Eroi dimenticati

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  1. rubio
     
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    Eugenio Wolk

    Eugenio Wolk, Tenente di Vascello della Marina Militare Italiana nacque a Cernigov, in Ucraina, il 4 febbraio 1915 da una famiglia i cui antenati risalgono al XVI secolo. La madre Galitzin proveniva dalla più antica nobiltà russa. Nel 1917 la famiglia dovette fuggire dal paese in piena rivoluzione perdendo tutto il patrimonio, stabilendosi prima a Costantinopoli , poi a Taranto ed infine nel 1919 a Roma.
    Nato per il mare, nuotatore possente, l'acqua per lui non aveva segreti. Dotato di eccezionali qualità fisiche , organizzative e di un indiscusso ascendente sugli uomini.
    Cittadino italiano dal 1927, il 6 Agosto del 1933 passa all'Accademia navale con ferma di sei anni per la nomina a guardiamarina. Fra i suoi compagni di corso vi sono: Licio Visintini e Antonio Marceglia ed i futuri ammiragli Casardi, Cassano, Angelozzi, Scialdone, Bruni, Bernini, Straulino ed altri.
    Dal luglio del 1936 al luglio 1938, partecipa alla guerra di Spagna. Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra. Wolk partecipa alla battaglia di punta Stilo. Il 16 dicembre dello stesso anno viene destinato alla I^ Flottiglia MAS scuola per operatori gamma di Livorno diretta dal Comandante Angelo Belloni dove tutto " era talmente segreto che in tutta la Marina da guerra non non ne sapevamo nulla" , come scriverà in una memoria , la situazione che trova all'inizio è perlomeno grottesca:"Al mio arrivo trovai un simpatico signore anziano ed un gruppo di una quindicina di giovani individui al limite dell'esaltazione, che formavano una specie di fabbrica degli eroi". Dopo faticosissimi e ripetuti allenamenti su percorsi in fondali sino a 15 metri con l'autorespiratore ad ossigeno, venne mandato con il suo gruppo alla Spezia ad esercitarsi in quella specialità:.." c'era la nave San Marco, al Varignano, radiocomandata per i tiri, dove si effettuavano attacchi con i maiali e da noi a piedi: si usciva la notte nella baia di La Spezia, a coppie con le bussole, con lo scopo di arrivare alla rete parasiluri, passarvi sotto ed arrivare ad attaccare il San Marco. Abbiamo incominciato con una distanza di 1.500 metri, ma su un fondale fangoso che rendeva difficile la marcia; per quanto ci fosse una tecnica che faceva avanzare solo spingendo con i piedi , prendevamo regolarmente l'iperossiemia (intossicazione da ossigeno)
    ... La distanza si è dovuta sempre più accorciare , e la massima che siamo riusciti a percorrere è stata di 400 metri dalla rete.
    Wolk, a seguito dei disastrosi risultati della marcia sul fondo, espone l'idea dell'uomo rana così come verrà subito messa in pratica quanto nella tattica quanto nell'equipaggiamento.
    Nei primi mesi del 1942, Wolk mette in pratica la prima azione dimostrativa con il sistema "Gamma" nel porto di Livorno. Arriva alla carena della nave designata quale obiettivo e nessuno lo vede sinchè non esce dall'acqua. Questo entusiasma gli ufficiali presenti e i comandi superiori. Sul finire dello stesso anno va a Milano assieme al Tenente di Vascello Eugenio Massano per attuare l'idea di adottare i sommergibili Ca come mezzi d'assalto. L'dea era questa: ... trasportare il piccolo sommergibile in groppa ad un sommergibile normale fin davanti al porto nemico da attaccare. ... entrare nel porto di notte, adagiarsi sul fondo per tutta la giornata, riposare e poi iniziare l'operazione la notte successiva.
    Entrato nel porto il Ca attuava la sua tattica d'attacco posizionandosi sotto il bersaglio, "dava aria " aderendo alla carena della nave bersaglio, a questo punto usciva l'operatore gamma, staccava una carica (il Ca ne trasportava 8) e la applicava al soprastante bersaglio. L'operazione si ripeteva per il numero delle cariche trasportate. La Xa Flottiglia MAS, progettava di portare la guerra subacquea, sia pure con effetti in gran parte psicologici, fin sulle coste degli Stati Uniti d'America.
    Non pochi furono i problemi che si presentarono: il primo fu il trasporto , il secondo la navigazione alla cieca all'interno del porto. Oltre a questi problemi il Ca doveva essere adattato al nuovo compito. Per i lavori di modifica, due minisommergibili furono trasportati ad Iseo dove vi era una dèpendancè della Caproni di Milano (ditta costruttrice non solo di aerei ma anche dei sommergibili Cc da 100 tonnellate e dei Cb famosi per i loro successi in Mar Nero.
    L'8 settembre 1943 bloccò come naturale, ogni possibile sviluppo dell'idea sull'utilizzo del Ca contro i porti Atlantici. Il 13 settembre Wolk incontra a Livorno il C.te Borghese , gli comunica la sua intenzione di ricostituire i "Gamma" nella R.S.I. Quattro sono le direttive sulle quali Wolk imposta la sua attività: mantenere ad ogni costo in vita lo spirito e la mentalità del subacqueo; impedire ad ogni costo che la specialità "gamma " vada perduta; progredire in campo tecnico; proseguire su una linea d'onore fino in fondo la guerra contro il nemico.
    Nel giugno del 1945, dopo una conversazione con il Comandante Forza nella quale si rese conto di quanto sarebbe stato inutile mettere in atto il progetto di sabotaggi ai danni del naviglio nemico nei porti di Venezia, La Spezia e Genova incontra il C.te Lionel K.P. Crabb, della Royal Navy. Inizia a questo punto , una collaborazione tra loro che durerà un anno e mezzo in un settore particolarmente delicato; lo sminamento ed il recupero di naviglio affondato dai tedeschi prima della ritirata.
    Le condizioni riservate dagli inglesi al gruppo "Gamma" erano abbastanza vantaggiose dal punto di vista della libertà personale, basate sulla posizione di :"libero sulla parola". Per due anni Wolk lavora allo sminamento, che era anche la sua unica forma di guadagno. Con 'andare del tempo emergono in maniera sempre più marcata delle difficoltà dovute sia alle proibitive condizioni atmosferiche che dalla evidente diminuita mole di lavori subacquei. Il 1 Febbraio del 1947 per Wolk si chiude la parentesi veneziana e, non avendo potuto rientrare in servizio in marina per via della sua militanza nella R.S.I., a Wolk non rimaneva che prendere in considerazione l'alternativa "emigrare".
    Il 17 Settembre del 1947 Wolk si imbarcò con al suo seguito tutta la famiglia, sulla motonave Ugolino Vivaldi diretta in Argentina per istituire una Scuola di Palombari-Sommozzatori" . Il gradimento argentino alla sua opera arrivò presto e con esso gli innumerevoli riconoscimenti.
    In Argentina Wolk trascorre 14 anni, gran parte dei quali li impiega a creare la Marina da guerra subacquea di quel paese. In diverse occasioni i risultati conseguiti dagli "hombres ranas" addestrati da Wolk, diedero esiti straordinari nelle manovre della marina durante i suoi attacchi alla basi navali di Porto Belgrano, Mar del Plata e Rio Santiago.
    Wolk rientra in Italia nel 1961 e si stabilisce nel Canton Ticino, Svizzera.
    Eugenio Wolk è deceduto a Magliaso (Lugano) il 17 giugno 1995. Di lui Luigi Ferraro un'altro grande della Decima, ebbe a dire: i combattenti della Decima sono tutti degli eroi; tutti degni della più alta onorificenza. Ma Wolk non correva dietro alle medaglie, consapevole del lavoro duro che faceva con alto senso del dovere e assoluta abnegazione.
    Quanto esposto è stato redatto basandosi prevalentemente su materiale gentilmente fornito dalla famiglia Wolk e con fotografie tratte dall'archivio di C.A. Panzarasa

    http://www.anaim.it/wolk.htm
     
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32 replies since 26/10/2006, 10:03   13475 views
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