KIT CARSON

Il triste declino di un grande.

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  1. ymalpas
     
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    Lo storico scout Kit Carson, leggenda del west americano, nacque a Richmond, la vigilia del natale 1809. La sua infanzia, trascorsa nel Missouri, fu particolarmente dura avendo egli perso il padre all'età di nove anni, fatalità che lo costrinse ad abbandonare gli studi e a diventare apprendista presso un mastro sellaio.

    Nel 1826 si trasferì nel New Mexico a Santa Fe e quindi a Taos, dove per qualche anno, trapper, visse tra gli indiani. Le sue prime due mogli furono infatti rispettivamente una arapaho e una cheyenne.

    Nel 1842, Carson incontrò John C. Fremont, che lo assunse come guida nei territori che si estendevano dall'Oregon alla California. In questi anni che videro la colonizzazione del west, la fama dello scout crebbe considerevolmente, tanto che le spedizioni che intraprese fecero di lui un autentico eroe nazionale.

    Dopo la guerra con il Messico del 1846, che lo vide ancora una volta protagonista, lo ritroviamo ad allevare pecore in un ranch del New Mexico, e quindi qualche anno dopo con la qualifica di agente indiano.

    Negli anni della guerra civile, l'apporto di Carson fu determinante se non memorabile, egli organizzò la fanteria di volontari del New Mexico, anche se a dire il vero la maggior parte delle azioni militari che lo resero celebre, furono quelle dirette contro i navajos che rifiutavano di finire confinati in una riserva. Quando la maggior parte di loro si arrese, nel 1864, egli costrinse circa 8000 nativi, tra uomini, donne e bambini, a quella che fu allora chiamata la "long walk", una lunga ed estenuante marcia di trecento miglia dall'Arizona a Fort Summer nel New Mexico, dove gli indiani restarono confinati fino al 1868.

    Carson morì quell'anno nel Colorado, anche se i suoi resti tempo dopo furono traslati in un piccolo cimitero nei pressi di Taos
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    Carson visto da Fernando Fusco.

    Il personaggio creato di Gialuigi Bonelli è diversissimo dal Carson storicamente esistito, che come abbiamo visto era un eroe controverso, meno bonario e più cinico. È noto il fatto che egli sia più vicino a quello disegnato da un grande del fumetto italiano, Rino Albertarelli, che al suo modello reale.

    Nella saga di Tex appare fin dal primo numero, La mano rossa, in qualità di ranger. Nei primi dieci numeri Galep lo disegna con i capelli, i baffi e il pizzetto nero, diventa quindi il "nonnetto" che tutti conosciamo, tanto da meritarsi il nome indiano di Capelli d'Argento.

    Quello dell'età del Vecchio Cammello, come lo chiama affettuosamente Tex, è uno dei temi irrisolti, anche se in una storia, La congiura [ # 354 ] egli afferma categoricamente di averne cinquantacinque.

    Carson è il più grande amico di Tex, un pard inseparabile e insostituibile, la spalla ideale per il nostro satanasso. Come lui è praticamente insuperabile nell'uso delle armi da fuoco, forse messo in difficoltà dalla sola Annie Oakley del Wild West Show.

    Coraggioso e brontolone, pessimista ( oltre misura ) e menagramo, più suscettibile di una vecchia comare, alleggerisce spesso l'atmosfera con battute ed esclamazioni ormai diventate celeberrime, tanto per citarne una… per satanasso! Frequenti sono i battibecchi con il suo pard, frecciate autentiche che danno luogo a scene divertentissime:

    - Io sono ancora nel fiore degli anni
    - Quale fiore, il crisantemo?


    Il vecchio Carson ( nonnetto un corno! precisiamo ) è anche un saggio che spesso si lascia tentare da qualcuno dei sette peccati capitali. Quello della gola ad esempio, il suo appetito si è ingigantito con gli anni, facendocelo apparire a tratti addirittura famelico:

    - Vuoi che ti faccia portare qualcosa
    - Se per qualcosa intendi tre bistecche alte mezzo metro e un secchio colmo di patatine fritte, la risposta è sì. E non dimenticare di far rotolare fin qui un barilotto di birra…


    Oppure ancora:

    - Ho una tal fame che mangerei non solo un vitello, ma anche sua madre e tutta la cornuta famiglia

    Amante della buona cucina, birra e torta di mele non mancano mai all'appello, è anche un cuoco provetto. La sua specialità è il caffè, immancabilmente sempre preparato da lui.

    Amante delle comodità, odia i viaggi in treno, troppo scomodo e polveroso, ma non rinuncerebbe mai alla rara opportunità offerta dal classico bagno riparatore in una delle tante metropoli, dell'est e dell'ovest, dove lo portano le numerose avventure al fianco di Tex. Ne La minaccia invisibile ( # 309 ), nella palestra dell'amico Lefty a San Francisco rinuncia dopo appena un minuto alla sauna, ma non al massaggio delle delicate mani della cinesina che ha intravisto qualche minuto prima ( anche se poi a dire il vero, l'esperto della casa in fatto di massaggi è un certo Pat Mac Ryan ed avrà ben donde di accorgersene !!! ).

    Carson, ci stiamo arrivando, è infatti un grande estimatore delle donne se non addirittura un vero donnaiolo. A dire il vero, anche se non mancano le allusioni ad un passato ricco di conquiste amorose, una donna più delle altre sembra averlo attratto, Lena Parker, una bella mora, che cantava al Golden North Saloon di Bannock, nel Montana. La figlia di quest'ultima, Donna, dovrebbe essere l'unica figlia di Carson e non del suo rivale Ray Clemmons, Lena lo indica infatti come padre di Donna solo perché l'ex sceriffo è stato il primo a tornare.

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    Una piccola nota finale che richiama il trattamento a cui il vecchio cammello, anche se in misura minore rispetto a Kit Willer e Tiger, è stato sottoposto. Parlo della svalutazione del personaggio, ormai ridotto ad una macchietta, ormai insuperabile solo nell'uso della forchetta… Un triste declino che è anche una parabola della decadenza, più in generale, della serie stessa.

     
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  2. Alexrdp73
     
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    Mah... mi sembra un pò affrettata come conclusione... in fondo è sempre in gamba e comunque è abbastanza protagonista. Molto peggio è successo a Cico, che da amico un pò imbranato ma talvolta capace di tirare fuori dai pasticci Zagor, è quasi sparito dalle scene nel periodo Toninelli e ancora oggi non fa poi molto e quello che fa non fa nemmeno ridere.
     
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    Carson e Cico son due personaggi totalmente diversi. Cmq, concordo con l'analisi di Ymalpas. Carson non è un ^nonnetto^, è una persona non più nel fiore degli anni, ma attiva e giovanile (in tutti i sensi :relax: ).
     
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  4. ANTHONY STEFFEN
     
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    Mah... non sarei cosi' "pessimista" riguardo alla figura di Carson.
    E' vero che ultimamente ha racimolato qualche brutta figura,ma non direi che il personaggio sia in calo.
    E' sempre presente ogni mese,e anche se si e' abusato delle sue macchiette,e' sempre divertente sentirlo che brontola.
    Certamente la gestione del personaggio da parte di Segura e' stata pessima,ma questo e' dovuta sicuramente al fatto che l'autore non conosce molto bene la serie e la caratterizazzione dei personaggi.
    Ma qui la colpa io la darei a S.Bonelli che ha dato il lascia passare di un Carson in queste condizioni.
    Apprezzo invece l'intenzione di Boselli a rendere piu' protagonista il personaggio (vedi Matador, Il Passato di Carson, Wild West Show)
     
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  5. ymalpas
     
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    Sono molto affezionato al vecchio cammello, dai vostri interventi mi sembra di capire che la mia lettura del personaggio è troppo pessimistica e in un certo senso mi fa piacere.

    Il Carson di oggi comunque è solo la pallida immagine di quello che era un tempo.

    Ha perso forza e vigore. I vizi, che si contenevano entro dei limiti di decenza, e che in parte erano gli stessi di Tex, si sono dilatati... Non solo con Nizzi per intenderci, ma anche con Boselli ( andate a vedervi la prima parte dell'albo Matador, le scene della corrida, quelle immediatamente precedenti e seguenti, la cui lettura mi ha ispirato questa discussione ).

    Non che sia un male, anche a me fanno piacere i classici siparietti, ma ormai la tendenza consolidata è quella di mostrarci un uomo che ragiona con lo stomaco e l'uccello ( non appena vede qualche gonnella va in visibilio, cito a caso due storie, per mera casualità entrambe di Boselli, la già ricordata Matador e Gli invincibili ).

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    Insomma il personaggio secondo me si sta trasformando considerevolemente, tanto che ormai, ogni volta che estrae la pistola, lungi dall'essere ancora il migliore, mi fa letteralmente tremare...

    Tutti gli agguati che lo vedono protagonista, se non sostenuto dalla presenza di Tex, lo vedono fatto prigioniero e non mi riferisco solo a Una trappola per Carson, dove ha gli onori della copertina, ma che magra figura nelle pagine interne!!!

    Un tempo era un uomo d'azione, coraggioso e intrepido, velenoso come un serpente a sonagli, uno insomma che, come nel Grande Intrigo, se vedeva Tex in difficoltà, sapeva come aiutarlo, tirarlo fuori dai guai... Oggi vi dà sempre questa impressione ?

    Ragazzi se questo non si chiama il lento e triste declino di un grande...

    Edited by ymalpas - 6/8/2006, 09:46
     
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  6. ymalpas
     
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    Kit Carson … by Rino Albertarelli.


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    Per dirla con una frase a effetto, il Sogno cominciò il 17 luglio 1937, nella prima vignetta di Kit Carson cavaliere del West, una storia a puntate pubblicata dall'editore Mondadori a partire dal numero 238 di Topolino. Per quanto potesse sembrare un guerriero ormai vicino al disarmo, quel vecchio scout calvo, col volto solcato dalle rughe e i baffi lunghi, spioventi, bianchissimi, non ci mise molto a dimostrare di non aver perso l'ardore giovanile, la stoffa dei veri eroi. Ancora infallibile nell'estrarre la pistola e colpire il bersaglio, nel seguire le tracce, nell'avvertire il pericolo, nel balzare su e giù dal cavallo, seppe guadagnarsi un altro invidiabile privilegio: fu il primo eroe del fumetto western italiano. [ … ] Il Kit Carson di Albertarelli nasceva da un'intuizione originale e aveva il carisma giusto: dopo la sua entrata in scena, un genere narrativo - il western - e un mezzo di comunicazione di massa - il fumetto - avrebbero percorso, felicemente appaiati, un lungo e esaltante cammino.

    Per uno strano scherzo del destino, l'eroe che portò nell'immaginario dei ragazzi italiani l'universo incantato della Frontiera americana non era un giovanotto esuberante e adrenalinico, ma un attempato signore, visibilmente passato attraverso mille vicissitudini, un reduce, ma forse sarebbe meglio dire un sopravvissuto, che sembrava sempre sul punto di appendere la pistola al chiodo. Del personaggio realmente esistito da cui prese il nome, avrebbe ammesso Rino Albertarelli parecchi anni dopo, il suo Kit Carson non era che un figlio indiretto:

    " Ne avevo trovato il nome in un libro dello storico Truslow Adams, dove imparai che era stato un famoso cacciatore di pellicce e la guida di John Charles Frémont, nelle sue esplorazioni oltre le Montagne Rocciose e nella conquista della California. Mi bastò e non mi persi a cercare altro. Quello che mi piaceva era il nome, tre sillabe in tutto, con l'accento forte su quella centrale: un nome ideale da eroe fumettistico, come Flash Gordon o Dick Tracy. Soltanto dopo la guerra mi venne la curiosità di sapere chi fosse realmente Kit Carson…"

    Da questa ricerca, protrattasi per interi decenni, Albertarelli sarebbe uscito con un bagaglio di conoscenze e di documentazione che ne avrebbe fatto un attento e informatissimo studioso del Far West…

    ( tratto da Le frontiere di carta. Piccola storia del western a fumetti )

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    Il Kit Carson di G.L. Bonelli molto prese al donchisciotte dal cuore di leone che vagabondava fra le pagine di Topolino nel 1937, una nuova versione del "cavaliere del west" che ancora oggi non ha perso un'oncia del suo fascino!
     
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    [OT]Hanno mai ristampato le vecchie storie?[/OT]
     
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  8. Tex Fanatico
     
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    Come prima cosa, bisogna ammettere che la differenza tra il vero ed il personaggio fumettesco è assai grande, cosa che aprirebbe subito una gran domanda... perchè? Perchè assegnare a Tex Willer, nome inventato, un Kit Carson, nome d'un certo peso nella storia (infatti è famoso per la lunga marcia dei Navajo, anche se bisogna ricordare che per un bel po' ha fatto di tutto per non comportarsi in modo troppo negativo nei loro confronti) cambiandone poi la storia.

    Altro aspetto che potrebbe offrire spunto per una discussione, è l'invecchiamento di Carson, in confronto al blocco dato a Tex il quale rimane sempre nella fascia dei 40.

    Per lo spazio dedicato al buon "Kit Carson" del fumetto, dopo aver perso un po' sia di presenza sia di humor, ultimamente ritorna ad esser il degno pard del grande Tex.

    Bhè, dal punto di vista puramente personale, Carson rimane di vitale importanza per Tex, infatti grazie alle sue uscite riesce sempre a farmi sorridere/ridere, e al tempo stesso render la vita difficile a tutti i nemici che tentano di creare problemi al team.
     
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    Perchè assegnare a Tex Willer, nome inventato, un Kit Carson, nome d'un certo peso nella storia

    Perché nel '48 gli autori erano pressocché ignoranti in storia del west e si basavano su una vaga mitologia di stampo hollywoodiano, prendendo nomi di personaggi storici a caso per rendere maggiormente roboanti e verosimili le avventure del tiolare della testata :rolleyes: ?
     
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  10. Tex Fanatico
     
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    Hehe, buona risposta.

    Notasi comunque che il vero Kit Carson non accettò pienamente un certo metodo di combattimento che fù utilizzato contro i Navajo, ossia: mandare coperte con i batteri del vaiolo in "avanscoperta", e poi mandare la cavalleria a terminare il tutto.

    Ma in seguito non si fece comunque pregare per distruggere tutti i campi per affamarli e "convincerli" ad andare nella riserva (tra l'altro una riserva talmente insalubre che eguivaleva alla morte stessa)
     
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    Già, l'avevo letto sulla monografia di farwest.it.
     
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  12. Tex Fanatico
     
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    Bhè, FarWest.it è certamente il miglior sito in italiano sull'argomento WEST ;)

    Dovrei cercare cosa dicono di lui li in effetti.

     
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11 replies since 5/8/2006, 16:36   2456 views
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