I miti della Civil War: DEMOLIAMOLI!

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  1. Antonio Gatti
     
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    La storiografia dell'ACW è purtroppo condizonata da un semplice fatto: la storia la hanno fatta i perdenti (i sudisti). Dopo la fine della guerra essi hanno cominciato a ascrivere opere su quanto giusta fosse la loro causa, su quanto prodi e santi fossero i loro propositi, su quanto coraggiosi i loro uomini.
    Mentre il Nord, stanco degli orrori della guerra, costruiva un nuovo mondo e una grande nazione, i sudisti continuarono a piagersi addosso e a rimpiangere il bel tempo che fu.
    In questo modo si andò creando il mito della Lost Cause che ancora oggi condizona gli studi anche seri. Questo mito postula che
    a)il Sud è stato aggredito (un pò come dire che la Polonia ha attaccato Hitler nel Settembre del 1939)
    b)il Sud aveva ragione: non lottava per la schiavitù, miserabile retaggio medioevale ma per i diritti degli Stati (ricordiamo che negli Stati del Sud i cittadini non godevano del diritto di voto per quanto riguarda i Governatori degli stati stessi, che al tempo avevano molto più potere sulla popolazione dello stesso Presidente dewgli USA. In poche parole gli stati sudisti ertano stati oligarchici anti-democratici)
    c)il Sud ha perso ma meritava di vincere
    d)Lee, Jackson e Joe Johnston sono puri geni.

    Cominciamo col demolire il mito A, e lo faccio ri-postando un mio intervento che feci tempo fa su SCLS:
    E' arcinoto che a causare lo scoppio della guerra fu il bombardamento del Forte Sumter da parte delle forze sudiste. Chi volle questo bombardamento? Furono i sudisti a non cedere di un millimetro su una questione d' "onore" o fu tutto un diabolico ingranaggio di Lincoln per costringere il nemico a sparare il primo colpo, assumendosi perciò la responsabilità morale di una guerra civile? Occorre procedere per ordine.
    Innanzitutto il Forte Sumter si trovava in South Carolina, su un'isola artificiale fatta di granito che dominava l'entrata della baia di Charleston. Era perciò nel pieno entroterra della neonata Confederazione. Ma allo stesso tempo era pur sempre un edificio federale, nel quale lavoravano dipendenti apparteneti al governo degli Stati Uniti. Ovviamente tutta la Confederazione era inizialmente piena di forti, uffici, tribunali nei quali lavorava ancora personale statunitense, un bel problema da risolvere: come si faceva a proclamarsi indipendenti se il governo nordista aveva ancora rappresentanti un pò dapperutto? In particolare fort Sumter (e Fort Moultrie, un altro obsoleto forte che si trovava a un miglio dal Sumter, su un'altra isola nella baia di Charleston) erano doppiamente ingombranti come presenze federali: prima di tutto perchè dominavano la baia di Charleston, uno sbocco commerciale molto importante per il profondo Sud, e in secondo luogo perchè la South Carolina era il cuore della secessione, e lo stato-guida della stessa: non poteva permettersi di farsi mettere i piedi in testa dagli Yankee. Ne andava dell' "onore" (concetto molto importante nell'etica sudista) nazionale.
    Similmente gli USA non potevano ritirare tutti i loro uomini in territorio confederato: sarebbe equivalso a riconoscere implicitamente l'indipendenza del Sud. La situazione perciò si sclerotizzò per settimane, fino a quando finalmente due fatti concorsero a sciogliere la matassa: l'insediamento di Lincoln alla Casa Bianca e il disperato appello del Maggiore Robert Anderson, il comandante delle forze che risiedevano nel Forte Sumter (uomo di simpatie sudiste, Anderson aveva però uno spiccato senso del dovere che gli impediva di "tradire" il governo a cui aveva prestato giuramento): i sudisti avevano bloccato le vie di rifornimento al forte, e i suoi uomini sarebbero stati presto ridotti alla fame. I confederati, infatti, avevano scelto di sciogliere il nodo con un colpo di spada: assediare il forte Sumter, senza però compiere gesti violenti, se non provocati da qualche fattore esterno.
    Lincoln si trovava fra l'incudine e il martello.
    Infine il Nord si decise a mandare via mare un mercantile disarmato, la Star of the West, pieno di rifornimenti e con a bordo 200 soldati di rinforzo ad Anderson. La nave arrivò alla baia di Charleston il 9 Gennaio 1862, ma fu accolta da una salva di cannonate dalla spiaggia: il comandante della nave (non esattamente un cuore di leone), decise di alzare i tacchi e levare il disturbo: l'incidente rimase tale poche la piccola scaramuccia non aveva sortito perdite e in particolare Anderson non aveva risposto al fuoco sudista, ben sapendo che, facendo così, avrebbe scatenatato una guerra civile.
    La situazione tornò a normalizzarsi in uno stallo indefinito, mentre sui giornali gli infuocati dibattiti politici presero il posto degli eventi miltiari. Ma entrambe i governi sapevano che Sumter era un nodo importante, importantissimo da sciogliere.
    Il 5 Marzo un altro disperato appello da Anderson giunse a Washington: le scorte all'interno del forte assediato stavano esaurendosi. Lincoln contro il parere di tutto il suo gabinetto e con l'appoggio del solo Montgomery Meigs (quartiermastro dell'esercito statunitense), e del politicamente influente Gustavus Vasa Fox decise di mandare una flotta di piccole navi (armate) con gli adeguati rinforzi per il maggiore nei guai. Il governatore della S. Carolina, George Pickens (eminenza grigia della secessione; probabilemnte l'uomo più odiato dal Nord nei primi mesi di guerra), fu addirittura avvertito di questa spedizione. Tutto nel pieno rispetto della legalità. Tuttavia il presidente confederato, Jefferson Davis, quando seppe che aiuti erano in arrivo dal Nord diede l'ordine fatale: bisognava conquistare il forte prima che fosse rinforzato da uomini e mezzi materiali. Così all'alba del 12 Agosto, il comandante delle forze assedianti sudiste, Maggior Generale Pierre Gustave Toutant Beauregard fece aprire il fuoco sulle difese nordiste. Beauregard era un creolo (americano di origine francese) perfettamente istruito nell'arte della guerra, molto raffinato e bizzarro. Basti pensare che era solito tingersi i capelli con tinute d'importazione e che era solito far cucire le sue bandiere di guerra con l'intimo delle sue amanti. Conoscendo il francese, sua lingua madre, era uno stratega molto abile (aveva studiato tutte le campagne napoleoniche e i testi di Jomini), ma mancava completamente di abilità nel condurre armate sul campo (in parole povere, era abilissimo a fare piani, disastroso nell'applicarli). Tuttavia per ora non fece danni: il forte era difeso da un pugno di uomini che si arresero presto: il 14 Aprile la bandiera confederata (la "star and bars") sventolava su Sumter. La guerra di secessione era cominciata.

    Perchè Jeff Davis diede ordine di sparare? Era inevitabile? Secondo gli storici sudisti il piano di Lincoln era diabolicamente perfetto: se la Confederazione avesse permesso ai nordisti di aprire una linea di comunicazione con Forte Sumter l'indipendenza del Sud sarebbe stata una barzelletta. Come si potrebbe (dicono i sopracitati storici) convivere con organi attivi di una potenza straniera nel proprio territorio? Questa ipotesi non sta in piedi, purtroppo. Cuba ha convissuto per decenni con una base americana nel proprio territorio, senza mai porsi eccessivi problemi. E allora? La verità è che Lincoln non aveva altra scelta: o tentare di rinforzare Sumter, oppure sloggiare dal Sud tutti gli effettivi federali, dandola vinta alla Confederazione e esponendosi a gravi contraccolpi politci (in parole povere, sarebbe stata una tremenda figura di m**** in mondovisione).
    Il Sud invece, poteva benissimo permettere a Sumter e a qualche altro forte di rimanere sul proprio territorio. Avrebbe decisamente fregato il Nord: come avrebbe fatto Lincoln, infatti, a accusare il Sud di essere "dispotico" se quest'ultimo si fosse dimostrato pronto a scendere momentaneamente a patti? Insomma, la mia percezione è che il Sud avrebbe probabilmente guadagnato l'indipendenza non sparando.
    Ma allora perchè sparò? Semplice perchè il Sud voleva provocare il Nord, ne aveva un disperato bisogno. Mi spiego. Bisogna ricordare che a quel tempo gli stati dell'Upper South (cioè gli stati "cuscinetto" compresi tra il Profondo Sud e il Nord), e la Virginia in particolare, non avevano ancora seceduto (si dice così?) ma si erano limitati a dichiarare una stretta neutralità politica, ammettendo le simpatie verso il Sud ma non sentendosela ancora di fare l'estremo passo: per farla breve, aspettavano alla finestra in attesa degli eventi.
    Si dia il caso che questi stati incerti racchiudevano oltre il 70% del potenziale industriale delle terre meridionali, e che questo potenziale fosse di graaaan lunga più moderno di quello dei restanti stati (fonte The Confederacy as a revolutionary esperience di Emory M. Thomas, che riporta dati precisi, che non sto a ripetere per questioni di tempo). Jefferson Davis nella sua certezza ancestrale che una guerra sarebbe finita per scoppiare aveva bisogno di quelle industrie e di quelle ferrovie. Perciò non si poteva mostrare debole di fronte a Lincoln, gli stati neutrali avrebbero interpretato il fatto come un segno di debolezza del neonato governo confederato e non si sarebbero (secondo Davis) mai uniti alla Confederazione. Insomma, la scelta della guerra pesa tutta sul Sud. Uno dei tanti errori che la Confederazione fece nell'arco della sua breve vita.
    Inoltre, a dirla tutta, i confederati non temevano la lotta. In loro c'era radicata la convinzione di essere razzialmente superiori alli Yankee (si diceva che i sidisti discendevano dai Celti, mentre invece i nordisti sarebbero i discendenti della decadente genìa irlandese e puritana).
    Pensavano che, avendo il Nord piegato il capo già una volta (secessione) l'avrebbero piegata anche una seconda (Forte Sumter): se così non fosse stato ci avrebbero pensato i nobili cavalieri sudisti a spazzare la marmaglia cittadina del Nord, assolutamente inadeguata alla guerra.
    Nel Nord, parimenti, tutto era eccitazione. non si sapeva bene ancora per che cosa si dovesse combattere (emancipazione? Unione? Boh! Per ora ci si accontentava di difendere la dignità della Nazione agli occhi del mondo) ma comunque l'entusdiasmo era alle stelle.

    Ho cercato di dimostrare sostanzialmente come fu il Sud, tramite una deliberata decisione di Jeff Davis a rischiare tutto puntando sulla carta della guerra. Davis ha rischiato e ha perso, perdendo nellos tesso tempo 600,000 vite umane + un numero indeterminato, ma molto molto grande, di civili innocenti finiti uccisi dalle violenze, dalla guerra o dalla fame. Complimenti, davvero.
    Jeff Davis e l'èlite sudista bruciavano dalla voglia di essere i nuovi Washington ed erano convintissimi che solo una guerra avrebbe "cementato" le fondamenta della nuova Nazione.

    Va detto poi, che le accuse di "strangolamento" economico che i nostalgici sudisti tirano in ballo ogni due per tre è assolutamente sballata e assomiglia pericolosamente a certe scusanti che si sentono circolare ad oggi nei circoli neofascisti a proposito della II Guerra Mondiale e di Salò.
    Il Sud era ricco, molto ricco. La schiavitù fruttava un sacco, produceva molto a spese minime. Di fatto però il Sud rimaneva una sorta di Sud Africa pre-Mandela, dove pochi ricchi e "puri" razzialmente godevano di tutta la ricchezza a scapito di neri e bianchi poveri. E questa ricchezza non la investivano certo nel benessere del paese o dei propri concittadini....eh, no! Ma se li godevano loro, i piantatori, e crepassero pure gli altri puzzoni e plebei.
    Quello che non andava giù ai piantatori sudisti (che dominavano la vita politica dei loro Stati in maniera *assoluta*) era vedere come il Nord si ampliava, si evolveva e si estendeva ad Ovest. Ma come, quei puzzoni si moltiplicano come le cavallette, e noi, i puri, discendeti dei celti (questa componente proto-nazista era molto radicata nei sudisti) non riusciamo ad affermare la nostra supremazia politica sulla frontiera? Cominciarono così gli scontri in kansas Missouri etc... fortunatamente la visione del mondo dei sudisti era condannata alla sconfitta e infatti i coloni dei Border states non volevano saperne della schiavitù (comprensibilmente: loro ci volevano lavorare su quella terra, non farsi rimpiazzare dagli schiavi) e allora ecco che i piantatori si ritirano dal "gioco" portandosi via la palla. "O fate come noi o non giochiamo più"....alla fine è arrivata la mamma e li ha sculacciati.
     
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    In loro c'era radicata la convinzione di essere razzialmente superiori alli Yankee (si diceva che i sidisti discendevano dai Celti, mentre invece i nordisti sarebbero i discendenti della decadente genìa irlandese e puritana).

    Questa non sta in piedi. Celti da che parte? Anglosassoni, a parte l'ampia minoranza francese situata però in una zona precisa, quella del Mississipi e del Delta. E poi gli irlandesi... più celti di loro !
     
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  3. Antonio Gatti
     
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    CITAZIONE (Mister P @ 5/4/2006, 14:45)
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    In loro c'era radicata la convinzione di essere razzialmente superiori alli Yankee (si diceva che i sidisti discendevano dai Celti, mentre invece i nordisti sarebbero i discendenti della decadente genìa irlandese e puritana).

    Questa non sta in piedi. Celti da che parte? Anglosassoni, a parte l'ampia minoranza francese situata però in una zona precisa, quella del Mississipi e del Delta. E poi gli irlandesi... più celti di loro !

    Ma sono leggende metropolitane. Come i lombardi che si credono discendenti dei goti e dei longobardi, mentre invece sono mezzi francesi imbastarditi con spagnoli biggrin.gif
    Ripeto: se tu avessi letto qualche libro tipo quelli di W. C. Davis o Emory M. Thomas scopriresti questo aspetto razziale molto radicato nei confederati.
     
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  5. Antonio Gatti
     
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    CITAZIONE (Mister P @ 5/4/2006, 18:12)
    Libri non facili da reperire rolleyes.gif ...

    Su internetbookshop italia li trovi a volontà. Volere è volare.
     
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  7. Trey Atwood
     
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    ottimo appunto^^ grazie
     
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  8. Tex Fanatico
     
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    Appena ho tempo leggo con un po' di calma...

    Solo una cosa, dalle prime righe...

    Sempre chi perde cerca di sdrammatizzare.
     
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7 replies since 5/4/2006, 09:20   337 views
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