[ 289 / 92 ] I DOMINATORI DELLA VALLE

Cheyenne Club

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ymalpas
     
    .

    User deleted


    imageimage



    Soggetto e sceneggiatura : Guido Nolitta
    Disegni: Fernando Fusco
    Periodicità mensile: Novembre 1984 – Febbraio 1985
    Inizia nel numero 289 a pag. 71 e finisce nel numero 292 a pag. 39



    A Longmont, un piccolo centro del Colorado non si fa economia di cravatte di canapa. I vigilantes, l’ultima trovata dei “cattle barons” del Cheyenne Club, l’associazione degli allevatori del Wyoming, in un solo giorno hanno catturato e giustiziato due uomini. Ogni volta che è saltato fuori il loro nome, considera assorto Tex, non sono finiti nei guai soltanto i furfanti, ma anche un mucchio di brava gente. C’è da credergli.

    Qualche ora dopo sulla pista che a nord conduce nel Wyoming, nella main street di Greeley, un altro inquietante ricordo del loro passaggio in un drappo che minaccioso avverte i viandanti:

    Ladri di bestiame, truffatori, furfanti di ogni risma, tenetevi alla larga da questa città…"

    Una presenza oscura quella dei vigilantes che incombe grave sul ranger, nonostante il rassicurante sorriso di Frankie Harriman, ex sergente dell’esercito, minatore della Utah Mining Co e operaio della Pacific Railway, che dietro il bancone del saloon riconosce il nostro tizzone d’inferno e gli offre un paio di birre. Non si fa’economia di piombo, i becchini non hanno lavorato mai come in questi ultimi sei mesi, dice il simpatico barman. I ricconi del Cheyenne Club fanno davvero sul serio, rincara mestamente Tex.

    Seduto ad un tavolo vicino, Barry Sheen osserva pensieroso la scena. Il nome e la fama del ranger lo hanno perseguitato per anni e anni. Uno dopo l’altro ha affrontato i più noti tiratori del sud-ovest ma ogni volta, dovunque fosse, si è sentito anteporre il nome di un personaggio che ha finito per diventare il suo fantasma. Finalmente il destino gli ha fatto incontrare Tex Willer! Alle dipendenze del Cheyenne Club, con una lauta paga di mille dollari alla settimana, Barry Sheen ha una sola idea in testa, quella di aggiungere ai suoi trofei la preda più ambita di tutto il sud-ovest, che potrebbe valergli un facile e sostanzioso aumento da parte del colonnello Watson.

    - E allora che ne pensi Willer ? Non sei curioso anche tu di sapere se sei davvero il più svelto di tutti?
    - Al diavolo! Sai cosa ti dico Sheen ? Questo tipo di curiosità è già costata la pelle a un mucchio di idioti del tuo stampo…


    Niente più di un inutile duello per irritare i nervi del ranger, sicuro e sprezzante dell’ avversario. Il povero Sheen non ha però i minuti contati, non è destinato cioè a raggiungere i suoi defunti colleghi. Per lui il Tex di Nolitta ha in serbo un’umiliazione ancora più sottile, quasi presuntuosa, con le due pallottole che forano irrimediabilmente entrambe le mani del pistolero e dimostrano ancora una volta l’infallibilità del ranger del Texas.

    - Le tue zampacce guariranno sicuramente, prima o poi, ma dubito che possano ancora servirti a usare decentemente una pistola…

    Barry Sheen dovrà cambiare mestiere e dal buon Harriman, come lavapiatti, forse riuscirà a raccattare una dozzina di dollari alla settimana.

    Inforcato il suo cavallo Tex punta deciso verso il Wyoming. Quando mancano poche ore al tramonto e prima ancora di essere giunto nella città di Cheyenne, dove lo porta la sua missione che è quella di mettere le mani sul furfante Lester Mills, il rumore di alcuni spari richiamano l’attenzione del ranger. Risalito un lungo pendio e superata una piccola valle, dall’alto di una collina Tex osserva un gruppo di quattro vigilantes che assediano un piccolo ranch. C’è da divertirsi per tutti, quassù! grida uno di loro. La solita vecchia storia, nella mandria dei Powell, come tempo prima in quella di Virgin Haler, di Elmer Morris e di tanti altri, sono stati ritrovati una dozzina di capi di bestiame rubati al colonnello Watson… I Powell stanno per avere quello che si meritano, il rumore delle ruote di un carro annuncia infatti l’arrivo di Latimer, largo all’artiglieria, questi pazzi assassini vogliono addirittura usare un howitzer! Matt, uno dei vigilantes, stordisce Tex colpendolo a tradimento col calcio della pistola mentre Latimer, il miglior sergente puntatore del III° reggimento dell’artiglieria nordista durante la battaglia di Bull Run, si appresta ad essere promosso capitano sul campo…

    Più tardi, lo sceriffo Patrick Tobin e Tex possono solo contemplare le macerie della casa dei Powell, tutti finiti appesi ai rami di un albero vicino. Quegli sudici assassini hanno portato a termine il loro sporco lavoro… tra le esili figure che la luce fiocca del sole ancora riesce a rischiarare, c’è purtroppo anche quello di una donna: Loretta Powell.

    image

    Lo sceriffo avverte il ranger che Lester Mills, che nella riserva Hopi aveva ucciso due donne indiane, non potrà comparire davanti al giudice di Phoenix dove Tex contava di sbatterlo. Un altro giudice, il prezzolato Siel Bernan di Denver, l’ha prosciolto da ogni accusa in merito all’omicidio che gli era valsa la reclusione nelle prigioni di Cheyenne, grazie anche alla deposizione di due testimoni oculari che l’hanno scagionato attestando la legittima difesa dell’uomo. Mills è ora un rispettabile sorvegliante del ranch del colonnello Watson, uno dei tanti intoccabili.

    Immerso in cupi pensieri Tex si lascia alle spalle il teatro della tragica vicenda. Il sole è ormai tramontato quando si ritrova sulla pista che si snoda verso il nord, quando all’improvviso uno sparo echeggia nell’aria. Il cavallo colpito mortalmente, si abbatte al suolo e nella caduta, il nostro satanasso si procura una distorsione alla gamba. Dall’alto il gran figlio di cane che gli ha sparato, continua a far cantare il suo winchester senza lasciargli tregua, ma alle spalle dell’attentatore, un’ombra amica viene in soccorso del ranger: è Danny Macon, che ha riconosciuto nel misterioso aggressore Patrick Tobin, l’esimio sceriffo di Cheyenne, che guarda caso figura sul libro paga di Watson.

    Macon è uno dei tanti piccoli allevatori che hanno subito i soprusi del Cheyenne Club. Qualcuno di loro prende qualche capo di bestiame col marchio di Watson o di un altro pezzo grosso del club, spiega a Tex mentre lo aiuta a salire sul suo carro e lo porta di nascosto sul terreno di un piccolo allevatore. Poco più tardi, il branco di quegli assassini che si definiscono vigilantes piomba nel ranch del malcapitato, dove finge di scoprire quella che viene definita la “prova del furto” e senza fare troppi complimenti passa alle vie di fatto, mettendo mano ai nodi scorsoi. I Powell non erano degli stinchi di santo, ma neanche dei volgari ladri di bestiame, la gente del Cheyenne Club vuole disfarsi dei piccoli allevatori per impadronirsi a buon mercato delle loro terre. La solita vecchia storia ( si veda I cavalieri del Wyoming # 483 ).

    La moglie di Macon, la bella Marta, sempre più impensierita dal ritardo del marito, vedendo il carro approssimarsi al loro ranch, imbraccia il fucile e lascia partire un colpo. Tex la cui gamba ha ormai assunto le dimensioni di una zampa d’elefante si lascia sfuggire un classico “peste”. Marta è in realtà una donna assai mite e sensibile, ma il clima di violenza che avvolge come una cappa soffocante i piccoli allevatori del Wyoming, ha fatto in modo che anche gli esseri più deboli e indifesi si adeguassero, con quell’aggressività tipica che solo la disperazione più cupa può sprigionare. La signora Macon ha i nervi a pezzi e il figlio che sta per nascere ha il diritto di avere altre cose oltre che un padre… ha il diritto di vivere in un paese libero! parola di Tex Willer. Le angherie stanno per avere un termine, la resa dei conti è sempre più vicina.

    Nei giorni seguenti il ranger divide la semplice vita dei Macon, in attesa della guarigione che tarda a venire, fino a quando una notte la quiete del piccolo ranch è turbata dall’arrivo di alcuni cavalieri che mettendo mano ai loro winchester, danno la sveglia alla famigliola, senza sospettare che Tex Willer dorme nel ripostiglio poco distante …

    Sono gli stessi spregevoli vigilantes che il ranger ha conosciuto al ranch dei Powell e con i quali ha un conto aperto e il dente maledettamente avvelenato. Uno dopo l’altro i quattro pistoleros cadono colpiti dalle pallottole calibro 45 della sua colt, sotto lo sguardo implacabile del ranger e quello atterrito dei suoi ospiti. Marta Macon può respirare di nuovo, mentre Tex commenta con soddisfazione che la sua gamba è ormai completamente ristabilita… L’indomani potrà così andare ad augurare la buona domenica ai signori del Cheyenne Club!

    Quella domenica sotto il sole cocente di mezzogiorno, un carro sale lungo la pista che si arrampica sulla collina, nella cui sommità si intravede la sagoma dell’esclusivo Cheyenne Club e si arresta davanti a un severo muro di cinta. Cole e Kellermann sorvegliano il gigantesco cancello, nel club c’è una festa in corso e se il conducente del carro ha della merce da consegnare al cuoco, che ritorni il giorno successivo! Ma il destinatario, avverte il ranger, è il colonnello Watson e la merce è deperibile ( e quindi va consegnata subito ). Si è fatto una gran brutta sudata il nostro satanasso per arrivare fin lassù, i due sorveglianti sono tipi testardi, ne nasce una piccola scazzottata, come dire che con le buone maniere si ottiene tutto, ed ecco che il carro con il suo pesante carico supera il cancello e imbocca un viale che si snoda tra eleganti aiuole fiorite, fino a quando, dopo un’ultima svolta, Tex si ritrova davanti all’immensa sede del Cheyenne Club.

    image

    Cole e Kellermann avevano ragione, i soci sono in festa con le loro famiglie, ma qualcosa ci dice che non sarà tanto difficile guastargliela! Tex spinge deciso i cavalli sopra le aiuole… i fiori, quell’uomo sta distruggendo tutti i nostri fiori! grida inviperita una delle tante signore. Watson, stringendo rabbiosamente il calice in mano, per liberarsi dell’importuno visitatore, chiama a gran voce Lester Mills, l’assassino… Finalmente i due uomini sono uno di fronte all’altro, ma dalla veranda a differenza di Barry Sheen, il pistolero si irrigidisce come se avesse visto un fantasma: Tex Willer qui a Cheyenne!

    Watson, scoperta l’identità dell’impudente “bifolco”, cerca di ammansire il ranger.

    - In fondo ci assomigliamo Willer: sono gli individui come noi che con la loro volontà, la loro capacità, hanno fatto grande questo paese.

    Ma la sorpresa che Tex ha in serbo per il colonnello non sarà una delle più gradite. Il ranger non si trova lassù per trovare un accordo, ma solo per restituirgli qualcosa che gli appartiene … anche se si tratta di materiale ormai irrimediabilmente deteriorato e che quindi non potrà più servirgli! Con un rapido gesto Tex scosta violentemente il telo che copriva il cassone del carro, dove sono adagiati i corpi dei quattro vigilantes che ha ucciso la sera prima, sollevando un coro di grida di raccapriccio e di rabbia negli sbalorditi ospiti del club.

    La sfida è aperta signor colonnello.

    - Qui a Cheyenne non siamo soliti permettere che i nostri amici vengano assassinati… ve la farò pagare, quanto è vero che mi chiamo George Watson, e vi faro pagare anche l’ignobile gesto con cui oggi avete voluto sconvolgere delle donne… delle signore!
    - Mm… a proposito di donne… giorni fa ne ho veduta una che era ancora più sconvolta delle vostre gentile consorti, credetemi, replica sarcastico il ranger, mi hanno detto che si chiamava Loretta Powell e che era una persona onesta e inoffensiva. Tuttavia i vostri disinvolti amici, che ora giacciono su questo carro, l’hanno appesa a un albero… impiccata, Colonnello Watson! Avreste dovuto vederla gentili signore: avreste dovuto vedere il bel volto di Loretta Powell… Sapete ? Le facce si gonfiano dopo l’impiccagione…

    Tra i mormorii di orrore delle donne e le imprecazioni dei manichini vestiti a festa del Cheyenne Club, il nostro tizzone d’inferno monta su un cavallo e si dirige verso il centro abitato. La lunga tirata gli ha messo sete, nel saloon ai margini del paese, incontra Danny Macon che lo informa che ormai anche gli individui più miti ne hanno fin sopra i capelli dei soprusi e delle sopraffazioni dei cattle barons, e sono pronti a combattere la violenza con la violenza. Gli animi sono eccitati, ma Tex invita l’amico alla calma. Pochi minuti più tardi lo ritroviamo infatti nell’ufficio del telegrafo, pronto a spedire un messaggio al commando dei rangers di Austin, con una richiesta di intervento dell’esercito che ristabilisca la pace nel martoriato villaggio di Cheyenne. Ma in quell’ufficio, oltre al telegrafista, c’è anche una sua vecchia conoscenza, l’esimio Latimer, l’ultimo sopravvissuto dei vigilantes che attaccarono il ranch dei Powell. Tex, noncurante della sua presenza, scrive un messaggio cifrato e finge di allontanarsi mentre il pistolero, con le solite “buone maniere”, ottiene dal piccolo Skinny, il telegrafista, il foglio contenente la comunicazione seguente:

    L’autunno è la stagione delle foglie morte. Aspetto l’arrivo dello zio Tom.

    Latimer non è reputato per la sua intelligenza ma capisce che il messaggio non deve comunque arrivare a destinazione. Lo trasforma quindi in una piccola pallottola che finisce poco dopo dritta nella sputacchiera, proprio mentre il ranger varca la porta. Nel paese intanto un cavaliere proveniente dal club sparge la voce della morte di Greg Porter, Randy Cotton, Bruce Walcott e Matt Bogart… Bastardo, sei stato tu bastardo! grida Latimer sentendo la notizia della morte dei suoi amici. Mette quindi mano alla colt ma Tex evita il proiettile gettandosi su un fianco e quindi fulmina con una fiammata della sua pistola il rivale. Con questo fanno cinque: IL CONTO CON GLI ASSASSINI DEI POWELL E’ SALDATO!

    Lo sceriffo Patrick Tobin, richiamato dagli spari, non può che constatare, con grande disappunto, la morte dell’amico Latimer. Se la testimonianza di Skinny mette il ranger al riparo delle accuse, davanti ad una folla che si intanto radunata intorno a loro, lo sceriffo tenta un colpo gobbo. Willer è troppo pericoloso per la comunità, dice, troppo pericoloso per lasciarlo in circolazione fosse anche per un solo giorno. Il giudice della contea lo processerà l’indomani e lo invita pertanto a costituirsi.

    - E allora Willer, vi do venti secondi per slacciarvi il cinturone e seguirmi fino alla prigione…
    - Venti secondi? E io ve ne do soltanto dieci, sceriffo! Dieci secondi per dirmi che avete cambiato idea… che avete rinunciato a sbattermi al fresco. Dieci secondi al termine dei quali dovrete estrarre la pistola, sempre che riusciate a farlo prima di me!
    - Brutto bastardo!
    - Uno… due…
    - Maledetto… maledetto figlio di un cane!
    - Tre… quattro… cinque… sei…sette…


    [ Tobin appare scosso da un tremito ]

    - E va bene, Willer, non voglio coinvolgere tutto il paese in una faccenda che tutto sommato, riguarda più il giudice che me: potete andare all’albero, al saloon, dove vi pare…

    Magari in un posto dove fa molto più caldo. Umiliato e avvilito, dileggiato sotto gli occhi di tutta la popolazione di Cheyenne, lo sceriffo Tobin è un vigliacco che non può tollerare un secondo di più l’affronto di un Willer sempre più beffardo e non appena il ranger gli volge le spalle, estrae la pistola e senza il provvidenziale avvertimento di Skinny, che quasi si scusa per l’unico atto di coraggio che si sia mai concesso in tutta la sua vita di miserabile verme, lo sceriffo avrebbe potuto saldare tutti i conti con il rivale aprendogli la via verso una poco allegra fossa di sei piedi, su nella boot hill dell’abitato.

    Olivier Granville è l’eroe del giorno, quella sera all’Oriental Saloon, un locale che dietro il pomposo nome nasconde l’abituale atmosfera di cento altri ritrovi del far west, Skinny beve il suo bicchiere di menta al fianco del famoso ranger, il premio per la lezione di dignità e di coraggio che ha impartito ai suoi concittadini e che ha permesso che sul tavolo del becchino, con un paio di confetti calibro 45 in corpo, ci finisse lo sceriffo Tobin! Il piccolo telegrafista consegna il messaggio di risposta pervenuto da Austin e si accomiata dal ranger, che quasi si sente male per il profumo della menta che ancora ammorba l’aria… lo saluta cerimoniosamente non sapendo che sono le ultime parole di un addio. Skinny paga infatti di lì a poco l’unico gesto di coraggio della sua vita e nella main street, proprio davanti al locale, viene deliberatamente travolto da un carro guidato da uno degli sgherri del Cheyenne Club. Lester Mills e l’amico Warner, nascosti nell’ombra sono pronti ancora una volta a testimoniare che si è trattato solo di un incidente. Sporchi figli di cani, addio Skinny, addio coraggioso piccolo uomo!

    Un altro giorno trascorre senza che alcun particolare avvenimento turbi l’abituale vita di Cheyenne. Nelle prime ore del pomeriggio del sabato, Tex riceve un misterioso invito da parte dell’illustre colonnello Watson e mezz’ora più tardi si inerpica lungo il colle che conduce al club.

    La bellissima Ella Watson, l’unica cosa di buono che il colonnello abbia fatto nella sua vita, è raro vedere il nostro satanasso così galante, si intrattiene un attimo con il ranger. La ragazza studia in una scuola dell’est, a Baltimora e torna solo in occasione delle vacanze. Per anni i genitori sono riusciti a tenerla lontana dalla realtà del paese, dalla pesante atmosfera che grava su Cheyenne. Ma la giovane è cresciuta, ha maturato una certa conoscenza dei fatti, ha parlato con la gente e seppure di nascosto, anche con Loretta Powell, quella povera donna che hanno impiccato l’altro giorno… la testimonianza sincera di quella che era un’amica d’infanzia, benché appartenesse ad una famiglia assai povera, l’ha aiutata a completare il quadro che si era già andato formando nella sua mente, facendola profondamente vergognare del nome che porta… Sono parole che in quel nido di serpenti il ranger non si sarebbe mai aspettato di udire, ma il colonnello Watson, che appare poco dopo, lo riporta brutalmente sul piano della realtà dominante in quella valle.

    image

    Davanti a un tavolo da biliardo, dove Tex si dimostra ancora un maestro, pur confessando di sapere fare meglio con la sua colt ’45, il colonnelle fa la sua proposta e chiede al ranger quale sia il suo prezzo. Da quando ha dovuto rinunciare personalmente a risolvere certe faccende, si è circondato di tipi che si sono presentati preceduti da una fama che spesso si è rivelata del tutto immeritata, il migliore di loro vale solo la metà di quello che era lui da giovane. Se a quei tempi non avesse saputo usare ugualmente bene la vanga e la pistola, il laccio e il winchester, a quest’ora indiani e fuorilegge sarebbero ancora padroni di quelle terre. Watson ha bisogno di un uomo vero, uno con la personalità di Tex, che poco attratto dalle lusinghe del denaro rifiuta l’invito.

    L’arrivo dell’amico Henry, con una faccia stravolta che annuncia grossi guai, li interrompe nel bel mezzo della discussione. Mentre l’agitazione si fa più frenetica lungo i viali del club e il ranger sente ormai sempre più una gran puzza di bruciato, che gli fa venire una gran voglia di uscire, di andarsene… sopraggiunge il colonnello ( che si era momentaneamente allontanato ) il cui volto tradisce la gravità della situazione. Nel ranch di Brett Haley i piccoli allevatori si sono riuniti per preparare la rivolta contro la potente associazione degli allevatori. Tra qualche ora scoppierà il finimondo… Watson stordisce a tradimento Tex, tutti i mezzi sono leciti per questo galantuomo, e lo fa rinchiudere nei sotterranei del club, si prepara quindi a una serena festicciola in famiglia con i suoi amici, che servirà da alibi perfetto per l’inevitabile inchiesta che deriverà dall’eccidio che i suoi sgherri, guidati dall’esimio Lester Mills e dal lestofante Warner, si apprestano a compiere…

    I minuti trascorrono lenti e interminabili, fino a far perdere la cognizione del tempo al prigioniero, ma il rumore dei passi che si avvicinano, gli lasciano alla fine intravedere una possibilità di fuga. Più che mai deciso ad avventarsi sul nuovo venuto non appena aprirà la porta, il furibondo ranger riesce a malapena a bloccare il suo slancio… è Ella Watson, che ha sottratto le chiavi al carceriere e viene provvidenzialmente a liberarlo. Pochi minuti dopo, messe le mani su un buon cavallo, Tex sfreccia tra gli eleganti giardini del club, questa volta sotto lo sguardo allibito del giardiniere, fino all’ultimo ostacolo rappresentato dai due cani da caccia di guardia al cancello, i soliti due hombres che sono una perfetta coppia di testoni, ma con loro gli incontri sono destinati a finire per sempre…

    Il crepitare della sparatoria, avverte Tex che si sta approssimando al ranch di Haley. Un ranch trasformato in un fortilizio al cui interno Macon e una dozzina di uomini non risparmiano le munizioni contro i vigilantes del Cheyenne Club, che appostati tra le piante di un vicino boschetto, sembrano decisi più che mai a chiudere la partita con i piccoli allevatori. Il clima è rovente, Tex si chiede cosa diavolo potrebbe fare per evitare un bagno di sangue, ma all’improvviso il suono della tromba dell’esercito annuncia i rinforzi che aveva richiesto. L’arrivo tempestivo dei soldati mette fine alle ostilità, nessuno tocchi il grilletto della sua arma… avverte il capitano che nella tasca della sella ha tutte le scartoffie che gli concedono ampia facoltà di intervenire nelle faccende poco chiare di quella contea. Lester Mills, sentendosi perduto, si dà alla fuga, ma Tex riesce comunque a mettere le mani sul compagno Warner, che riceve una dura strigliata che lo spinge ad una rapida confessione. I giorni della violenza sono finiti. Mills fugge come un animale braccato, ma prima di raggiungere il Canada ha deciso di vuotare le tasche del colonnello.

    Ancora una volta la festa di Watson è rovinata:

    - Ventimila dollari, colonnello! Datemi soltanto ventimila e poi sarete libero di continuare la festa con i vostri amici.

    Il colonnello sembra cedere al ricatto quando Tex irrompe nella sala dalla finestra. Nella sparatoria che segue il pistolero ha la peggio, un proiettile gli buca la mano come già era successo a Barry Sheen. Mills minaccia di rivelare tutti gli sporchi affari del Cheyenne Club, Watson dovrà comparire davanti ad una commissione governativa. Il suo dominio nella vallata è finito, poco lontano una cinquantina di giacche azzurre stanno togliendo ogni velleità bellicosa al suo esercito privato. Il colonnello è un uomo rovinato, in un attimo di follia estrae la sua derringer e fulmina Mills, ma la via di salvezza gli è preclusa da Tex che con un balzo gli è addosso. Poco dopo Ella ringrazia Tex per aver risparmiato il padre, ma il ranger la guarda e gli dice che non dovrà farsi illusioni, da quelle parti la giustizia spesso sembra sonnecchiare ma quando si sveglia diventa dura e implacabile. Cosi poco dopo, con le lacrime agli occhi la giovane fanciulla guarda il padre, che sembra aver riconquistato tutta la sua dignità, allontanarsi cavalcando al fianco del ranger, verso un cupo destino patibolare… che il cielo lo perdoni!

    image

    Una storia drammatica e intensa, d’una straordinaria violenza.

    Tex spesso colpito a tradimento riesce sempre a risollevare il capo, reagendo con una durezza rara alle crudeltà del Cheyenne Club, lasciando dietro di lui una lunga scia di sangue.

    Un Tex deciso, a tratti sbruffone e sprezzante, ma anche insospettabilmente dolce e comprensivo con la candida Ella Watson che lo seduce con la sua femminilità, ma non lo disarma, perché il ranger è il difensore dei deboli, spietato con gli assassini, come sempre lo vorremo vedere.
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Le forum c'est moi

    Group
    Administrator
    Posts
    5,205

    Status
    Offline
    Storia che a volte ho riletto con piacere perché ottimo racconto western, ma non è, come il grosso delle storie di Nolitta, un episodio di Tex. In altre storie il buon Sergione riusciva a inserire vicende anche poco consuete in un'atmosfera texiana, pur non precludendosi l'originalità, qui abbiamo un Tex talmente sbruffone che sfiora l'antipatia, spesso al Ranger di Nolitta manca l'ironia (difetto che spesso s'imputa al solo Boselli). Il Tex di GLB, nel peggiore dei casi era "antipatico" (non so se m'avete capito...). Ci sono alcune proto-nizzate (come Tex che volta le spalle allo sceriffo carogna), anche se in Nolitta servono per focalizzare certi personaggi e mettere un po' di pepe in più alla trama, anche se si può trattare di cose non necessarie ai fini del racconto (come il riscatto del telegrafista). Curiosa e ancora poco texiana la scena del biliardo.
    Apprezzabile lavoro di Fusco, che all'epoca aveva modificato il proprio stile, ormai lontano da quello di CACCIA ALL'UOMO o de LA MASCHERA DI FERRO.

    Voti in sesti:

    SOGG: 5
    SCENE: 5,5
    DIS: 4,5
    TEXIANITA': 2

    Dissi.
     
    .
  3. ANTHONY STEFFEN
     
    .

    User deleted


    Bellissima recensione!!Complimenti a Ymalpas.
    Una buonissima storia con un Tex orfano dei suoi pards che sprizza energia da tutti i pori.
    Memorabile la scena dove Tex rovina la festa al Cheyenne Club con il suo carro funebre.
    Negli anni '80 Nolitta era molto prolifico a scrivere storie per Tex,soprattutto per necessita'.Infatti G.L.Bonelli gia' in la' con gli anni e prossimo al crepuscolo non poteva piu' sostenere il ritmo di qualche anno fa.
    Ed ecco Nolitta venire in aiuto del padre scrivendo delle buone storie come questa.
    I Dominatori della Valle fu' l'ultima scritta da Nolitta negli anni '80.
     
    .
  4. rimatt
     
    .

    User deleted


    Questa storia mi è sempre piaciuta molto, tant'è che fra le "nolittiane" la considero una delle mie preferite. Tex è indubbiamente sbruffone e piuttosto arrogante, ma è anche in gambissima. E personalmente non l'ho mai trovato antipatico (mentre a tratti, in Caccia all'uomo, lo è). Insomma, un ottimo Nolitta per una sceneggiatura veramente brillante. Fusco è sempre vigoroso ed energico, ma qui era nella fase che meno mi piace (quella con un Tex testone e taurino decisamente sgraziato): comunque, in senso assoluto i suoi disegni non mi dispiacciono affatto.
     
    .
  5. ymalpas
     
    .

    User deleted


    Direi di soffermarci sulla scena del duello a Cheyenne. Lo sceriffo gli intima di slacciarsi il cinturone e Tex lo ridicolizza. È un Tex che può apparire antipatico ma lo preferisco così, soprattutto se ripenso a certe scene che si sono viste negli ultimi anni, a partire dalla storia Ritorno a Culver City

    Un Tex peraltro anche profondamente umanizzato, che riceve due botte in testa ( entrambe a tradimento ), peraltro episodi lontanissimi dall'apparire semplici espedienti utili alla trama così cari all'ultimo Nizzi.

    Nolitta infatti ci presenta una serie di scene preparatorie all'incontro del ranger con i vigilantes, che rappresentano un crescendo di violenza che culminerà nell'impiccagione di una donna: Loretta Powell.

    Quest'episodio drammatico introduce felicemente il tema della "vendetta", e giustifica i metodi brutali di cui si serve Tex per debellare la piaga del Cheyenne Club, compresa la sortita con il carro "funebre" come l'ha definito fin troppo bene Anthony, che non è un episodio di semplice sbruffoneria, ma è carico di significati, tutti da ricollegare agli avvenimenti precedenti, un duro monito a degli uomini che sempre hanno calpestato i diritti altrui… In scene come questa avvertiamo pienamente la grandeur, l'unicità del personaggio Tex.

    Il Tex di Nolitta, come ci fa giustamente notare Mister P, manca spesso di ironia, ma sarebbe difficile inserirla in storie, le sue, quasi sempre altamente drammatiche. In questa avventura, non saprei proprio in quale punto metterla.

    Un Tex irriverente, gradasso, grintoso, sempre con una colt in mano fumante, un uomo "antipatico" ma anche "solo", spesso impotente e bisognoso di aiuto, quello ad esempio del povero Skinny che lo avverte della vigliaccheria dello sceriffo, sulla falsariga del precedente attentato che aveva visto Macon cavargli le castagne del fuoco. Un Tex che ha bisogno di una ragazza, Ella Watson, per evadere dal club, oppure dell'esercito per evitare il bagno di sangue al ranch di Haley.

    Sono tutti episodi che secondo me servono a controbilanciare, positivamente, proprio la forte impressione di onnipotenza del ranger.

    Quanto a Fusco, una prova senz'altro accettabile, ma lontana dai suoi capolavori.

    SOGG: 6
    SCENE: 6
    DIS: 4,5
    TEXIANITA': 3
     
    .
  6. rubio
     
    .

    User deleted


    "Fuori dai piedi coppia di idioti !!!" e li fa fuori
     
    .
5 replies since 3/8/2006, 09:58   656 views
  Share  
.