TEX E LA COMICITA'

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  1. ymalpas
     
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    Tex e la comicità.


    La lettura di Tex si presta poco ad una interpretazione umoristica. Gli episodi in chiave comica sono difficilmente reperibili in un fumetto che da sempre ha fatto professione di serietà e compostezza artistica. Seppur lontano dall’elegantezza e raffinatezza formale, il mondo del ranger si presenta proprio come una visione poco edulcorata della realtà storica, per molti versi proprio di stampo conservatore, un west insomma violento e crudo, dove latitano non solo i personaggi solari, allegri e spensierati e i comprimari divertenti, ma anche, e diremo a maggior ragione, quelli ridicoli, grotteschi e caricaturali.

    Gianluigi Bonelli fu un navigato avventuriero e uno staordinario creatore di immagini multiformi e sfaccettate. La vena burlesca da sempre però si è rivelata lontana dalle sue corde e quindi quasi del tutto assente dai suoi lavori. Le situazioni divertenti o risibili non costituiscono cioè degli adeguati punti d’appoggio per la sua fervida indole creativa, che si evolve verso l’avventura tersa e incontaminata, lontana da ogni sorta di complicazioni.

    Sergio Bonelli si conquista un’autonomia letteraria che lo proietta oltre l’ingombrante ombra del popolarissimo padre, con una ricetta originale e in larga misura sdrammatizzante, che soffre forse molto dell’influenza dei comics americani, ma che ha il merito di presentare al lettore il West come uno scenario alternativo, ponendosi cioè come una rilettura comica e avventurosa assai distante dai canoni narrativi paterni.

    Nella serie di albi che l’autore nelle vesti di Guido Nolitta consacra alla storica figura del giudice Roy Bean, su disegni di Tarquinio, la realtà è rovesciata proprio in chiave comica. In una lunga intervista concessa a “Fumo di China”, il simpatico disegnatore fa notare che i rapporti tra il personaggio creato da Nolitta e il giudice Bean storico…sarebbero rapporti pessimi, se potessero incontrarsi. Quello storico era un delinquente, il nostro è un simpaticone fondamentalmente onesto. Nolitta rivisita cioè - la Storia - inserendo numerosi elementi di commedia, giocando in larga parte sul contrasto fisico fra il sudista Bean, smilzo e delicato, e l’imponente e panciuto aiutante nordista Sam. La situazione si fa sempre più irresistibilmente comica con l’arrivo della diligenza al “Jersey Lily Saloon” e l’entrata in scena dello stralunato nipote Danny, un giovanotto che dovrebbe offrire il suo aiuto all’opera legislativa dello zio giudice. Ma il ragazzo, arricchito da una ricca formazione nelle grandi scuole dell’Est, si rivela, almeno all’inizio, un damerino debole e del tutto privo di autorità, di scarsa utilità insomma in un mondo di frontiera a se stante, regolato dalle sue anarchiche leggi. Mauro Boselli ha omaggiato il giudice Bean di Nolitta riproponendo in una storia di Tex, Uno sceriffo nei guai [ # 473 / 74 ], il personaggio Danny nella spassosa scena del suo arrivo in una città dell’ovest. È anche il primo esempio di comicità che presentiamo in questa discussione.

    Ma contrariamente alle aspettative, Sergio Bonelli è uno sceneggiatore che sugli albi di Tex non ha mai voluto osare troppo, limitandosi il più delle volte a seguire il solco paterno con una impostazione delle storie generalmente assai drammatica, dove ogni rivolo di comicità pare severamente bandito. Le avventure texiane di Bonelli figlio si presentano tutte rigorosamente brutali e violente, sostenendosi su una serie di personaggi da antologia, da El Muerto a Cruzado, da George Watson ai fratelli Herrera, tutti aggressivi, prepotenti e dispotici. La sua ultima storia di Tex, tanto per limitarci ad un altro esempio altamente significativo è quello della strage di Red Hill! Eppure qualche eccezione sfugge alla regola. La riproduzione della vignetta sottostante, tratta da Missione suicida [ # 224 ] è ancora una volta esemplificativa. Tex e Carson sono arrivati nel campo di Don Diego Navarrette che sta arruolando un piccolo esercito di volontari per invadere una zona del Texas alfine di creare una situazione di pericolosa tensione fra Stati Uniti e Messico. Carson viene subito redarguito da un giovane vagabondo che lo informa che il campo non è… un ospizio per vecchi! Tex sorride e consiglia al suo pard di non impuntarsi, ma il vecchio cammello che evidentemente non digerisce troppo la provocazione, dà seguito a quella che è una memorabile scenetta! Non è lui che è venuto ad arruolarsi ma il suo cavallo, che preso per le briglie, viene volontariamente eccitato da Carson e spinto contro il giovane…

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    Prendo ora come spunto di ulteriore riflessione sul tema della comicità un articolo tratto da “Le Frontiere di carta”, che si rivela molto interessante per l’analisi dei personaggi e delle situazioni del più popolare fumetto italiano.

    Nel western di una volta, come in tutti gli altri generi, del resto, l’eroe era bello, perfetto, irreversibilmente votato alla sua missione. Per alleggerire il tono delle storie, oltre che per umanizzare il protagonista, molti autori ricorrevano così alla trovata di inserire, al suo fianco, uno o più compagni d’avventura buffi, pasticcioni, talvolta ai limiti della caricatura; e proprio a loro spettava il compito di sfornare, per la gioia dei lettori, battute, gag, capitomboli, esilaranti siparietti. Caso esemplare, le “spalle” che dividevano la scena con i personaggi della EsseGesse: lo scalcinato Dottor Salasso e il beone Doppio Rhum per Miki, il simpatico monello Roddy e il sapiente Professor Occultis per Blek Macigno, il golosissimo Polpetta e il raffinato Conte per Alan Mistero, il massiccio Mister Bluff, l’indiano pessimista Gufo Triste e il mordace cagnolino Flok per il Comandante Mark. Accanto all’intrepido Zagor avanza da circa quarantacinque anni Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, detto Cico, un grasso messicano perennemente in mezzo ai guai a causa della sua insaziabile fame. [… ] Impossibile non citare, infine, il Piccolo Ranger, con il baffuto e smargiasso Frankie Bellevan e Annie Quattropistole, mascolina frontierwoman dal linguaggio colorito.

    Nelle primissime storie i personaggi che fanno da spalla a Tex variano a seconda delle avventure vissute e delle locations. Dalla bellissima Tesah alla sfortunata Lilith, sposa e all’occorrenza pard con caratteristiche maschili, dal messicano Montales al cavallo Dinamite, che lo accompagna nelle sue vesti di giustiziere solitario, i personaggi che lo affiancano sono davvero tanti. Il ruolo di pard tende però progressivamente a concentrarsi sulle figure di Carson, del figlio Kit e del navajo Tiger Jack.

    Nessuno dei personaggi citati sopra è propriamente comico, anche se talvolta qualche situazione umoristica si insinua con delicatezza nel contesto di queste primissime avventure del ranger. Nell’albo Il tranello [ # 10 ] ad esempio, vediamo un giovanissimo Piccolo Falco che colpisce con una freccia il cappello dello”zio” Kit e si dà quindi alla fuga, salvo essere catturato da Tiger e consegnato quindi nelle mani di Tex per un salutare rimprovero e una meritata punizione, in verità piuttosto blanda. Si tratta sicuramente di un episodio divertente, direi quasi comico, che però non deve ingannare il lettore.

    Gianluigi Bonelli tende a definire il rapporto tra il protagonista della serie e gli altri pards in termini esclusivi di complicità e affiatamento, simpatia e sintonia, che escludono a priori una relazione di tipo “verticale”, come quella che si può facilmente ritrovare ad esempio in un fumetto come Zagor.

    Se Tex è leggermente superiore agli altri perché in definitiva è l’eroe, è da notare ad esempio che Tiger Jack segue le tracce meglio di lui e Kit Willer è una sorta di giovane prodigio che raggiunta la maturità potrà porsi facilmente per il coraggio e il valore che lo contraddistinguono, come un più che degno erede del padre.

    Per quanto riguarda il vecchio cammello, che con il passare degli anni diventa la spalla per antonomasia del nostro tizzone d’inferno, quasi insostituibile per gli autori che si succedono a Bonelli padre, le sue abilità e competenze se confrontate con quelle del ranger si pongono molte volte in termini di stretta equivalenza.

    Il pericolo di una facile immedesimazione o sovrapposizione dei due personaggi sarebbe reale se Bonelli non avesse “giocato” sulle caratteristiche caratteriali dei due protagonisti. Il Carson espansivo ed estroverso e all’occorrenza anche pessimista, permette all’autore di inserire numerose gag che si manifestano in continui litigi verbali, che col tempo hanno assunto una connotazione epica, e che si fondano tutti essenzialmente sulle differenze di personalità, che vale la pena aggiungere, favoriscono anche un’ ottima intesa dei due pards.

    Nizzi ha fatto un uso preponderante di questi battibecchi ed ha dato un’impronta netta alla personalità di Carson, ingigantendo notevolmente alcuni dei suoi difetti, rendendolo più simpatico e affabile ma al contempo riducendo anche il suo ruolo di co-protagonista, una svalutazione del personaggio che negli ultimi anni è stata tanto drastica da non fare sorridere più nessuno.

    Boselli dal canto suo ha dato un’impostazione del personaggio Carson, per forza e vitalità, molto più vicina al character originario ideato da papà Bonelli. Da notare però che il suo esordio sulla serie datato luglio 1986, la storia è La minaccia invisibile [ # 309 / 10 ] comporta un divertentissimo siparietto, di cui l’autore ha recentemente ribadito l’assoluta paternità, che è a dir poco geniale. La scena si svolge nella palestra di Lefty a San Francisco. Tex e Carson si trovano all’interno di un bagno turco che per il vecchio cammello assomiglia molto all’anticamera dell’inferno, decide quindi di lasciare il suo pard sciogliersi in un bagno di sudore e esce dalla sauna per fumarsi un sigaro in santa pace, ma la sfortuna continua a perseguitarlo…

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    Lefty, per farsi perdonare, gli consiglia un bel massaggio, niente di meglio per distendere i muscoli e i nervi, dopo la passata disavventura. La seducente Mah-Lei, un esperta di quest’arte, nelle sue mani c’è tutta la sapienza dell’oriente, una graziosa ragazza cinese che Carson ha visto nel piano di sotto, induce il vecchio “reprobo” ad accettare l’offerta. Lo vediamo così disteso sul lettino in attesa del tocco delicato delle mani della giovane… ma il sogno celestiale si tramuta subito in un incubo, allorché le sue costole di vecchietto indolenzito incominciano a frantumarsi ( in maniera figurata ) sotto i rudi colpi delle pesanti mani di Pat MacRyan ( che lavora nella palestra ), che si è sostituito all’ultimo momento a Mah-Lei per combinare un divertente scherzetto al vecchio compagno di tante avventure… il tutto sotto gli occhi dello stesso Lefty che se la ride di gusto accanto a Tex, non meno divertito di lui dalla scenetta.

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    L’ispanico Antonio Segura nel suo primo maxi Tex, Il cercatore di Fossili, datato 1997, ha tentato di inserire delle scene comiche, di cui si è parlato anche nella discussione Il sesso degli angeli, alla quale rimando per i dettagli, che hanno ridotto il vecchio cammello a un ruolo di macchietta, delle gag veramente nocive per il personaggio che per fortuna non si sono più ripetute.

    Gli episodi che possono alimentare questa discussione sono davvero troppo pochi, come si è detto sopra, qualcosa comunque c’è ancora, il nostro lavoro di ricerca può dirsi appena intrapreso. Ma date prima una risposta alla seguente domanda. Partendo dal presupposto che ora più che mai è necessaria una riabilitazione completa dei tre pards ( per non dire del protagonista stesso ), quanto sareste favorevoli all’introduzione di gag comiche e divertenti, tipo quelle che si sono viste sopra, nel vostro fumetto preferito ?

    Io sarei molto favorevole, ma a patto giustamente che le conseguenze non ricadano sui personaggi principali, sminuendoli nelle loro prerogative.
     
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17 replies since 16/9/2006, 15:31   1628 views
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