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rimatt.
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Al di là del fatto che la storia è comunque molto godibile, leggendo Caccia all'uomo appare evidente che lo sceneggiatore è cambiato, e mi pare francamente impossibile (be', diciamo almeno improbabile) che i lettori dell'epoca non se ne siano accorti subito. In questa storia, il Ranger sbaglia, soffre, si pente, è umano come non mai: che differenza dalla precedente Canyon Diablo e dal Tex tutto di un pezzo dell'accoppiata Muzzi/Galep! Tutta un'altra cosa, altroché!
Personalmente ho sempre apprezzato il Tex nolittiano, e questa prima storia non fa certo eccezione... tuttavia, devo dire che Caccia all'uomo stona non poco di fianco alle storie immediatamente precedenti!.