TEX E LA RELIGIONE

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  1. ymalpas
     
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    Il fumetto Tex è un genere di evasione, una narrazione spesso spogliata della sua verità storica, in grado di impressionare la massa dei lettori, segnando indelebilmente la memoria degli appassionati.

    Nella wilderness nord-americana non ci sono limiti alla fantasia e i contenuti della narrazione visiva si arricchiscono di ambiguità, di fascinazione e di suggestioni di insuperabile intensità.

    La relazione dei personaggi con il paesaggio circostante è spesso drammatica, segnata da risse nei saloon, duelli nella main street, massacri e botti di dinamite e non sempre è facile capire da che parte stia il bene e il male.

    In questa astratta rievocazione del vecchio west, quello della religione sembra dunque rimanere un spazio minoritario, sospeso in un’aria di cristallo, tutto da esplorare.

    La riscrittura della mitologia del nord ovest americano, dinamica e avventurosa, nelle sue piste polverose è disseminata di episodi che mettono in luce degli aspetti che si ricollegano alle credenze religiose, svuotate del loro respiro mistico, che anzi rovesciano sistematicamente allorché si presentano come la rievocazione di inquietanti miti e di antiche e minacciose superstizioni pagane.

    In questa terra ibrida, la conquista del west è raramente una conquista religiosa. Il lugubre rintocco delle campane riecheggia spesso sinistramente nelle valli dell’Arizona, del Texas o del New Mexico, vasti territori dove sono disperse vecchie missioni abbandonate, dall’architettura rigorosamente spagnoleggiante, retaggio di un passato che in queste lande desolate appare sinistramente dimenticato.

    Quando Tex e Carson giungono nella piccola missione di Santa Cruz [ # 215 / 17 ] per indagare sulla scomparsa di un giovane frate, la campana li accoglie mettendosi improvvisamente a trillare, ma del campanaro non si vede neanche l’ombra.

    Il mistero si ripete in una storia di Nizzi, La leggenda della vecchia missione [ # 333 / 35 ]. Anche quella di Santa Maria la Escondida è una vecchia e venerabile missione ispanica. Il suo nome è eloquente, in spagnolo il termine – escondida - significa infatti “nascosta”. Un luogo sacro abbandonato e sommerso nell’oblio. La sola anima che la popola è un vecchio eremita sfuggito anni prima al massacro compiuto dagli apaches, un “matto”che si diverte a trafiggere con le frecce imbrattate del sangue dei suoi confratelli tutti i nuovi venuti, tumulandoli quindi con una dubbia carità cristiana nel piccolo cimitero adiacente alla missione.

    La prospettiva cambia e non poco se ci spostiamo più a sud, in Messico. Nella cittadina di Matamoros, l’albo è la Taverna sul porto [ # 305 ], per sfuggire ai rurales che sono sulle loro tracce, Tex e Carson si nascondono all’interno di una cattedrale… da che mondo è mondo, le chiese sono sempre state il rifugio dei perseguitati, no? afferma il ranger. Il reverendo padre che li accoglie e cristianamente li protegge è il classico esempio del buon frate conservatore che non manca di far capolino nelle storie di Nizzi. Un altro monaco, ben più celebre, favorisce addirittura l’evasione del nostro satanasso dalle carceri di Chihuahua nell’albo Appuntamento con la morte [ # 366 ]. Padre Elias è pero un personaggio anticonformista, con un passato da guerrillero, che sostiene di nascosto la causa dei suoi vecchi compagni d’arme. Non bisogna lasciarsi ingannare dal suo aspetto dimesso, ci informa Cobra Galindez, oggi padre Elias indossa il saio e dispensa giaculatorie, ma c’è stato un tempo e nemmeno tanto lontano in cui portava il fucile a tracolla ed era svelto come pochi ad usarlo contro i francesi di Massimiliano combattendo per l’indipendenza del Messico. Davanti al paredon assistiamo a quella che è certamente la prima vera confessione di Tex davanti a un religioso:

    - Fratello se hai qualche colpa sulla coscienza è questo il momento di chiederne perdono a Dio…
    - Lasciamo stare padre.
    - Non vuoi confessare i tuoi peccati ?
    - Il fatto è che se dovessi elencarli tutti perderemo l’intera giornata e non credo che quei bravi ragazzi
    ( il plotone di esecuzione ) sarebbero disposti a pazientare tanto…

    Nei due episodi che compongono il maxi I due volti della vendetta di Antonio Segua troviamo altri due esempi che non fanno eccezione. Nel primo, intitolato – La collera di Tex – ambientato nei territori dell’arida riserva navajo, le rovine della vecchia missione dei francescani servono da rifugio per i mangiatortillas di don Luiz Toledo, i cattivi della storia. Nella seconda storia – Odio implacabile – l’ambientazione è invece quella di un tipico villaggio messicano, Tres Cruces. La chiesa del paese costituisce in questo caso un ricovero per i nostri due eroi, che si rifugiano al suo interno per sottrarsi al violento attacco dei peones sobillati dal malvivente Nathaniel.

    Il buon padre Sheridan, il pastore della cittadina di Heaven, nel Nevada, la storia questa volta è I sette assassini [ # 463 / 65 ] di Boselli, viene definito come un taciturno gentiluomo votato alla causa del Signore. In realtà è un uomo infelice che non riesce a dimenticare il suo passato torbido, violento e brutale. Malgrado una schiava ignorante… che conosceva la differenza tra il bene e il male, salvata dalla furia omicida di Jack Thunder, gli abbia insegnato la legge del Signore, favorendo così la sua conversione, padre Sheridan resta un’anima troppo martoriata per costituire un efficace esempio.

    Ben più rappresentative sono le figure dei mormoni che si ergono per la prepotenza delle loro convinzioni ideologiche nell’epica storia bonelliana Terra promessa [ # 146 / 49 ]. Lo scontro con Elia Glendon è un conflitto tra culture e mentalità diverse, che si situa su un piano strettamente religioso:

    - Ehi, un momento signor Glendon! Che razza di storia è questa dell’indiano liberato ?
    - Una storia molto semplice, signor Willer e che mostra la differenza che passa tra i nostri modi di vedere. Il prigioniero che i vostri pards avevano legato a rimorchio di uno dei carri, mentre oggi si avanzava lungo la pista aveva inciampato parecchie volte ed era caduto malamente. Perciò ho avuto compassione di lui, che era un figlio del Signore come tutti noi, ed ho tagliato le corde che lo trattenevano.


    Elia Glendon odia la violenza, considera le armi come un prodotto del maligno e non intende versare il sangue di esseri umani che differiscono da lui solo per il colore della pelle, dimostrando un’insensata irragionevolezza. I cheyennes di Kento sono infatti in procinto di sferrare un attacco contro la carovana e le intenzioni bellicose e sanguinarie degli indiani mal si coniugano con le idee di fratellanza professate da un uomo che l’idea del martirio sembra non spaventare più di tanto. Per sua fortuna e di tutti gli altri quaccheri il ranger e i suoi pards sono fatti di una pasta diversa.

    I mormoni ritornano in un'altra storia, Il vendicatore mascherato [ # 276 / 77 ] di Guido Nolitta. A Cedar City i due pards indagano su una serie di omicidi e Tex scopre che a Mountain Meadow, in seguito al clima di tensione provocato dall’attraversamento dello Utah da parte dei coloni diretti in California, un convoglio di pionieri era stato massacrato dai mormoni. Nella comunità guidata da Moses Boglum dove si aggira anche Almon Kirtland, un folle con manie da profeta, le sorprese non mancano.

    Così come non mancano nella cittadina di Quemado, che ritroviamo ne Il marchio di satana [ # 248 / 49 ], un villaggio dove regna un pesante clima di omertà e di diffidenza. Padre Crandall, il lugubre ed enigmatico sacerdote dei Figli dell'Apocalisse, a capo di una banda di diabolici satanisti dediti a sacrifici umani e a più comuni rapine, si dimostrerà un degno avversario per i due tizzoni d'inferno, riuscendo persino ad intrappolarli nei sotterranei della sua chiesa, in delle gallerie inondate d'acqua… ma come è noto la farina del diavolo finisce sempre in crusca e l’infernale villaggio verrà alla fine purificato nel fuoco!

    La produzione texiana è riconducibile come si è detto a generi letterari diversi. Un ampio filone, parallelo a quello western, è dedicato alla magia e all’esoterismo. L’invidiabile varietà di caratteri, dallo spettacolare Mefisto a suo figlio Yama, dal Diablero al mitico Signore dell’abisso, nati da una straordinaria verve fantastica, ha contribuito indiscutibilmente non poco alla longevità della serie. Il significato profondo della “Frontiera” e delle sue inesplorate regioni si riassume proprio in questi dinamici characters. Gianluigi Bonelli e gli autori che ne hanno raccolto l’eredità, hanno dato un ampio spazio alle sottoculture, ai riti e alle credenze popolari, quelle precolombiane per citare un esempio, ma anche quelle dell’antico Egitto… fino all’irrazionale e pittoresco mondo del voodoo, con i suoi affascinanti rituali e morti che ritornano alla vita. Il centenario Kabagi, Nelle paludi della Louisiana [ # 331 / 33 ], riesce addirittura a trasformarsi in un alligatore e, Nizzi ci avverte, conosce anche i misteri della reincarnazione. Sono dei mondi pagani ricchi di sfumature che appartengono tutti all’Altrove dell’immaginazione, da cui gli autori hanno attinto a piene mani.

    Talvolta gli stessi indiani, nella figura dei - medicine man - ci appaiono personaggi misteriosi e quasi metafisici, appartenenti ad una dimensione scomparsa. Nella storia Il figlio di Mefisto [ # 125 / 28 ] i quattro pards ricevono dallo stregone navajo quattro amuleti, capaci di proteggerli dai malefici di Yama. Lo stesso Nuvola Rossa, nella storia precedente, Sulle piste del nord [ # 121 / 24 ], attraverso un rito magico abbastanza complesso, riesce a leggere nel futuro, prevedendo la crocifissione di Kit Willer che puntualmente si verificherà alla fine della storia. I quattro pards, poco propensi di solito a lasciarsi abbindolare da certe credenze, malgrado le fantastiche avventure vissute a contatto con dinosauri o mostri marini, sembrano portati a nutrire una fiducia incrollabile verso le premonizioni di questi vecchi sciamani, le cui visioni , è il caso di dirlo, raramente si dimostrano erronee.

    Lo stesso privilegio sembra possedere anche El Morisco, il brujo, come viene chiamato dai peones di Pilares presso i quali è a dir poco impopolare, la cui conoscenza poggia le basi su una cultura antichissima, quella egiziana, che si è persa nel tempo. Occorre puntualizzare che su questo personaggio si concentrano la maggior parte delle storie magiche e fantastiche della serie, spesso affidate alla mano felice del disegnatore Guglielmo Letteri, un connubio di forze creative che ha dato vita ad alcuni degli episodi più felici della serie.

    In ultima analisi il fumetto Tex, si pone essenzialmente come un mondo senza compromessi e conformismi vari, dove le maniere forti sono quelle buone per risolvere ogni problema, un mondo popolato da un stuolo di cattivi cinici, sadici e sprezzanti, catapultati spesso all’inferno, ma lascia anche intendere nei suoi personaggi un’apertura diffidente verso tutto quello che non è rappresentato dalle sterminate e claustrofobiche praterie, le aspre montagne e gli assolati deserti del Texas, dove le giornaliere sollecitazioni alla lotta per la vita lasciano poco spazio ai sentimenti religiosi di cristiana pietà. Insomma i nostri quattro tizzoni d’inferno non dubitano affatto dell’esistenza dell’aldilà, che volentieri si confonde con una montagna di carbone da spalare nelle fornaci di messer satanasso, ma non hanno proprio il tempo per lasciarsi andare a malinconiche meditazioni metafisiche.
     
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28 replies since 4/9/2006, 16:19   945 views
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