Eroi dimenticati

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    Friedrich Paulus

    Friedrich Wilhelm Ernst Paulus (Breitenau, 23 settembre 1890 - Dresda, 1 febbraio 1957) fu un generale tedesco, in seguito promosso Feldmaresciallo durante la Seconda guerra mondiale.

    Paulus era figlio di un contabile. Cercò senza riuscirvi si diventare cadetto della Marina Imperiale Tedesca, è per breve tempo studiò legge all'Università di Marburgo. Decise quindi di lasciare l'università e si arruolò nel 111° Reggimento di Fanteria, come ufficiale cadetto, nel 1910. Il 4 luglio 1912 si sposò con Elena Rosetti-Solescu.

    Allo scoppio della Prima guerra mondiale, il reggimento di Paulus prese parte all'invasione della Francia, entrò in azione nei Vosgi e attorno ad Arras, nell'autunno del 1914. Dopo una licenza per malattia, Paulus entra negli Jäger Alpenkorps come ufficiale di stato maggiore, prestando servizio in Macedonia, Francia e Serbia. Alla fine della guerra aveva raggiunto il grado di capitano.

    Paulus restò nella ridimensionata Reichswehr che venne costituita a seguito del Trattato di Versailles e venne assegnato al 13° Reggimento di fanteria di stanza a Stoccarda, come comandante della compagnia fucilieri. Prestò servizio con diversi incarichi nello Stato Maggiore per oltre un decennio (1921-1933), quindi comandò per breve tempo una brigata motorizzata (1934-1935) prima di essere nominato Capo di Stato Maggiore per il Comando Panzer nel 1935. Occupò tale posizione fino al 1939, quando venne promosso a Maggiore Generale e divenne Capo di Stato Maggiore della X Armata tedesca, con la quale prestò servizio in Polonia durante la Campagna di Polonia, Paesi Bassi e Belgio durante la Campagna di Francia (nelle ultime due campagne, l'armata era stata rinumerata come VI Armata). Venne nominato vicecapo dello Stato Maggiore Generale tedesco nel 1940, e con tale ruolo contribuì a delineare i piani per l'invasione dell'Unione Sovietica. Divenne comandante della VI Armata tedesca nel gennaio 1942 e guidando l'avanzata su Stalingrado.

    Andando contro alle sue valutazioni, seguì gli ordini di Hitler che prevedevano di tenere le posizioni a Stalingrado in qualsiasi circostanza, anche dopo che le sue forze vennero completamente circondate dal nemico. Un tentativo di soccorso da parte del Gruppo d'Armate del Don, sotto il comando del Feldmaresciallo von Manstein, fallì inevitabilmente, poiché a Paulus venne rifiutato il permesso di spezzare l'accerchiamento. La VI Armata venne sconfitta assieme ai suoi alleati rumeni e alle truppe ausiliarie russe, dall'Armata Rossa del generale Georgij Zhukov nel gennaio 1943. La battaglia fu combattuta con terribili perdite da ambo le parti e tra indicibili sofferenze, segnando i rapporti tra le due nazioni per molti anni a venire.

    L'incapacità o la mancata volontà di Paulus di salvare i suoi uomini, prendendo una decisione contraria al volere di Hitler e districando l'armata da una posizione indifendibile, lo pone sotto una luce sfavorevole dal punto di vista storico. Comunque, egli rifiutò di suicidarsi come richiesto da Hitler. Ci si aspettava che Paulus tenesse Stalingrado fino alla morte. Hitler promosse Paulus al grado di feldmaresciallo, quando il destino della VI Armata era ormai segnato. Poiché nessun Feldmaresciallo tedesco nella storia si era mai arreso, l'implicazione era chiara.

    Nonostante ciò, egli fece una sorta di resa, poche ore dopo essere stato promosso, nel febbraio 1943. Mentre era prigioniero dei sovietici, divenne una voce critica del regime nazista, unendosi al Comitato nazionale per una Germania Libera sponsorizzato dall'URSS e appellandosi ai tedeschi perché si arrendessero. In seguito fu testimone dell'accusa al processo di Norimberga. Venne rilasciato nel 1953, due anni prima del rimpatrio dei restanti prigionieri di guerra tedeschi (in gran parte veterani di Stalingrado), che erano stati designati come "criminali di guerra" dai sovietici.

    Paulus rimane una figura storica controversa, a causa della sua tardiva conversione all'anti-nazismo, e per il suo carattere oltremodo remissivo nei confronti di Hitler. Viene frequentemente contrapposto a Erwin Rommel, che proveniva da un ambiente simile, con una famiglia senza tradizione militare, che era anch'esso visto molto di buon occhio da Hilter, ma la cui resistenza al capo lo portò ad essere costretto a porre fine alla sua vita col cianuro.

    Friedrich Paulus morì nella Germania Est, era diventato un ispettore di polizia.


    Precisazione sul nome
    Paulus è noto anche come von Paulus. Il von non è autentico, si tratta di un malinteso basato presumibilmente sul fatto che per molte "famiglie nobili" tedesche, la carriera di ufficiale nelle forze armate era tradizionalmente una scelta popolare per almeno uno dei figli. Molti ufficiali e generali portavano il "von" nei loro nomi. Paulus era figlio di un ufficiale inferiore, una delle ragioni per cui venne promosso da Hitler, che lo vedeva nella sua stessa luce; un genio di umili origini.



    Georgij Konstantinovič Žukov (russo: Гео́ргий Константи́нович Жу́ков) (1 dicembre 1896 (calendario gregoriano); 19 novembre 1896 (calendario giuliano) - 18 giugno 1974), generale e politico sovietico, è noto per aver condotto, durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Armata Rossa alla liberazione dell'Unione Sovietica dall'occupazione nazista, all'occupazione della maggior parte dell'Europa Orientale ed alla conquista della capitale tedesca, Berlino.

    Dopo la fine della guerra venne indagato dalla NKVD, la polizia segreta, probabilmente su ordine dello stesso Stalin. Visse quindi come semi-recluso e lontano dalla vita pubblica fino al 9 maggio 1965, tranne per un breve periodo come Ministro della Difesa sotto Krusciov. Per il ventesimo anniversario della resa tedesca, avvenuta il 9 Maggio 1945, in occasione delle celebrazioni ufficiali fu invitato ad un banchetto al Cremlino da Leonid Breznev. Dopo quest'avvenimento, pur essendo stato riabilitato ufficialmente, non ricomparve più in pubblico fino alla sua morte.

    Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Georgij_%C5%BDukov"

    Questo è quello che ho trovato

    Ljudmila Mikhailovna Pavličenko

    Ljudmila PavličenkoLjudmila Mikhailovna Pavličenko (ucraino: Людмила Михайлівна Павліченко, russo: Людмила Михайловна Павличенко; Bila Tserkva, RSS Ucraina, oggi Ucraina, 12 luglio 1916 – 10 ottobre 1974) fu una soldatessa dell'Unione Sovietica e un tiratore scelto.

    Pavličenko fu una studentessa brillante nei suoi primi anni. Quattordicenne, andò a vivere a Kiev, capitale della Repubblica Sovietica d'Ucraina, coi genitori. In quella città si abbonò a un'associazione di tiro a segno, e sviluppò notevolì capacità di tiro. In quel periodo lavorava come operaia addetta allo sminuzzamento dei minerali alle Industrie Arsenal di Kiev.

    Nel giugno del 1941, in un periodo in cui Pavličenko studiava storia alla Università di Kiev, la Germania Nazista mosse guerra all'Unione Sovietica (vedi anche Operazione Barbarossa), in seguito alla quale si arruolò quasi immediatamente. All'ufficio arruolamento, richiese di unirsi alla fanteria e di conseguenza fu assegnata alla 25° Divisione di Fanteria dell'Armata Rossa, e divenne una delle 2000 cecchine sovietiche, di cui solo 500 sopravvissero alla guerra (si deve specificare che nell'Armata Rossa le donnevenivano coscritte e in guerra mandate in prima linea come gli altri soldati; quindi, anche se non si fosse arruolata volontariamente, sarebbe stata comunque fatta combattere).

    Come tiratrice, uccise i primi due soldati nemici presso Beljajevka, usando un fucile Mosin-Nagant da cinque colpi (riadattato per il tiro di precisione con un'ottica a quattro ingrandimenti montata sulla canna), che sparava un proiettile di 9.6 g a 853 m/s, efficace entro un raggio di 550 m.

    Il soldato Pavličenko combatté circa 80 giorni presso Odessa, dove le si attribuirono 187 soldati nemici uccisi e le vennero conferiti svariati avanzamenti di grado. Quando i tedeschi presero controllo della città, la sua unità venne fatta ripiegare per affrontare il nemico a Sebastopoli, in Crimea. Secondo i rapporti del Voyensoviet (Stato Maggiore) del Fronte Meridionale sovietico nel maggio 1942, il tenente Pavličenko aveva eliminato 257 soldati tedeschi e dell'Asse, e alla fine del conflitto tale numero aumentò fino a 309 soldati nemici, tra cui 36 tiratori scelti.

    Si narra che la Pavličenko avesse trovato sul campo di battaglia il registro delle uccisioni di uno dei cecchini tedeschi che aveva freddato, e che il conto delle sue vittime fosse superiore a 500.

    Nel giugno 1942, fu ferita da un colpo di mortaio. Poiché ormai era un'eroina, le fu negato il permesso di continuare a combattere meno di un mese dopo la guarigione della ferita, e di conseguenza fu trasferita nelle retrovie. Fu inviata in Canada e negli Stati Uniti per una visita di propaganda, e divenne la prima cittadina Unione Sovietica ad essere ricevuta da un Presidente degli Stati Uniti d'America. Franklin D. Roosevelt e sua moglie le diedero il benvenuto alla Casa Bianca, e in seguito la Pavličenko fu invitata da Eleanor Roosevelt in un vero e proprio tour di conferenze in tutti gli Stati Uniti per raccontare la propria esperienza. Fece un'apparizione alla International Student Assembly a Washington, D.C., dove fu acclamata come un'eroina, e si recò a New York City per un ciclo di discorsi, interviste e conferenze. In Canada, le fu presentato un fucile Winchester con ottica di precisione, che oggi è esposto al Musei Centrale delle Forze Armate, a Mosca.

    Dopo la promozione al grado di Maggiore, la Pavličenko non tornò in combattimento, ma divenne istruttore di riconosciuta bravura, capace di addestrare centinaia di tiratori sovietici fino alla fine della guerra. Nel 1943, fu insignita della Stella d'Oro di Eroe dell'Unione Sovietica. Dopo la guerra, riuscì a laurearsi all'Università di Kiev e iniziò una carriera come storico. Dal 1945 al 1953, fu assistente ricercatore del Quartier Generale della Marina Sovietica, ruolo nel quale fu coinvolta all'interno di una lunga serie di conferenze e congressi. In seguito, fu membro attivo del Comitato Sovietico Veterani di Guerra.

    Ljudmila Pavličenko è oggi sepolta al cimitero Novodevichje di Mosca.

    da wikipedia.it

    Nina Aleksejevna Lobkovskaja

    Il tenente Nina Aleksejevna Lobkovskaja (russo: Нина Алексейевна Лобковская) fu un cecchino sovietico in
    forza all'Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale.

    La prima di cinque figli di una famiglia siberiana, Lobkovskaja crebbe in Tagikistan, dove la sua famiglia si spostò per motivi di salute del padre Aleksej. Dopo la morte del padre, arruolatosi nell'esercito e caduto in battaglia a Voronezh, Lobkovskaja si arruolò e divenne una delle 300 tiratrici scelte inviate a Veshnjaki per l'addestramento.

    Dal febbraio 1945 fino alla fine della guerra, ella comandò una compagnia di tiratrici che presero parte all'ultima spinta verso Berlino. Alla Lobkovskaya furono attribuite 309 perdite nemiche durante la guerra, lo stesso conteggio di Ljudmila Pavličenko.



    Vasily Grigorievič Zaitsev

    Vassili Zaitsev a Stalingrado, ottobre 1942Vasily Grigorievič Zaitsev (russo: Васи́лий Григо́рьевич За́йцев – Jelino, 23 marzo 1915 - Kiev, 15 dicembre 1991) era un tiratore scelto sovietico attivo durante la seconda guerra mondiale. Il suo primo campo di battaglia fu Stalingrado, dove tra il 10 novembre e il 17 dicembre 1942 uccise 225 tra soldati e ufficiali della Wehrmacht e altri eserciti dell'Asse, tra cui 11 cecchini nemici.

    Prima del 10 novembre aveva già ucciso 32 soldati dell'Asse con il fucile Mosin-Nagant d'ordinanza (triokhlinejka, fucile da tre linee, ovvero calibro 7,62). Si stima che i 28 cecchini da lui addestrati abbiano ucciso più di 3000 soldati nemici. Alcune fonti riportano che i risultati di Zaitsev furono notevoli, ma non gli unici di questa portata: un soldato sovietico la cui identità è rimasta ignota, identificato solo col soprannome di Zikan, aveva ucciso 224 soldati alla data del 20 novembre.

    Zaitsev era inquadrato nel 1047° reggimento fucilieri della 284° divisione di fanteria, parte della LXII Armata. Zaitsev restò sotto le armi fino al gennaio 1943, quando fu ferito agli occhi. Il professor Filatov fu in grado di ripristinare la vista di Zaitsev, che poté concludere la guerra sul fronte del Dniestr col rango di Capitano. Dopo la guerra, Zaitsev gestì una fabbrica a Kiev.

    Secondo alcune fonti sovietiche, i tedeschi, nel tentativo di ucciderlo, mandarono a Stalingrado il maggiore Heinz Thorvald, comandante della loro scuola militare per tiratori scelti. Si narra che Zaitsev, dopo una caccia durata diversi giorni, abbia intravisto il suo cacciatore sotto una lamina di ferro, e lo abbia ucciso. Lo scontro tra i due fu reso in forma di fiction nel film Il nemico alle porte.

    Il mirino telescopico del fucile di Thorvald, che si deduce sia stato il più importante dei trofei di caccia di Zaitsev, è attualmente esibito presso il Museo dell'Armata Rossa di Mosca. È bene tenere presente che, tuttavia, l'intera storia rimane a metà tra realtà e fantasia, non essendovi mai state conferme ufficiali. Il duello non trova infatti alcun riscontro nelle fonti ufficiali militari sovietiche, dove pure ogni azione compiuta da alcuni cecchini è riportata con dovizia di particolari.

    Zaitsev crebbe a Jelino, un paese sugli Urali dove imparò a sparare cacciando le renne. I tiratori che addestrò furono così trascinanti nella loro preparazione che di fatto segnarono l'inizio del "fenomeno dei cecchini" che diede tanto lustro alla LXII Armata sovietica. Si iniziò un ciclo di conferenze il cui scopo era la diffusione dell'esempio di Zaitsev nella "filosofia" dei tiratori scelti, e soprattutto per scambiare e discutere idee sui principi di una specialità che, per lui, non si limitava alle capacità di tiro. Zaitsev morì all'età di 76 anni a Kiev, in un'epoca di straordinari cambiamenti per il suo Paese.

    Quindici anni dopo, il 31 gennaio 2006, Vasily Zaitsev fu seppellito al Mamayev Kurgan con i più alti onori militari: il suo ultimo desiderio era di essere seppellito vicino al monumento dei difensori di Stalingrado. La sua bara è stata inumata nei pressi di un monumento che riporta la sua più famosa citazione: "Non c'è spazio per noi dietro il Volga."



    Erwin Rommel
    Da Wikipedia

    Erwin RommelErwin Johannes Eugen Rommel (Heidenheim, 15 novembre 1891 - 14 ottobre 1944, Herrlingen presso Ulm) fu un generale tedesco e comandante degli Afrika Korps durante la seconda guerra mondiale. È anche conosciuto per il suo soprannome: La volpe del deserto (Wüstenfuchs).

    Gioventù
    Rommel nacque a Heidenheim, a circa 50 km da Ulm, nello stato del Württemberg. Figlio di un insegnante protestante, Rommel voleva diventare ingegnere (magari per lavorare sugli zeppelin), ma invece si arruolò nel locale 124o Reggimento di Fanteria come ufficiale cadetto, nel 1910. Due anni dopo, venne nominato Tenente. Durante la prima guerra mondiale, Rommel prestò servizio in Francia, così come sul fronte rumeno e italiano, durante quel periodo venne ferito tre volte e premiato con la Croce di Ferro di prima e seconda classe. Fu anche il più giovane militare a ricevere la più alta onoreficenza militare tedesca, la medaglia Pour le Mérite, che ricevette dopo aver combattuto sulle montagne dell'Italia nord orientale, precisamente nella Battaglia di Longarone. Ivi con un audace colpo di mano fece 9000 prigionieri e un bottino impressionante che gli valsero la suddetta medaglia.

    Nel 1911, come cadetto a Danzica, Rommel conobbe la sua futura moglie, Lucie, che sposò nel 1916. Nel 1928, ebbero un figlio, Manfred Rommel. Gli studiosi Bierman e Smith sostengono che Rommel ebbe anche una relazione con Walburga Stemmer, nel 1912, e che dalla storia nacque una figlia di nome Gertrud (The Battle of Alamein: Turning Point, World War II, p. 56).


    Dopo la prima guerra mondiale
    Nel primo dopoguerra fu comandante di reggimento ed istruttore alla Scuola di Fanterie di Dresda (1929-1933) e all'Accademia di Guerra di Potsdam (1935-1938). I suoi diari di guerra, Infanterie greift an (La fanteria attacca!), divenne uno dei principali libri di testo dopo essere stato pubblicato nel 1937. Nel 1938, Rommel (ora Colonnello) viene nominato comandante dell'Accademia di Guerra di Wiener Neustadt. Venne comunque rimosso dopo poco tempo, e posto al comando del battaglione di protezione personale di Adolf Hitler. Venne nuovamente promosso a Generale maggiore poco prima dell'invasione della Polonia.


    Seconda guerra mondiale
    Nel 1940 gli venne affidato il comando della 7a Panzer Divisionen, per il Fall Gelb, l'invasione ad occidente. Rommel mostrò un'abilità considerevole in quell'operazione, e venne nominato comandante delle truppe tedesche, la 5a Leggera (poi rinominata 21. Panzer-Division)e successivamente la 15a Panzer Divisionen, che vennero inviate in Libia all'inizio del 1941 per aiutare le truppe italiane sconfitte, formando così i celebri Deutsches Afrika Korps. Fu proprio in Africa che Rommel si conquistò la sua grande fama di comandante.

    Spese la maggior parte del 1941 costruendo la sua organizzazione e riformando le unità italiane frantumate, che avevano subito una serie di sconfitte, per mano dei britannici guidati dal Generale maggiore Richard O'Connor. Un'offensiva spinse le forze britanniche fuori dalla Libia, ma si fermò poco oltre il confine egiziano, e l'importante porto di Tobruk rimase ancora nelle mani delle forze alleate, dietro le linee dell'Asse. Il comandante in capo britannico, Generale Archibald Wavell scambiò il comando con il comandante in capo in India, Generale Claude Auchinleck. Auchinleck lanciò una grande offensiva (denominata Operazione Battleaxe) per alleviare l'assedio di Tobruk ma, quando la spinta si esaurì, Rommel colpì.

    In un classico esempio di blitzkrieg, le forze britanniche vennero completamente sbaragliate. Nel giro di settimane furono respinte in Egitto. L'offensiva di Rommel si fermò nei pressi della piccola stazione ferroviaria di El Alamein, appena un centinaio di chilometri da Il Cairo. La Prima battaglia di El Alamein venne persa da Rommel perché soffrì dell'eterna maledizione della guerra nel deserto, le linee di approvvigionamento troppo allungate. I Britannici, con le spalle al muro, erano molto vicini ai loro punti di rifornimento, e disponevano di truppe fresche. Rommel cercò ancora di penetrare le linee nemiche durante le Battaglia di Alam Halfa. Venne fermato definitivamente dal nuovo comandante britannico, il Tenente Generale Bernard Montgomery.

    Con le forze britanniche che da Malta interdivano i rifornimenti via mare, e l'enorme distanza che aveva coperto nel deserto, Rommel non poteva tenere la posizione di El Alamein per sempre. Nonostante ciò, occorse un'altra grossa battaglia, la Seconda battaglia di El Alamein per forzare le sue truppe a ritirarsi. Dopo la sconfitta di El Alamein, nonostante le pressioni di Hitler e Mussolini, le truppe di Rommel non riuscirono a resistere e combattere fino a quando non entrarono in Tunisia. Lì giunti, la loro prima battaglia non fu contro l'Ottava Armata Britannica, ma contro il Secondo Corpo d'Armata Statunitense. Rommel inflisse un bruciante rovescio alle truppe americane nella Battaglia del Passo di Kasserine.

    Rivolgendosi ancora una volta a fronteggiare le forze britanniche, sul vecchio confine difensivo francese della Linea del Mareth, Rommel poté solo ritardare l'inevitabile. Lasciò l'Africa dopo essersi ammalato, e gli uomini del suo comando divennero prigionieri di guerra.

    Alcuni sostengono che il ritiro dell'armata di Rommel fino in Tunisia contro il volere di Hitler fu una vittoria più grande della cattura di Tobruk. Tornato in Germania, Rommel fu per qualche tempo virtualmente "disoccupato". Comunque, quando le sorti della guerra si rivolsero contro la Germania, Hitler pose Rommel al comando del Gruppo d'Armata B, responsabile della difesa della costa francese contro una possibile invasione alleata. Dopo le sue battaglie in Africa, Rommel concluse che ogni movimento offensivo sarebbe stato impossibile a causa della supremazia aerea alleata. Riteneva che le forze dei panzer dovessero essere tenute il più vicino possibile al fronte, di modo che non dovessero partire da lontano al momento dell'invasione, di modo da poterla fermare sulle spiagge.

    Il suo comandante, Gerd von Rundstedt, invece sentiva che non c'era modo di fermare l'invasione vicino alle spiagge a causa della soverchiante potenza di fuoco della Royal Navy. Riteneva che i panzer dovessero essere disposti in grosse unità nel retroterra vicino a Parigi, dove potevano permettere agli alleati di dilagare in Francia per poterli poi tagliare fuori. Quando gli venne chiesto di scegliere un piano, Hitler vacillò e li posizionò a metà strada, abbastanza lontani da essere inutili a Rommel, e non abbastanza lontani da poter solo osservare la battaglia come voleva von Rundstedt.

    Il piano di Rommel quasi riuscì a dare comunque i suoi frutti. Durante il D-Day molte unità di panzer, soprattutto la 12. SS-Panzer-Division (la divisione d'elite Hitler Jugend), erano abbastanza vicine alle spiagge e crearono gravi danni. Il soverchiante numero di truppe alleate rese comunque improbabile qualsiasi speranza di successo, e ben presto le teste di ponte sulle spiagge furono assicurate.

    Nel luglio 1944 la sua autovettura venne mitragliata da un aeroplano britannico, e Rommel dovette essere ricoverato con gravi ferite alla testa. Nel frattempo, dopo il fallito complotto del 20 luglio contro Adolf Hitler, vennero sospettate le connessioni di Rommel con i cospiratori. Bormann era sicuro del coinvolgimento di Rommel, Goebbels non lo era affatto. La vera estensione della conoscenza del complotto da parte di Rommel non è ancora chiara. A causa della popolarità di Rommel tra il popolo tedesco, Hitler gli diede la possibilità di suicidarsi con il cianuro o di affrontare il disonore e la rappresaglia nei confronti della sua famiglia e dei suoi collaboratori. Rommel diede termine alla sua vita il 14 ottobre 1944, e venne seppellito con pieni onori militari dopo un grandioso funerale di stato.

    Dopo la guerra vennero pubblicati i suoi diari.


    La personalità di Rommel
    Rommel non apparteneva all'aristocrazia militare prussiana, era invece un ufficiale che proveniva dalla gavetta e in condizioni normali avrebbe potuto aspirare al massimo al grado di Colonnello. Ma la partecipazione alle due guerre mondiali dove diede sfoggio delle sue indubbie doti di comando, unita alla militanza nei Freikorps (da cui sarebbe scaturito il partito Nazista), a cavallo tra le due guerre, lo lanciarono in una carriera che lo portò a poco più di cinquant'anni ad ottenere il grado di Feldmaresciallo (il più alto dell'esercito tedesco).

    La sua estrazione "popolare" piaceva molto a Goebbels, verso il quale Rommel fu sempre molto disponibile, che ne volle sfruttare l'"immagine vincente" per la sua propaganda. I suoi colleghi generali, provenienti dalle accademie prussiane, non nascondevano l'antipatia, se non il disprezzo, che nutrivano nei suoi confronti.

    D'altra parte Rommel non fece mai molto per rendersi simpatico agli occhi degli altri ufficiali superiori. Testardo nelle sue convinzioni, spesso sgarbato, a volte ben oltre i limiti dell'insulto, nei confronti degli altri generali, soprattutto italiani, ma anche della stessa Wehrmacht, era invece adorato dai suoi uomini.

    Motivo dell'ammirazione che suscitava tra la truppa era sicuramente il fatto che Rommel, contrariamente agli altri generali, non si limitava a seguire i combattimenti da distanza di sicurezza, ma era sempre presente in prima linea. A bordo del suo panzer, o del "Mammuth" (un centro comando mobile ricavato da un camion blindato inglese catturato in Africa), o in volo sulle linee a bordo di uno Storch da ricognizione, Rommel si muoveva lungo tutta la prima linea impartendo ordini e guidando i suoi uomini in battaglia.

    Le sue decisioni in battaglia, spesso improvvise e talvolta ai limiti dell'insubordinazione (avanzare quando gli veniva ordinato di fermarsi), oltre a far infuriare i superiori, resero spesso inutile il lavoro svolto da Ultra (il complesso apparato utilizzato dagli inglesi per decodificare i messaggi che i tedeschi si trasmettevano con Enigma) per scoprire i piani dei tedeschi.

    Vale la pena di citare alcuni episodi della "Campagna d'Africa" che possono aiutare a comprendere il carattere di Rommel. Quando la strada verso Il Cairo e il Canale di Suez sembrava ormai spianata, Mussolini volò in Libia per godersi un trionfo che non arrivò; durante la sua permanenza chiese più volte di incontrare Rommel, ma questi si rifutò sempre, adducendo come scusa il fatto che fosse "troppo impegnato in prima linea". Rommel trovò però il tempo per recarsi in visita al capezzale di un maggiore italiano, che, al comando di un reparto di artiglieria, si era distinto nella difesa del Passo di Halfaya, conquistandosi la stima della "volpe del deserto".

    Dopo la presa di Tobruk, un generale sudafricano bianco, parlando anche a nome dei suoi ufficiali, chiese a Rommel di essere detenuto in un'area separata da quella delle truppe di colore. La risposta di Rommel fu secca: "Per me i soldati sono tutti uguali. I neri vestono la vostra stessa divisa, hanno combattuto al vostro fianco, e quindi starete rinchiusi nello stesso recinto."


    Canto dell'Afrikakorps a lui dedicato

    1. Wir sind das deutsche Afrikakorps

    Des Führers verwegene Truppe

    Wir stürmen wie die Teufel hervor

    Versalzen dem Tommy die Suppe

    Wir fürchten nicht Hitze und Wüstensand

    Wir trotzen dem Durst und dem Sonnenbrand

    Marschieren beim Takt unserer Trommel

    Vorwärts, vorwärts

    |: Vorwärts mit unserem Rommel! :|


    2. Die Briten fürchten uns wie die Pest

    Sie sitzen auf glühenden Kohlen

    Wir rächen Deutsch-Ost und rächen Südwest

    Das einst sie uns feige gestohlen

    Sind Churchhill und Roosevelt auch Wut entbrannt

    Wir werfen die Feinde in jedem Land

    Es schlägt Generalmarsch die Trommel

    Vorwärts, vorwärts

    |: Vorwärts mit unserem Rommel! :|


    3. Mit uns im Kampf und im Siege vereint

    Marschieren Italiens Scharen

    Bis einst die Sonne des Friedens uns scheint

    Und wieder gen Deutschland wir fahren.

    Doch wenn mich die feindliche Kugel fand

    So lasset mich ruhen im Wüstensand

    Und rühret noch einmal die Trommel

    |: Vorwärts mit unserem Rommel :|


    Battaglie di Erwin Rommel
    Battaglia di Arras (1940)
    Assedio di Tobruk (1941)
    Battaglia di Gazala (1942)
    Battaglia di Bir Hakeim (1942)
    Prima battaglia di El Alamein (1942)
    Battaglia di Alam Halfa (1942)
    Seconda battaglia di El Alamein (1942)
    Battaglia del Passo di Kasserine (1943)
    D-Day (1944)

    Ho da qualche parte un articolo di Libero che ne fa un figura negativa

    Wilhelm Canaris

    Wilhelm Franz Canaris (Aplerbeck, 1 gennaio 1887 - Flossenbürg, 9 aprile 1945) fu un ammiraglio tedesco, a comando dell'Abwehr, il servizio segreto della Wehrmacht, dal 1935 al 1944.


    Carriera militare
    Nato nel 1887 ad Aplerbeck, vicino a Dortmund, da una famiglia di lontane origini greche, nel 1905 si arruola come cadetto nella Marina Imperiale Tedesca e fra i primi incarichi da ufficiale, ha il compito di fare da interprete ai tedeschi che rimpatriano dal porto di Veracruz, in Messico, a causa della rivoluzione.

    Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale presta servizio come tenente di vascello e ufficiale addetto alle informazioni a bordo dell'incrociatore Dresden, prendendo parte alla Battaglia delle Falkland con la flotta dell'ammiraglio Maximilian von Spee. Dopo l'affondamento del Dresden al largo delle Isole di Juan Fernández per evitarne la cattura da parte britannica, viene internato in un campo di prigionia in Cile, dal quale evade nell'agosto del 1915 e, dopo una lunga marcia attraverso le Ande, raggiunge l'Argentina, dove riesce ad imbarcarsi per tornare in Germania. Decorato con la Croce di Ferro, viene assegnato al nascente servizio segreto della Marina. Lavora come agente in Spagna dall'aprile del 1916, sfuggendo ad un attentato e diventando uno degli uomini più ricercati dall'MI6, il servizio segreto britannico. Nel 1918 torna in servizio attivo come comandante di U-boot nel Mediterraneo, dove affonda diciotto unità nemiche.

    Al termine della guerra Canaris continua la carriera militare, aderendo inizialmente ai Freikorps, spinto dall'anarchia e dal disordine dilaganti durante i primi giorni della Repubblica di Weimar, e poco dopo nella Reichsmarine. Nel 1919 fa parte della corte marziale che assolve i killer degli spartachisti Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Viene promosso rapidamente, ottenendo il comando della corazzata Schlesien nel 1922, dell'incrociatore scuola Berlin nel 1923 ed il grado di capitano di vascello nel 1931. In questo periodo prosegue il suo lavoro per i servizi segreti, intesificando i suoi contatti con alti ufficiali, politici ed industriali, nel tentativo di stabilire un nuovo ordine nella politica tedesca. Parallelamente, segue ed appoggia lo sviluppo del partito Nazionalsocialista, non diventandone mai un membro, e nel 1935 diventa capo dell'Abwehr, con la promozione al grado di ammiraglio.


    Il Nazismo e la Seconda Guerra Mondiale
    Sotto la sua direzione, l'Abwehr si organizza in modo più efficace e aumenta la propria influenza a discapito delle agenzie rivali, come la famigerata SD di Reinhard Heydrich, il servizio segreto delle SS. Il primo obbiettivo di Canaris è cercare di migliorare i rapporti fra le due strutture e questo viene facilitato dal fatto che i due comandanti si conoscono dal tempo in cui Heydrich era imbarcato sul Berlin. I compiti vengono divisi: l'Abwehr si sarebbe occupata dello spionaggio e del controspionaggio militare, la Gestapo e la SD avrebbero agito in campo politico.

    Nonostante il suo iniziale appoggio alla presa di potere da parte di Hitler, in cui si illude di vedere il restauratore dei valori germanici, si rende ben presto conto della brutalità nazista ed inizia segretamente a lavorare per rovesciare il regime. Nel 1938, dopo l'annessione dei Sudeti, avvisa il generale Francisco Franco dei piani tedeschi per la cattura di Gibilterra e gli chiede di impedire il passaggio di truppe attraverso la Spagna. Nello stesso anno e successivamente nel 1939 è coinvolto nello studio di due piani per l'assassinio di Hitler.

    Dopo l'inizio della guerra fra Germania e Polonia, visita il fronte ed è testimone delle atrocità e dei crimini di guerra commessi dalle squadre della morte delle SS. Assiste all'incendio della sinagoga di Będzin e alla morte dei residenti ebrei della città. Riceve anche numerosi rapporti da agenti dell'Abwehr su molti altri omicidi di massa in tutto il territorio polacco controllato dalla Wehrmacht. Sconvolto dallo sviluppo della situazione bellica e politica, riunisce attorno a sé ufficiali dell'esercito e funzionari governativi antinazisti, allo scopo di eliminare Hitler e trattare una resa onorevole con gli Alleati. Ne nascerà il fallito Complotto del 20 luglio 1944, dal quale il dittatore esce illeso.

    Dalla feroce caccia ai cospiratori che segue, non sfugge Canaris. Il pomeriggio del 23 luglio Walter Schellenberg, comandante dell'Abwehr dal febbraio 1944, si presenta a casa dell'ammiraglio, alla periferia di Berlino. Trasferito all'Accademia della Gestapo di Fürstenberg/Havel, vi rimane recluso fino al 7 febbraio 1945. Portato al campo di concentramento di Flossenbürg, vicino al confine cecoslovacco, viene ammanettato, incatenato alle caviglie e rinchiuso nella cella numero 22. La sera dell'8 aprile, dopo l'ennesimo interrogatorio con torture, un esanime Canaris batteva sul muro, a beneficio del compagno di prigionia della cella numero 21, un ultimo messaggio: "Naso rotto durante ultimo interrogatorio. La mia ora è giunta. Non ero un traditore. Ho fatto il mio dovere di tedesco. Se sopravvivi, ricordami a mia moglie". La mattina seguente, l'ammiraglio Canaris viene portato nudo al patibolo e strangolato. Meno di un mese dopo, i sovietici avrebbero alzato la bandiera rossa sul Reichstag.



    Heinz Guderian

    Heinz Guderian (Kulm, 17 giugno 1888 - Schwangau, 14 maggio 1954), Generale dell'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale, fu uno dei più abili strateghi del conflitto, e di fatto è considerato il padre delle truppe corazzate tedesche.


    Biografia
    Nato nel 1888 in una famiglia discendente da proprietari terrieri prussiani, fu uno dei generali di Hitler che meglio interpretò i principi della guerra lampo (Blitzkrieg).

    Nel 1907, subito dopo essere uscito dalla scuola militare di Gross Lichterfelde, venne assegnato ad un reparto di fanteria (il X. battaglione Jäger) che lasciò nel 1911 per frequentare un lungo corso di radiotelegrafia per poi entrare a far parte della 5. Divisione di cavalleria in qualità di ufficiale segnalatore. Nel 1914 viene ammesso alla prestigiosa accademia militare di guerra di Potsdam.

    Lo scoppio della Grande Guerra lo costrinse ad abbandonare la frequentazione dell'accademia e a rientrare alla propria divisione, distinguendosi sulla Marna e venendo successivamente trasferito, a causa dei contrasti sorti con i suoi superiori, dapprima alla 4. Divisione di cavalleria quindi, il 28 febbraio 1918, dopo aver completato il corso di radiotelegrafista interrotto quattro anni prima, al corpo di Stato maggiore, dove rimase fino al termine del conflitto. Trasferito nel 1919 al distretto orientale, venne distaccato alla divisione del generale Rüdiger von der Goltz, di stanza nel Baltico.

    Nuovamente trasferito a causa di episodi di insubordinazione, questa volta con il comandante generale della Reichswehr, generale Hans von Seeckt, rimase nell'ombra fino al 1922 quando si vide affidare l'incarico di studiare la possibilità di creare una forza meccanizzata nell'esercito tedesco.

    Promosso Oberst (colonnello) nel 1933, l'anno successivo venne trasferito, in qualità di capo di Stato maggiore, presso il comando delle truppe corazzate e nel 1935 ricevette il comando della nuova 2. Panzer-Division a Würtzberg. Il 1 agosto 1936 venne promosso Generalmajor (generale di brigata) e il 14 febbraio 1938 Generalleutnant (generale di divisione), pochi giorni prima di essere trasferito presso il comando del XVI. Corpo d'armata, con cui prese parte all'Anschluss.

    Il 20 novembre 1938 viene promosso General der Panzertruppen, ricevendo inoltre l'incarico di comandante dei reparti corazzati tedeschi; nello stesso anno pubblicò un libro dal titolo Achtung Panzer, in cui sostenne che i mezzi corazzati sono il principale strumento offensivo a cui le altre armi devono essere subordinate in caso di attacco concentrato.

    Al comando del XIX. Panzerkorps, prese parte all'attacco alla Polonia, al termine del quale venne decorato con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro. Trasferito sul Fronte Occidentale, guidò le avanguardie tedesche durante l'occupazione della Francia, inizialmente come parte del Panzergruppe von Kleist, e successivamente, a causa di contrasti con von Kleist, alla testa di un proprio reparto autonomo, il Panzergruppe Guderian.

    Nominato Generaloberst, nel giugno 1941 alla guida del 2. Panzergruppe partecipò all'invasione dell'Unione Sovietica (Operazione Barbarossa) all'interno del Gruppo d'armate Centro di von Bock, ottenendo fulminanti successi sul campo alla testa di quella che prese a chiamarsi Panzerarmee Guderian: con manove fulminee occupò Minsk, Smolesnk, e giunto in prossimità di Mosca, fu costretto a dirigersi alla volta di Kiev. Entrato per questo in contrasto con Hitler e con il nuovo comandante del Gruppo d'armate Centro, von Kluge, Guderian venne allontanato per non aver voluto seguire il piano originale dell'attacco.

    Nel febbraio 1943 venne richiamato da Hitler e designato Inspekteur der Panzertruppen (Ispettore generale delle truppe corazzate) dando un grande impulso in collaborazione col ministro degli armamenti Speer alla produzione di carri armati ad alla riorganizzazione delle truppe corazzate. Tali risultati furono vanificati dall'insensato impiego dei mezzi corazzati in operazioni volute da Hitler, in particolare nell'offensiva contro il saliente di Kursk (luglio 1943), che portò alla più grande battaglia di carri della II guerra mondiale . Nominato capo di stato maggiore generale dell'OKH in sostituzione di Kurt Zeitler il 21 luglio 1944 dopo l'attentato a Hitler da parte di von Stauffenberg, mantenne tale incarico sino al 28 marzo 1945, quando, inviato in licenza (ufficialmente) per motivi di salute, venne sostituito da Hans Krebs.

    Consegnatosi agli Alleati il 10 maggio in Tirolo, trascorse in detenzione i tre anni successivi, con la minaccia di essere estradato in Polonia per essere giudicato per crimini di guerra.

    Rilasciato il 17 giugno 1948, si ritirò a vita privata, morendo a Schwangau il 17 maggio 1954.

    Wikipedia


    Hans-Joachim Marseille

    Hans-Joachim "Jochen" Marseille (Berlino, Germania, 13 dicembre 1919 - Sidi Abd el Rahman, Egitto, 30 settembre 1942) soprannominato La Stella d'Africa (tedesco: Der Stern Von Africa) fu uno dei maggiori assi della Luftwaffe tedesca durante la Seconda Guerra mondiale. A questo pilota vennero accreditate 158 vittorie aeree ottenute, per la maggior parte, durante la Campagna del Nord Africa.

    Biografia
    Hans-Joachim Marseille nacque il 13 dicembre 1919 a Berlino-Charlottensburg da una famiglia di origini francesi di religione ugonotta. La carriera aviatoria di Marseille iniziò con la partecipazione ai corsi di volo della Deutsche Lufthansa che preparava segretamente, per conto del Ministero dell'Aviazione del Reich (Reichsluftministerium), i futuri piloti nel periodo in cui il Trattato di Versailles impediva alla Germania di possedere una aviazione militare. Entrò a far parte della Luftwaffe il 7 novembre 1939.

    All'inizio della Seconda guerra mondiale, inquadrato nel 4/JG52 partecipò alla Battaglia d'Inghilterra ottenendo 7 vittorie (la prima delle quali il 24 agosto 1940), danneggiando a sua volta 4 aerei a causa dei colpi nemici e distruggendone uno in fase di atterraggio. Per i risultati ottenuti durante la battaglia venne decorato con la Croce di Ferro di prima e seconda classe. Nel marzo 1941 a causa del suo comportamento indisciplinato ed irruento (una vita notturna troppo vivace e scarso rispetto per le tradizionali tecniche di combattimento aereo) venne trasferito, per punizione, al 3/JG27 che si trovava in Africa Settentrionale. L'esordio non fu felice, Marseille venne abbattuto dopo poco da un Hawker Hurricane pilotato da un pilota della Francia Libera. Nonostante questo inizio il suo nuovo comandante, Eduard Neumann, intuendo le potenzialità del pilota, incoraggiò Marseille a sperimentare e migliorare le proprie innovative idee di combattimento.

    Marseille tendeva, infatti, ad applicare una forma diversa di combattimento aereo; i manuali tedeschi dell'epoca consigliavano di portarsi in coda all'aereo nemico con un vantaggio di quota sparando appena il nemico fosse stato a portata di tiro. Marseille utilizzava invece un attacco ravvicinato da lato portato, sulla stessa quota, alla parte anteriore dell'aereo avversario (cercando quindi di colpire la zona motore e l'abitacolo) sparando brevi raffiche alla distanza minima. Inoltre prediligeva il combattimento solitario con un solo gregario a grande distanza (per evitare collisioni in volo): egli aveva correttamente intuito che le rigide formazioni avversarie avevano difficoltà a colpire un singolo aereo che si avvicinava da lato con una serie di spericolate manovre acrobatiche (nelle quali Marseille era maestro). Per addestrarsi Marseille utilizzava i viaggi di rentro dalle missioni, simulando contro i suoi compagni tutte le manovre di avvicinamento, divenendo presto un vero esperto in questo tipo di approccio. I risultati non tardarono a venire, il 24 settembre 1941 ottenne cinque vittorie aeree contro 4 caccia Hurricane e un bombardiere medio Martin Maryland. Il suo metodo inusuale di combattimento lo portò a diventare l'asso più decorato del fronte africano e il suo nome diventò famoso grazie alla propaganda tedesca, rivaleggiando con quello di Erwin Rommel. I suoi nemici lo temevano e il suo caccia Messerschmitt Bf 109F-4/Trop "14 Giallo" divenne famoso in tutta l'Africa.

    Il 17 giugno 1942 venne, a causa delle pessime condizione di salute, inviato il licenza in Germania tornando alla propria squadriglia il 23 agosto dello stesso anno. Il 1 settembre 1942 riuscì ad abbattere, in un solo giorno, diciassette aerei nemici: prodezza per la quale venne decorato con la più alta onorificienza tedesca, la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti.

    Il 30 settembre 1942 di ritorno da una missione al Cairo il suo caccia (che era stato sostituito da pochi giorni), per un problema di lubrificazione al motore, si incendiò riempiendo la cabina di pilotaggio di fumo ed iniziando a perdere rapidamente quota. Marseille, accompagnato dai suoi compagni di volo, cercò di riportare l'apparecchio entro le linee italo-tedesche e, riuscitovi, mise l'aereo in volo rovesciato per aprire il tettuccio e lanciarsi: il suo corpo colpì violentemente il timone di coda del velivolo e, svenuto, non riuscì ad azionare l'apertura del paracadute. Il suo corpo cadde senza vita nella zona di Sidi Abd el Rahman.

    Hans-Joachim Marseille morì a 22 anni e il suo corpo, recuperato, venne seppellito a Derna, per essere trasferito, dopo la guerra, presso il cimitero militare di Tobruk. Egli venne considerato da molti esperti, come Adolf Galland, il miglior pilota da caccia tedesco della Seconda guerra mondiale. Pur ottenendo un numero di vittorie inferiore ad altri piloti (ad esempio Erich Hartmann, 352 vittorie aeree), egli combatté contro le ottime forze britanniche piuttosto che, come molti assi tedeschi, contro le mal addestrate ed equipaggiate truppe sovietiche.


    Onorificenze
    Croce di ferro di 2a classe: settembre 1940
    Croce di ferro di 1a classe: novembre 1940
    Croce tedesca in Oro: 24 novembre 1941
    Croce di Cavaliere: 22 febbraio 1942
    Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia: 6 giugno 1942
    Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade: 18 giugno 1942
    Medaglia d'oro al Valor Militare italiana: 6 agosto 1942
    Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti: 3 settembre 1942.

    Promozioni
    Leutnant (tenente): 1 luglio 1941
    Oberleutnant: aprile 1942
    Hauptmann (capitano): 3 settembre 1942

    Abbattimenti
    Missioni di volo in combattimento: 382
    Totale vittorie: 158 (7 durante la Battaglia d'Inghilterra, 151 in Africa settentrionale)
    Totale vittorie in Africa: 151 di cui:
    101 Curtiss P-40
    30 Hawker Hurricane
    16 Supermarine Spitfire
    4 bombardieri bimotori

    Note significative
    8 vittorie in 10 minuti, 17 vittorie in un solo giorno, 54 vittorie in un mese
    15 colpi di media per abbattimento
    la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti venne conferita solamente 27 volte durante la Seconda guerra mondiale, e solo ad altri 9 assi dell'aviazione.
    La Medaglia d'Oro al Valor Militare italiana venne concessa ad un soldato tedesco solo due volte durante la guerra
    Marseille divenne il più giovane Capitano della Luftwaffe
     
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