[ 125 / 28 ] IL FIGLIO DI MEFISTO

Magia nera

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  1. ymalpas
     
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    Soggetto e sceneggiatura : Gianluigi Bonelli
    Disegni: Aurelio Galeppini
    Periodicità mensile: Marzo 1971 – Giugno 1971
    Inizia nel numero 125 e finisce nel numero 128 a pag. 35



    Ricordate ?

    Mefisto, il Baron Samedi, la bella Loa, Otami, il gigantesco Dambo e i negri del temibile voodoo, asserragliati in un castello gotico immerso nelle paludi della Florida… la loro strenua ed inutile difesa contro il fuoco e i cannoni delle forze militari di Fort Myers, i seminoles di Yampas, Tex e i suoi pards.

    Le prime sedici pagine del numero 125 riprendono e riassumono fedelmente l'epilogo della precedente storia di Mefisto, salvo trascurabili modifiche e gli interventi dello scheletro narrante ( si veda Terrore sulla savana # 93 e seguenti ).

    Mentre Jean de Lafayette e Mefisto tentano una disperata fuga attraverso l’unica via di scampo, ovvero il passaggio che conduce alla palude, la gigantesca volta del sotterraneo, il covo magico e satanico del più diabolico e temibile avversario di Tex, si spezza e crolla sbriciolandosi in mille pezzi.

    Qualche minuto dopo l’aria si schiarisce lasciando vedere uno spettacolo desolante… ma solo tempo dopo un lieve gemito rompe l’allucinante atmosfera da tomba che regna sovrana fra le rovine del tempio sotterraneo. È il lamento sordo di Mefisto, subito accompagnato da un grido di dolore mentre egli tenta di trarsi da sotto le macerie… vivo… sono vivo! Sono vivo e potrò avere la mia vendetta!...

    Con fatica e a prezzo di dolorose fitte alla schiena il satanico personaggio si trascina verso il passaggio segreto, imprecando ad ogni passo fino all’ingresso, finalmente, ma allorché preme sulla molla che aziona il congegno d’apertura, non ode alcuno scatto e l’idolo resta immobile, dannazione! non si muove!

    Sono perduto… sepolto vivo in questo dannato buco… sepolto vivo con i miei sogni di potenza e la mia sete di vendetta! Ah, maledetto Willer! Maledetta ombra nera che hai sempre attraversato la mia strada! Io, il grande Mefisto, sono condannato a morire in questo sepolcro…

    Ma ad un tratto egli si ricorda della sfera dei quattro poteri, che non potrà donare la salvezza al suo corpo ma potrà appagare la sete di vendetta del suo spirito. Colui-che-cammina-nella-notte potrà ancora una volta oltrepassare le barriere della materia e muoversi liberamente nello spazio… e se su questa maledetta terra il sangue del suo sangue è ancora vivo, potrà fargli giungere la sua voce!

    Gemendo e imprecando, e a tratti, facendo echeggiare la caverna con le sue sinistre risate, Mefisto si avvicina al macabro specchio incastrato in una delle pareti dell’ormai semidistrutto tempio. Ghignando soddisfatto e quasi dimentico del dolore che lo tormenta, l’uomo accende un braciere, vi getta una manciata di neri granelli, quindi lancia la sua ultima invocazione…

    Il sangue del suo sangue vive, così come vive colei che gli ha dato la vita. Lui sta camminando con passi incerti sulla stessa strada del padre, pur senza conoscere i grandi segreti e senza possedere le sette chiavi che aprono i libri neri, esibendosi in giuochi di prestigio oltre che nel lancio di coltelli … lei invece, gran cielo! che orribile megera! continua a seguire, come una volta, il piccolo sentiero della conoscenza, girando di villaggio in villaggio con il suo carrozzone.

    In un piccolo paese del Texas, presso le rive del Pecos, mentre Blacky si esercita nel lancio dei coltelli contro una sagoma, una mano villosa, come per incanto, appare nello spazio e afferra al volo l’arma e quindi la scaraventa all’interno del grosso carro, trafiggendo una delle carte, un asso di picche, sotto lo sguardo atterrito ed esterrefatto della vecchia chiromante che poco prima, seduta al tavolino, si dilettava a leggerle.

    Poco dopo, messe via le carte, Myriam avvicina a se la sfera di cristallo che nel carrozzone immerso nell’oscurità, diventa subito fosforescente, lasciando quindi apparire strane figure che si muovono lentamente al suo interno, che cedono infine spazio al volto di Mefisto.

    - Lascia stare mio figlio, maledetto tizzone d’inferno! Ricordo le orribili ore passate ad assisterti nei tuoi diabolici esperimenti e non voglio che anche Blacky…
    - Taci! Taci e bada bene di non frapporre la tua miserabile ombra fra me e colui che dovrà raccogliere il mio potere e la rossa fiaccola della mia vendetta!


    Liberatosi facilmente della sua vecchia fiamma che spaventata a morte lo importunava, Mefisto può quindi parlare senza impedimenti a suo figlio:

    - Nel momento del mio più grande trionfo, quando già le mani stavano per stringersi intorno a uno scettro scintillante, un uomo malefico ha infranto il mio ultimo sogno… Invece di trionfi ho avuto disperazione e rovine… invece di gloria sto per avere la morte…
    - Ha dunque un potere più grande del tuo, costui ?
    - No! Ma è un uomo che ignora assolutamente cosa sia la paura e che non teme nulla e nessuno!
    - Il suo nome ?
    - Tex Willer!


    Blacky dovrà affrontare esperienze che lo porteranno sulla soglia della pazzia, ma superate queste prove, avrà nel suo pugno il potere, quello di sfrecciare attraverso il tempo e lo spazio, quello di ottenere l’aiuto di tutti i figli dell’ombra, quello infine sui quattro elementi.

    Tu dovrai [...] camminare su nuove fiammeggianti strade. Le tue mani dovranno impugnare la spada d'argento del potere... I tuoi occhi saranno in grado di vedere anche nei mondi oscuri dove vivono le ombre... e le tue orecchie dovranno poter sentire anche le voci che salgono dai profondi abissi o scendono dai neri cieli dell'infinito.

    Accecato dalla prospettiva di un futuro prospero all’insegna del potere e della ricchezza, il giovane accetta la difficile eredità paterna. A lungo il sinistro vecchio parla a colui che dovrà raccogliere la fiaccola della vendetta e così non si accorge che frattanto, attraverso gli squarci e le crepe prodotti nella caverna dalla tremenda esplosione, stanno arrivando centinaia e centinaia di grossi e famelici topi… i topi! Sono assalito dai topi! Ahhhhhh… maledette bestiacce! Via!... via!...

    I figli dell’ombra non possono nulla per aiutarlo, così un inorridito Blacky contempla la lenta agonia del padre: figlio!... non dimenticare la mia vendetta! Sii degno del grande Mefisto!... e vendicami!...

    La morte di Mefisto divorato dai topi nei sotterranei del castello costituisce uno dei momenti più drammatici della saga di Tex. Come giustamente fa notare F. Manetti nella sua recensione su Ubc, Mefisto, entrato nell'universo texiano come un semplice illusionista o come spia tutto sommato abbastanza mediocre, diventa al termine di un percorso durato 22 anni, dal 1949 al 1971, un personaggio indiscutibilmente tragico.

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    Gli abissi ti aspettano, fratello! E il tuo nome è già sulla bocca di colui che regna sui mondi oscuri!

    Blacky, inorridito dalla spettacolo della fine paterna, si copre il volto con le mani, quindi per non sentire più le sue urla di dolore, colpisce con violenza la sfera che va a frantumarsi sul pavimento. Basta con le stupide esibizioni, basta con il continuo vagabondaggio da uno scalcinato villaggio all’altro solo per scucire qualche dollaro dalle tasche di un branco di gonzi, il tempo di mettere la sua roba in una sacca e il figlio di Mefisto è pronto a cominciare una nuova vita: la Florida e la bella Loa, l’unica sopravvissuta della satanica setta del voodoo, lo attendono.

    La bellissima Loa, mambo e figlia del serpente, ha un destino molto simile a quello del futuro Yama. Mentre cercava di fuggire dal castello con tutti i diamanti, seguita dal vecchio Otami, trafitto da una freccia in uno scontro con i seminoles quando ormai la salvezza sembrava ormai raggiunta, è stata fatta prigioniera da Yampas, ma ha giurato sul sacro Govi di vendicare la morte del padre.

    Circa sei mesi dopo a Bonita Springs, in Florida, un piccolo villaggio a una ventina di miglia a sud di Fort Myers, Blacky organizza felicemente la fuga della bellissima meticcia, diventata ormai, da schiava qual’era, una delle mogli del grande capo seminole. La notte del giorno successivo, i due sinistri personaggi riescono ad allontanarsi dall’accampamento indiano quasi indisturbati. Loa guida per quasi due ore la canoa nel dedalo di canali della savana, finché giunti nei pressi di un canneto, i due fuggitivi si addentrano nella fitta vegetazione e proseguono quindi lungo uno stretto fossato che costeggia la vegetazione. Giunti all’imboccatura di una caverna, l’ingresso del passaggio segreto che dà accesso ai sotterranei, rimuovono con fatica il pesante idolo che aveva impedito la fuga di Mefisto, condannandolo ad un’orrenda morte e avanzano nell’oscurità, intralciati nel loro cammino da un’inquietante scheletro, fino alla grande sfera, che Blacky fissa perplesso, finché non vede apparire, accompagnate dal sinistro e lontanissimo eco di una campanellina, le seguenti parole fiammeggianti: leggi subito i libri segreti!

    Nel frattempo Yampas scoperta la fuga della donna e deciso più che mai a ucciderla, consulta il suo uomo della medicina, Ho-Yan, che lo mette in guardia: quando il capo seminole la rivedrà, i suoi piedi cominceranno a muoversi lungo il sentiero delle ombre… Yampas, noncurante della premonizione si addentra con le canoe nella palude, popolata da pericolosi e famelici alligatori, ma invano i suoi occhi frugano le sinistre rive, dove biancheggiano le ossa degli scheletri degli uomini di Dambo, in cerca dei due inseguiti, ma quasi per il volere di una satanica potenza, nel punto in cui Loa e il figlio di Mefisto hanno toccato terra, si sono radunati decine e decine di serpenti di ogni genere e ne Yampas ne gli altri che lo accompagnano, possono sospettare che i due fuggitivi siano sbarcati proprio lì…

    I giorni passano… giorni durante i quali Blacky si dedica a studi ed esperimenti, iniziando la stessa Loa alle sinistre arti paterne. Il giovane figlio di Mefisto si trasforma a poco a poco nel sinistro e lugubre Yama, un profondo cambiamento di identità che prescinde comunque dal nome con cui è ormai riconosciuto da tutti coloro che vivono nei cieli neri e negli abissi senza fine, il nome che è quello del dio indù della morte, che simboleggia solo una sorta di battesimo demoniaco, iniziazione che coincide fatalmente anche con la notte della rivalsa della sua compagna, la sacerdotessa dei riti voodoo, che ha promesso di vendicare la morte del vecchio Otami.

    Quando la luna è alta nel cielo, quando il momento è cioè più propizio ai sortilegi, Yama infatti la ipnotizza, quindi traccia un segno nell’aria e si avvicina al grande specchio incastrato nella roccia, dove dopo una breve invocazione al nero principe dalle mille facce e dalle mille forme, ottiene che si impossessi del corpo di Loa, lasciando libero lo spirito della donna di vagare nei cieli neri e quindi di apparire nella capanna di Yampas. Il fantasma cerca inutilmente di strangolare il capo seminole ma Ho-Yan, svegliato dall’urlo dell’uomo, si precipita e scaglia il suo bastone della magia contro la malefica apparizione che subito si dissolve nell’aria in una vampata di fuoco…

    Circa tre settimane dopo, siamo a pagina 96 del numero 125, in un villaggio della riserva navajo una staffetta proveniente da Fort Wingate consegna a Tex un dispaccio urgente proveniente dalla Florida, che lo informa dell’evolversi della situazione nel campo seminole. Yama e Loa, attraverso la sfera magica dei quattro poteri, osservano divertiti la scena. Il figlio di Mefisto si svaga nel far apparire una mano che accende con un fiammifero il sigaro del soldato, quindi scatena una folata di vento infernale… qui c’è la mano di Mefisto! mormora Carson cercando di coprirsi dal polverone di sabbia, che l’inferno lo inghiotta! ribatte Tex. Un istante dopo con la stessa fulmineità con cui si erano scatenate, le raffiche di vento cessano… e gli occhi del ranger e dei suoi pards possono vedere tracciato sulla cenere del fuoco spento il nome enigmatico del loro nuovo rivale: Yama!
    Circa tre ore dopo, il gruppo giunge al villaggio centrale e mentre Kit e Tiger si occupano dei preparativi per il viaggio, Tex e Carson si recano dallo stregone per sentire il suo parere. Nuvola rossa consegna loro i quattro amuleti, ovvero quattro bracciali che dovranno portare al polso sinistro. L’argento viene dalle miniere sacre dell’Arcobaleno e i segni magici incisi nelle turchesi li proteggeranno dagli spiriti malvagi, rendendo meno pericolosa la loro pista.

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    Contemporaneamente nel rifugio sotterraneo in Florida, Yama e Loa studiano il modo di liberarsi di Yampas. Al potere di mambo della donna, il bieco individuo aggiungerà quello datogli dal possesso delle sette chiavi nere e nel loro nome farà uscire dall’ombra lo spirito di Simbi, il dio delle sorgenti e delle acque. Due giorni dopo, a poche miglia dal villaggio seminole, due indiani hanno la visione della schiava negra che percorre le palude su una canoa. Ben lontani dall’immaginare che la loro scoperta è stata voluta dalla stessa Loa per attirare il loro capo nella piccola Isola degli Aironi, la seguono da lontano e al cader della sera fanno ritorno al villaggio, dove avvertono Yampas. Quella notte stessa, Loa coglie la sua vendetta: Yama proietta la sua immagine a distanza nella palude, mentre il capo seminole e i suoi guerrieri che la stavano aspettando impazientemente, fanno scivolare nell’acqua le loro canoe… Nello stesso istante lo spirito di Simbi accoglie la donna nel suo regno, Loa si trova immersa nell’acqua sotto la canoa di Yampas che invece continua a vedere l’immagine proiettata da Yama, ovvero una figura femminile, ora sull’isola, seduta presso il fuoco, che in quel momento voltandosi, rischiarata dal chiarore della luna, rivela di colpo una faccia orrenda… Prima che Yampas e gli altri possano riaversi dalla sorpresa, due orribili mani escono dall’acqua afferrando il bordo della canoa e rovesciandola… Loa trascina sul fondo il corpo del seminole che cerca inutilmente di liberarsi della mortale presa delle mani della donna, che gli stringono impietosamente il collo, mandandolo nel regno delle ombre. Gli alligatori intanto mettono in fuga gli indiani superstiti e lo stregone Ho-Yan.

    La morte di Yampas non è stata che una goccia che ha lasciato le labbra aride come prima, senza spegnere l’ardente sete di vendetta di Yama e Loa, che si apprestano a lasciare l’antico tempio, destinato a diventare una terribile tomba per Tex e i suoi pards, che dovranno morire della stessa spaventosa morte toccata a Mefisto. Mezz’ora dopo con una barca i due raggiungono infatti la costa, dove a poca distanza li attende un battello.

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    Qualche settimana dopo, su uno dei natanti che fanno servizio tra la Louisiana e la Florida, Tex e Carson scorgono affiorante dalle acque una gigantesca mano che regge una croce con in cima un teschio, intorno alla quale si stringe ben presto un serpente, il simbolo del Baron Samedi. Il teschio si trasforma repentinamente nella faccia di Mefisto e quindi con una sardonica risata scompare volando via nell’oscurità… Un’illusione suscitata da uno dei tanti trucchi di Yama, che vuole mettere alla prova il ranger e i suoi pards: mio padre aveva ragione, quel Willer non conosce la paura! Il diabolico Blacky comunque non si rassegna e vuole mostrare tutta la forza del suo potere, in una notte che si preannuncia orrenda per i nostri eroi: poco più tardi infatti nell’oblò della loro cabina fa capolino la testa di un’orrenda scimmia, un animale che stranamente assume nella simbologia di Gianluigi Bonelli una forte connotazione negativa, di cui finisce per risentire anche il suo personaggio, che difatti scarica la sua colt contro la malefica apparizione che si trasforma quindi in un mostruoso braccio che finisce per introdursi nella cameretta. Fulmineamente le dita della mano diventano cinque orribili rettili le cui teste si agitano minacciose verso i quattro pards…

    - Ora ti afferrerò alla gola Willer, e… Dannazione non posso toccarlo!
    - Che ti succede ?
    - Non lo so! ... dovrei poterlo toccare e afferrare al collo… ma sento una forza misteriosa che respinge la mia mano!


    Nello stesso istante, anche Tex si rende conto dello strano comportamento delle apparizioni e subito ne intuisce il motivo: è il suo braccio teso in avanti, quello con l’amuleto, che impedisce a Yama di poterlo colpire.

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    Yama, deciso più che mai a scoprire se il suo avversario dispone o meno di protezioni contro la gente dei mondi oscuri, decide una difficile e pericolosa discesa agli inferi, fra il popolo di pietra. Là non vi è domanda che non possa trovare risposta. Il torvo individuo prende da un baule un drappo nero al cui centro sono ricamate quattro “ y “ in argento disposte a stella e quindi una coppa di cristallo che riempie di un liquido oleoso, sulla quale poggia un triangolo su cui sono fissati tre stoppini. Dopo che Yama li avrà accesi, Loa dovrà stare bene attenta alle tre fiammelle, non bruceranno tutte insieme, ma si consumeranno una dopo l’altra e tu dovrai spegnerle con le dita della sinistra prima che si spengano da sole! La sua vita è nelle mani della mambo. Senza dire altro, Yama accende i lumini, quindi si inginocchia nel pavimento.

    - Ora coprimi con il drappo nero e dopo che lo avrai fatto, spegni le candele di centro dei candelieri, resteranno così accese sette fiamme! … tre per scendere fra gli spiriti di pietra e quattro per vedere la strada del ritorno.

    Per quanto molto addentro nei sinistri riti della magia nera, Loa non riesce a vincere un sottile senso di angoscia mentre spegne la seconda candela e per poco non lancia un urlo allorché vede il drappo nero afflosciarsi completamente… come se il corpo di Yama fosse scomparso attraverso il pavimento. Nell’attimo stesso, il figlio di Mefisto varca i confini dei regni di pietra, chiedendo il diritto di passare nel nome delle tre fiammelle, che la sua compagna, con un freddo sudore che gli inonda la fronte, osserva con frenesia. Yama dovrà affrettarsi. La prima fiamma sta morendo e solo quando si è spenta egli può prendere posto fra i sette saggi di pietra, sette colossi dalla forma colonnare il cui diametro si ingrandisce col tempo che passa, stringendosi minacciosamente intorno al nuovo venuto. Cercando di dominare l’agghiacciante senso di orrore da cui si sente pervaso, Yama espone il suo problema rivolgendosi alla misteriosa lastra nera che si trova posta al centro. Loa nel frattempo spegne la seconda fiammella che stava per andarsene, mentre sulla superficie della nera e lucente lastra, appaiono una dopo l’altra le parole della risposta:

    I TUOI NEMICI PORTANO
    AI POLSI DEI BRACCIALI
    D’ARGENTO CON PIETRE
    SU CUI SONO INCISE…


    La terza fiamma intanto si spegne fra le dita di Loa e gli infernali esseri di pietra stanno ormai per schiacciare Yama, che senza più curarsi di guardare la misteriosa gigantesca lastra di pietra nera, pronuncia una formula segreta e avvolgendosi contemporaneamente il suo corpo nel drappo nero, riesce a svanire un attimo prima che i sette sinistri pilastri lo chiudano in una tragica morsa. Quello che Loa si ritrova di fronte è un uomo che ha carpito il segreto ai suoi avversari, ma la sua faccia è livida, una maschera terrificante! Versandosi un bicchiere Yama giura a se stesso che non ritenterà mai più la discesa in quell’agghiacciante abisso: per approfondire la sua conoscenza ha fatto molti viaggi, qualcuno dei quali era anche molto pericoloso, ma questo è stato per lui il peggiore di tutti.
    Argento e turchesi, due elementi di efficace protezione contro ogni incantesimo. Occorre recuperare gli amuleti, a Tampa ci sono ancora dei fedeli del voodoo, non c’è negro in tutta la Florida che possa aver dimenticato la figlia del serpente, Yama e Loa decidono dunque di ricorrere al loro aiuto. Meno di un quarto d’ora dopo il battello spiega le vele al vento in direzione della baia della popolosa cittadina. Il fedele Thomas si incarica di trasmettere il messaggio ai vecchi adepti della mambo.

    Tre giorni dopo. Nello storico covo del Black Baron si trama contro Tex e i suoi pards, che nel frattempo sono giunti a Tampa. Liberatisi agevolmente di un negro che li pedinava, i quattro tizzoni d’inferno si procurano quattro buoni cavalli e si lasciano alle spalle la periferia dell’abitato, sempre sorvegliati dai seguaci del voodoo, che nella radura poco distante, fanno rullare ritmicamente i loro sinistri tamburi, che di villaggio in villaggio trasmettono il messaggio che avverte altri due accoliti dell’agguerrita setta, due sguatteri che lavorano a Fort Meade, che dovranno preparare una degna accoglienza alla nostra allegra combriccola di tizzoni d’inferno…

    Dum – dum – dumm… che i figli del serpente stiano in guardia… quattro nemici della grande mambo Loa sono entrati a Fort Meade… tre cani bianchi e un cane rosso.. sorvegliateli e aspettate altri ordini… dumm – dum – dum…

    Ma al forte Joss è rimasto solo, il suo amico Aron ha le febbri ed è ormai moribondo, il “Doc” ha pronunciato il suo verdetto e sarà tanto se arriva alla sera! Il negro deve ad ogni costo avvertire i suoi fratelli di Tampa della situazione. Esce dunque dal forte e si addentra nella foresta paludosa che lo circonda, quindi si arrampica svelto su un grosso e vecchio albero fra i cui rami si trova un tam-tam… Loa vuole mettere in pratica il rito dei “boko”, che consiste nel ridare vita a un morto, che prende il nome di zombie. Tre quarti d’ora dopo Joss, orecchie tese, ascolta il messaggio che gli reca le istruzioni della mambo e alla fine, scosso da un brivido di paura, scopre di essere il prescelto per mettere al collo del trapassato il “segno del signore dei cimiteri”, che lo riporterà in vita durante la cerimonia della magia nera, che avverrà quella notte stessa.

    Intanto a Fort Meade, Tex apprende dal comandante della morte di Yampas e decide che l’indomani, all’alba, partirà alla volta di Fort Myers per avere maggiori notizie sulla tragica fine dell’amico.

    Durante la notte, lo sguattero penetra nella sala dove riposa la salma dell’amico Aron. Chiusa la porta alle sue spalle, si avvicina al suo capezzale e dopo aver inciso uno strano segno a forma di croce su una candela, la accende e la pone davanti alla bocca del compagno, constatando con un sospiro di sollievo che la fiamma non si muove. Passa quindi alla fase successiva e preso il “segno del principe dei morti”, incide con la punta di un pugnale dei forellini a forma di “b” e “s”sulle due foglie laterali della piccola croce, adagia dunque il potente amuleto sul petto del morto e lo lega al suo collo per mezzo di una funicella. Sul battello Loa e Yama seguono la scena attraverso la sfera dei quattro poteri. La mambo invoca il “signore dei cimiteri”, quindi prepara il “wanga”…Dopo aver spiegato sul pavimento un tappeto nero, vi depone cioè un bambolotto fatto di cera e presi sette spilli da inizio al macabro rito.

    O potente Baron Samedi, principe dei morti e signore dei cimiteri, ascolta la voce della signora dei serpenti ( si china sulla bambolina ) e tu che stai per varcare le porte nere, lascia che la mia mente prenda il posto della tua… ( mano a mano che la sua invocazione va avanti, pianta gli spilli nelle orecchie, negli occhi, nelle mani e nel petto del bambolotto ) chiudo le tue orecchie, perché d’ora in poi udrai con le mie… chiudo i tuoi occhi perché d’ora in poi vedrai con i miei… fermo le tue mani perché d’ora in poi userai le mie… e prendo il tuo cuore perché da questo momento esso vivrà solo con il battito del mio. In quanto alla fiamma che dovrà darti la vita e farti muovere ai miei comandi… ( soffia sulla candela deposta accanto al bambolotto estinguendola ) io te la mando nel nome del principe dei morti!

    Nello stesso istante, nella penombra dell’infermeria del forte, gli occhi del morto si aprono lentamente, mentre il suo corpo viene scosso da un lungo brivido. Con movimenti lenti, allucinanti, lo “zombie” si alza e ascolta attraverso lo spazio gli ordini di Loa. Impossessatosi di una rivoltella, esce dall’infermeria e si dirige verso gli alloggiamenti degli ufficiali, sotto lo sguardo impaurito di Joss che ne segue con una crescente curiosità tutti i movimenti.

    Nella camera numero tre intanto Tex non riesce a dormire per il forte russare del vecchio cammello. Quando sta per mettere mano ad uno stivale, i suoi occhi si posano casualmente sulla porta illuminata dal chiarore della luna e notano l’abbassarsi della maniglia. Poco dopo il volto pallido, livido ed esangue dello zombie fa capolino attraverso la porta, ma la mano del ranger è più veloce e nella sparatoria che ne sussegue, un proiettile spezza casualmente il “wanga” che il morto risuscitato portava al collo, spegnendone cioè la fiamma nera che lo animava… Nessuno era mai riuscito a distruggere uno zombie, commenta perplessa Loa, stizzita davanti all’ennesimo fallimento!

    Il giorno dopo, nelle prime ore del mattino, Tex e i suoi pards lasciano il forte e si inoltrano sulla pista del Peace Creek, un nome che annuncia tempesta, raggiungendo dopo due giorni di marcia Fort Myers. Il comandante mette a loro disposizione un esploratore per condurli nel campo seminole, i rapporti che giungono periodicamente dalle tribù indiane non sono infatti per niente incoraggianti.

    I seguaci del voodoo, dopo un breve conciliabolo nella taverna del Black Baron si mettono sulle loro tracce, Tex infatti ha già lasciato il forte. Gli ordini sono di catturare vivi i tre pards bianchi e di sopprimere Tiger e lo scout indiano. Accortisi di essere inseguiti, Kit e Tiger, che si trovavano in coda al gruppo, si scambiano una rapida occhiata… Kit si issa al primo ramo basso che incontra con un balzo acrobatico, subito imitato da Tiger una ventina di metri più in là, senza che i loro compagni si accorgano della loro scomparsa. Nel momento in cui i primi negri del voodoo si fanno vedere, la guida segnala a Tex e Carson la scomparsa dei due pards.. I due tizzoni d’inferno si mettono subito sulle loro tracce, rovinando così ai due la sorpresa. Ne nasce una breve sparatoria con i negri del voodoo, che battono in ritirata…

    Tex decide di raggiungere il campo seminole attraverso la via più breve, ma bisogna attraversare la grande palude, una gran brutta pista, ricca di sabbie mobili. Circa un’ora dopo il gruppo raggiunge la palude ma proprio quando incomincia ad addentrarsi nelle acque stagnanti, il sibilo di una pallottola fa volare il cappello dello scout: quelli del voodoo li hanno preceduti tendendo loro un agguato, subito aiutati dai numerosi alligatori che popolano l’acquitrino. Fortunatamente gli affamati bestioni finiscono per contendersi ferocemente solo i corpi di tre cavalli uccisi e affioranti sull’acqua, permettendo ai nostri satanassi di sottrarsi al peggio… Intanto la sparatoria continua, anche se per poco, i negri si mettono al riparo in attesa di un’altra occasione più propizia, visto soprattutto l’alto numero di caduti, sotto un fuoco che si dimostra come al solito implacabile e inesorabile. L’esploratore indiano prosegue da solo verso l’accampamento dei seminoles, mentre Tex e i suoi pards, devono ancora una volta subire l’assalto del nemico irriducibile, prima del promesso arrivo dei soccorsi.

    Frattanto mentre calano rapide le ombre della sera, a un miglio dalla costa di Bonita Springs, le ombre sinistre di Yama e Loa osservano taciturne la costa. Il messaggero che doveva avvertirli dell’ennesimo fallimento della setta è scomparso tra le sabbie mobili…la notte non è propizia per gli incantesimi dice pensieroso il figlio di Mefisto. C’è come una grossa mano che copre quasi interamente la luna e Yama ha avuto un altro segno premonitore di sventura: mentre leggeva uno dei libri lasciati dal padre ha sentito distintamente i sette rintocchi di una campana, un indice per lui altamente negativo.

    Nello stesso momento, lo scout del forte, ferito in uno scontro a fuoco con i negri che non gli danno tregua, giunge alla sospirata meta, disperatamente aggrappato al cavallo in corsa, dove dà l’allarme. Subito dopo una quindicina di seminoles lasciano il villaggio e raggiunti Tex e i suoi pards, danno quindi la caccia agli ultimi settari del voodoo, costretti a una precipitosa ritirata… senza via di scampo!

    Nella capanna di Ho-Yan, lo stregone racconta ai quattro pards quanto è avvenuto dal momento della fuga di Loa e degli strani sortilegi di cui sono state vittime le poche persone che abbiano osato avvicinarsi alle rovine del vecchio castello del Baron Samedi. Osservato con curiosità, Ho-Yan versa nel braciere posto ai suoi piedi un pizzico della polvere che aveva estratto dal sacchetto di cuoio appeso al collo, quindi resta immobile con gli occhi fissi sulle spirali di fumo nerastro che salgono dal centro del recipiente, poi scuotendo il capo come se stesse risvegliandosi da un brutto sogno, alza gli occhi su Tex:

    - Gli spiriti della notte hanno potuto soltanto sussurrarmi confuse parole di morte e vaghi avvertimenti sui pericoli che vi aspettano, poi, mentre ogni voce stava svanendo, ne ho sentito una che mi bisbigliava un consiglio… che gli amici di Ho-yan si ricordino dell’acqua quando la morte si appresterà a ghermirli!

    Nella sua cabina il lugubre e funereo Yama si agita nel sonno popolato da incubi e balbetta parole senza senso, fino a quando risvegliandosi con un urlo, richiama l’ attenzione della bella meticcia. Le ombre della notte gli hanno mandato un sogno rivelatore annunciandogli l’ennesima sconfitta.

    - Un brutto sogno, Loa! …Udivo suonare molti tamburi… e mi sentivo trasportare attraverso la foresta dove qua e là giacevano dei corpi di negri… poi vedevo un negro che correva nella palude e finiva per sparire urlando nelle sabbie mobili…

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    Yama e Loa si scambiano una rapida occhiata, l’unica carta che resta da giocare è il loro adepto Thomas, che sarà sacrificato come esca per attirare Tex e i suoi pards all’interno del castello diroccato, nei sotterranei, dove scatterà infallibilmente la trappola destinata a seppellire vivi i nostri tizzoni d’inferno che dovranno patire la stessa agonia sofferta dal grande Mefisto.

    Il giorno dopo i quattro tizzoni d’inferno lasciano il villaggio nelle prime ore del mattino e si addentrano nella foresta lungo la pista che porta alle rovine del castello. Thomas, che nel frattempo li ha preceduti lungo la via, spezza un ramoscello per attirare la loro attenzione. Il negro si dà quindi alla fuga, subito inseguito da Tex, Carson, Kit e Tiger, attirandoli nella trappola mortale. Tutte le porte che conducono ai sotterranei sono aperte, solo l’ultima è chiusa e Thomas dovrà spingerla con forza ed entrare nel tempio… da quel momento, gli ricorda Yama, non dovrai più preoccuparti di niente! Con un ultimo disperato sforzo, Thomas attraversa lo spiazzo al cui centro, semisepolte dalla vegetazione, si stagliano le rovine del sinistro castello e in breve, balzando agilmente oltre i massi sparsi davanti all’ingresso, si infila nei corridoio che dà accesso ai sotterranei. Armi in pugno e pronti a far fronte a tutto anche i quattro pards irrompono fra le sinistre rovine. Confortato dal pensiero che da quel momento è ormai fuori pericolo, Thomas si dirige verso il fondo del vecchio tempio, non immaginando neppure lontanamente che aprendo l’ultima porta, ha fatto scattare un congegno, collocato a suo tempo dal diabolico Yama, che farà esplodere la dinamite sistemata nel piano superiore! Nel frattempo Tex e i suoi pards hanno raggiunto il tempio quando un forte scoppio genera una caduta di massi che ne ostruisce l’ingresso…

    Sono caduti in trappola. La stessa trappola in cui Mefisto ha chiuso la sua vita terrena dopo una lunga, terribile agonia…

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    Tex e i suoi pards sono per la prima volta di fronte al loro lugubre avversario. Carson lo maledice.

    Insultami pure, vecchio pazzo! Non saranno certo le tue parole che mi toglieranno il piacere di una raffinata vendetta. Sarà al contrario una vera delizia udire le vostre imprecazioni e maledizioni… imprecazioni e maledizioni che col passare dei giorni si muteranno in lamenti e disperate preghiere… e io sentirò tutto e riderò di voi e delle vostre angosce! Ogni vostro gemito sarà per me una dolcissima armonia… ogni rantolo mi riempirà di immensa gioia… e allorché la vostra lunghissima agonia sarà finita, io mi farò le ultime risate guardando i vostri corpi senza vita!

    Al lungo monologo segue una risata satanica ma Carson infrange con uno sparo il vetro dello specchio. Lo spettacolo è finito. I quattro pards e Thomas, che nel frattempo si è unito a loro, esplorano accuratamente l’intera grotta. Giunti in prossimità dell’idolo, Tiger si ferma e abbassa contemporaneamente la torcia verso terra: una corrente d’aria filtra sotto l’imponente feticcio di legno. Senza aggiungere una parola, i quattro pards e Thomas cercano di smuoverlo ma ogni sforzo risulta vano…

    Yama non conosce bene il suo avversario, che è pura dinamite… raccolta tutta la polvere da sparo delle loro cartucce, prepara un ordigno esplosivo che deposita ai piedi del totem… bwang… un varco si apre, un pertugio che li lascia liberi di abbandonare il tempio. Seguendo l’oscuro passaggio, in cinque minuti Tex e i suoi compagni sbucano in una cripta da cui si diparte una scala, ma allorché essi cercano di sollevare la botola che la ostruisce, si avvedono che resiste a ogni tentativo… I nostri eroi non si perdono d'animo e lavorando a turni i due per volta, tutti e cinque affondano i loro coltelli lungo le assi del tombino e ben presto dalle spaccature praticate lungo le fessure cominciano a scaturire getti sempre più forti di acqua… è proprio la pressione di quest’ultima ad aiutare i nostri tizzoni ad abbattere l’ostacolo: sotto la spinta vigorosa delle braccia di Thomas la botola infine cede… In capo a pochi minuti, attraversata un’altra galleria, il gruppo esce finalmente all’aria aperta!

    Thomas ansioso di vendicarsi del brutto tiro dei suoi padroni, si propone di guidare i quattro tizzoni d’inferno fino alla spiaggia di Bonita Springs dove la nave di Yama è sempre ancorata. Compiendo soventi deviazioni per aggirare tratti pericolosi, sia per le sabbie mobili sia per la presenza di alligatori, il negro guida i suoi compagni attraverso l’acquitrino per circa cinque miglia e qualche ora dopo tutti quanti raggiungono il rifugio del figlio di Mefisto. I sei uomini dell’equipaggio sono tutti legati a Thomas dalla “fratellanza dei figli del serpente”, con il loro aiuto l’uomo spera di rendere impotenti Yama e la Signora dei serpenti.

    Tex, per una volta, cede l’iniziativa a Thomas che un attimo dopo si allontana nella crescente oscurità dirigendosi verso il punto dove il giorno prima aveva lasciato la scialuppa.

    Contemporaneamente a bordo del battello, mentre Yama dorme un sonno popolato da incubi, Loa rimescola nervosamente le sue carte. Per la quarta volta consecutiva l’ultima carta che le è restata in mano era un asso di picche, un segno di sventura… un segno di morte!

    Intanto salito a bordo, Thomas non ha perso tempo nel radunare intorno a se i suoi compagni e raccontar loro gli ultimi avvenimenti… Tex e i suoi pards osservano l’evolversi della situazione dalla non lontana costa.

    Nel buio sempre più crescente della sera un pipistrello, un altro cattivo segno, compiuti alcuni giri intorno alla nave, penetra nella cabina di Loa. La donna volge l’ultima carta che le è rimasta in mano, che si rivela essere ancora una volta un asso di picche. Conscia della grave minaccia che li sovrasta, la mambo decide di svegliare il suo sinistro alleato, ma quando apre la porta, prima ancora di reagire e lanciare un grido, viene immobilizzata da Thomas e da un paio di uomini dell’equipaggio… Senza una parola i negri infilano la bella meticcia in un grosso sacco e lo legano stretto. Quindi munitosi di un altro telo, Thomas fa cenno agli altri di seguirlo nella cabina di Yama, che nel sonno è preda di un incubo.

    No! No! Lasciatemi stare… Nooo! Non è vero! … sono sepolti nella grotta!

    Dopo un attimo di esitazione, Thomas e i suoi compagni si gettano sul figlio di Mefisto e lo immobilizzano, senza lasciargli il tempo di ricorrere ai suoi misteriosi poteri. Thomas agguanta quindi la sfera dei quattro poteri e la fa volare in mare attraverso l’oblò… a bordo del battello non dovrà restare più niente che ricordi le orribili stregonerie di Yama!

    La sinistra sfera piomba in acqua proprio mentre la luna fa la sua apparizione fra le nubi nerastre che si stanno formando all’orizzonte… un attimo dopo il vento si leva di colpo, con violenti raffiche che spazzano il mare… scatenando in poco tempo un’autentica bufera.

    - Il battello!... ha strappato gli ormeggi!
    - Potenze del cielo!...
    - Affonda!
    - No! ... Si è raddrizzato e corre verso il largo!


    Come se al timone ci fosse qualcuno dotato di poteri soprannaturali, il battello, le vele lacerate al vento, sfreccia nella baia verso il lontano orizzonte, scomparendo velocissimamente tra le tenebre, così racconta la storia che i marinai della costa occidentale della Florida sussurrano nelle fumose taverne dei porti…


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    Edited by ymalpas - 15/8/2006, 14:46
     
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    L'unico aggettivo adatto per questa storia è impressionante. L'epicità, la mole dei disegni, l'atipicità, l'inizio assolutamente 'furioso'. Coloro che l'hanno realizzata erano preda ad un furore creativo unico, compreso nei (pochi) momenti maggiormente di texiana 'routine' (sui generis), che si trovano in MAGIA NERA. E Galep è un gigante, tavole del genere ne trovi poche anche nel cosiddetto fumetto colto. Invotabile a priori, sarebbe uno sgarro.
     
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  3. due
     
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    Che dire, se non:

    M-I-T-I-C-A!


    :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy: :worthy:
     
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  4. ANTHONY STEFFEN
     
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    Forse e' la piu' bella storia riguardante l'eterna lotta tra Tex e le forze del male rappresentate da Mefisto e suo figlio Yama.
    Gia' l'inizio della storia con quelll'orrenda morte di Mefisto fa rabbrividire e non e' altro che l'antipasto di una sceneggiatura in stile horror e fantastico.
    Zombie,apparizioni infernali,giochi di mente,viaggio nei mondi oscuri,agguati ai nostri eroi,il tutto con un ritmo incalzante.
    Yama degno successore di Mefisto non fa rimpiangere quest'ultimo e il lettore alla fine della storia sa che una tempesta non riuscira' a sconfiggere il figlio di Mefisto e si sfrega le mani immaginando gia' un suo ritorno che verra' di li' a poco.
    G.L.Bonelli qui si supera in questi tre albi che rimarranno nella storia.
    Per quanto riguarda i disegni qui abbiamo un Galep nel suo massimo splendore artistico e in una forma smagliante,anche se il suo lavoro migliore secondo me rimane "Gli Sterminatori" nell'albo "Condor Pass".
    10 e lode!!!!!!
     
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    Per quanto riguarda i disegni qui abbiamo un Galep nel suo massimo splendore artistico e in una forma smagliante,anche se il suo lavoro migliore secondo me rimane "Gli Sterminatori" nell'albo "Condor Pass".
    10 e lode!!!!!!

    Concordo al 1000 per mille. 51 pagine di pura goduria texiana, con un Galep davvero mostruoso.
     
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  6. bressimar
     
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    non posso che accodarmi ai vostri elogi di questa storia..
    tra l'altro l'ho riletta recentemente e il piacere di queste pagine rimane sempre lo stesso.. (riletta per la quindicesima volta o giù di lì....)
     
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    Io sarò alla ventesima o su di lì :lol: .
     
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  8. bressimar
     
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    ma tu sei moooolto più vecchio di me... :lol:
     
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7 replies since 15/8/2006, 13:15   378 views
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