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rubio.
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Su Avvenire di domenica scorsa (8/10) ho trovato questa "lettera al giornale"
che mi sembra faccia giusta luce su un concetto poco conosciuto e perciò la
diffondo.
(La trovate anche su:
http://www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_...icolo?id=688629
)
Cari saluti
Battista Bonfanti
(Coordinatore Regionale Della Margherita Lombarda)
Egregio Direttore,
una recente intervista del Ministro Parisi dedicata al tema del Partito
democratico è illuminante rispetto alla difficoltà di esponenti anche elevati
della cultura e della politica a capire l'essenza del cattolicesimo democratico
italiano.
Afferma Parisi: «Oggi la maggioranza della Margherita si ritrova sotto le
bandiere del cattolicesimo e proclama di volere entrare nel Partito democratico
ispirandosi a questa opzione religiosa». Se l'intervista è testuale, questo
passaggio attesta la ragione di una incomprensione di fondo. Il
cattolico-democratico non è tale in forza di una opzione religiosa ma in quanto
portatore e interprete di una cultura politica di ispirazione cristiana. Il
cattolico democratico può anche essere personalmente non credente.
Anzi, dal punto di vista statistico nella storia di questi decenni, sono stati
forse più numerosi gli elettori non credenti o miscredenti che hanno dato forza
elettorale alla presenza cattolico-democratica nel nostro Paese.
La differenza non è una fisima perché su di essa si costruisce la distinzione
tra partito laico e partito confessionale. Chi oggi si batte per assicurare un
futuro a quella cultura politica (spesso irrisa e sottovalutata) lo fa nella
convinzione che essa sia tra le più moderne e più aderenti ai bisogni dell'uomo
di oggi. Sappiamo poi tutti che una cultura politica per realizzarsi in un
programma di governo ha bisogno di organizzazione, senza la quale si rimane nel
pre-politico. Non c'è dunque da scandalizzarsi se qualcuno si preoccupa di
assicurarne l'organizzazione nelle più diverse forme democraticamente
disponibili: partito, corrente, area, movimento e quant'altro.
Rimproverare chi si assume questo compito significa negare in concreto la
possibilità di una presenza nella vita politica nazionale della cultura politica
del cattolicesimo democratico. Delle due l'una: o si nega la possibilità di una
presenza nel nostro Paese di una cultura politica di ispirazione cristiana
oppure si accetta il fatto che essa si dia una organizzazione adeguata. Tertium
non datur.
Circa poi l'utilità per il Paese, per l'Unione, per la Margherita, per il
cattolicesimo democratico e via dicendo del progetto del Partito democratico
stiamo ancora attendendo argomentazioni esaustive e convincenti.
Leggiamo appassionati inviti ad avere coraggio, a superare il guado, a saltare
l'ostacolo ma il perché di tutto questo ancora non è chiaro. Noi temiamo il
marasma generale con conseguente destrutturazione degli unici due partiti solidi
dell'Unione: è questo che si vuole?
Prima di dire la mia circa la possibilità della creazione del Partito Democratico Italiano volevo sentire la vostra opinione..