettersi il lusso di fare disegni di questa complessità senza il pericolo di cadere nel ridicolo. E Giolitti era davvero un grande.
     
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  12. Willard™
     
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    si ma se leggi TEX e capiti su un albo disegnato da lui...bhè...a me mi è venuta voglia di non leggerlo.
     
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  13. ymalpas
     
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    Ti capisco, succede anche a me, con altri disegnatori, mai con Giolitti.
     
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    CITAZIONE (Willard™ @ 7/9/2006, 22:36)
    dai su è inguardabile....

    E' talmente inguardabile che è citato in tutte le enciclopedie del fumetto. Quando, adolescente, volevo diventare disegnatore, m'allenavo copiando le sue vignette.
     
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  15. due
     
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    E facevi bene! È uno dei migliori artisti del secolo scorso!
     
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18 replies since 5/9/2006, 13:59   3551 views
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