L'UOMO DAI CENTO VOLTI

Evoluzione grafica del personaggio Tex

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  1. due
     
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    Il Tex di riferimento, per i primi disegnatori, è stato ovviamente quello Galeppiniano. Quasi una copia perfetta per Uggeri, Jeva e Zamperoni, un riferimento più o meno lontano per Gamba e Muzzi (spesso corretti dallo stesso Galep), Nicolò (le donne gliele rifaceva Gamba), Letteri e Ticci. Quest'ultimi hanno dato un timbro personale al ranger solo grazie a Sergio Boneli, che decise di mandare sul campo dei veri e propri talenti del fumetto ad aiutare Galep, lasciandoli in totale libertà, a patto che fosse comunque Tex (seconda di copertina di un Tex, mi pare il secondo di Fusco). Ed ecco che così, innovandolo, il ranger prende forma. quello di Ticci, l'autore più copiato, è forse il più èpersonale, tanto che diventa il riferimento prima per Fusco e poi per Monti (un perfetto esempio della copia che diventa originale).
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    Entrano, poi, nella scuderia texiana pure Civitelli, Villa e Blasco. I primi due già conosciuti dai lettori della Bonelli (anche se di Civitelli ho qualcosa ancora precedente), richiesti a più riprese dagli stessi lettori (ho letto, una volta, che qualcuno leggendo i Mister No di Civitelli o i Martin Mistère di Villa si era detto "Ecco, questo andrà su Tex!") ed il terzo il primo grande straniero. Civitelli e Villa adattano i rispettivi stili perfettamente a Tex, entrambi sembrano aver studiato a fondo quello ticciano, mentre Blasco, con un disegno perfetto entra in sintonia in un modo strano, col rompitasche texano. È la prima vera e propria versione diversa (straniera?) di Tex in qui molti lettori non si riconoscono. Il suo uso dei neri mette in difficoltà il pubblico non allenato, che lo liquida con un "non è bravo". Ogni contributo di queesti autori apre una nuova strada a Tex, dandogli possibilità di avere un volto personale. Grazie ad un apporto di Marcello, un altro grande autore aggiuntosi ad un Galep ormai stanco (che sente il peso dell'età e del lavoro... il suo Tex è spesso diverso, paradossalmente il più diverso dell'originale!), dando un altro volto al ranger. Ed ecco che Sergio Bonelli decide di aprire la collana degli speciali, famigliarmênte chiamati "texoni", poiché si ritrova con una stria di Buzzelli troppo innovativa dal punto di vista grafico, per essere pubblicata sugli albi mensili. Ed è col secondo texone che i texoni diventano (oltre che una serie per guest-star) anche un trampolino di lancio per la serie normale per i VIP. Il primo è Giolitti (anche se aveva già iniziato una storia di Tex, poi finita da Ticci - Tex # 188 e seguenti). Molti altri grandi che si susseguono sui texoni esordiscono su altri speciali: De La Fuente, Capitanio e Font sugli almanacchi (rispettivamente '95, '97 e '00); Ortiz sui maxi (dal '97). Brindisi esordisce direttamente sulla regolare, finendo l'ultima storia di Monti (Tex # 519), come Sommer (Tex # 546).
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    Anche i maxi e gli almanacchi permettono di sperimentare autori per Tex. Il primo è Calegari (almanacco '94), poi c'è Venturi (almanacco '96), seguito da Gattia-Dotti (almanacco '98), Repetto (almanacco '99), Andreucci (almanacco '03), Diso (maxiTex '03) e Rossi ('05).
    Di questi soltanto Venturi (usato ancora spessissimo sugli almanacchi) e Repetto hanno esordito sulla regolare. Diso ha fatto un almanacco e Rossi sta disegnando un'altra storia.
    Ultimo acquisto esordito direttamente sulla regolare (non capitava dal '91, l'esordio di Marcello) sono i fratelli Cestaro.






    Tutto questo per dire che Tex i mille volti li ha avuti, li ha e li avrà sempre! Ma non verrà mai snaturato! Tex è Tex, indipendentemente dal fatto che sia Milano a disegnarlo piuttosto che Font, Villa piuttosto che Galep.
     
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35 replies since 9/8/2006, 16:24   2097 views
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